Oebalus
Associazione Culturale Onlus



CAPRILANDIA
 
Si chiudono gli alberghi ed i capresi discutono del casinò: buon 1995!

         Il voto nell'ultimo Consiglio Comunale con cui in maniera unanime si è dato parere favorevole alla chiusura di altri tre alberghi di Capri acclara, in maniera definitiva, alcuni dati che crediamo, a questo punto, difficilmente confutabili:

1) Il Consiglio Comunale ha rinnegato se stesso esprimendosi contro un impegno che lo stesso Consiglio aveva votato, anche ultimamente, teso a evitare ulteriori chiusure alberghiere, e contro una serie di iniziative, documenti ed articoli che da varie parti avevano da tempo lanciato l'allarme di una situazione esplosiva per l'economia isolana.

2) Il Consiglio Comunale ed i consiglieri di maggioranza e di minoranza non possono mascherarsi dietro le scusanti della particolarità dei casi esaminati in quanto, fatto salvo un solo caso, gli altri rientravano nella normalità delle situazioni, che oggi vivono moltissime aziende alberghiere capresi, di difficoltà di gestione o di ristrutturazione; con questo andazzo negli ultimi anni si sono permessi decine di chiusure di alberghi e pensioni.

3) Il Consiglio Comunale ha abdicato totalmente al suo ruolo di organo dirigente dell'economia, di tutore della principale risorsa produttiva del nostro comune (gli alberghi), di collaboratore delle aziende in difficoltà o con problemi gestionali.

4) Il Consiglio Comunale ha lanciato con questo voto un ulteriore chiaro segnale verso gli alberghi in difficoltà. Questi ultimi, attratti sempre più dalla facile soluzione finale della smobilitazione, chiederanno in un non lontano futuro decisioni e comportamenti analoghi a quei consiglieri, cioè tutti, che oggi (ed anche per il passato) hanno votato a favore della chiusura degli alberghi.

5) Il Consiglio Comunale ha evidenziato di non avere l'autorevolezza ed il coraggio di votare contro queste chiusure, anche solo a titolo morale, anche perché non può dimostrare,  per il presente e per il futuro, di aver svolto chiare politiche turistiche e di sostegno alle aziende alberghiere.

6) Il Consiglio Comunale non riesce o non vuole dotarsi di una normativa, esaminando e discutendo proposte, peraltro già esistenti (vedi la relazione dell'ing. Marzio Lembo sulla materia), tese a frenare e regolamentare il fenomeno, a creare disincentivi per le smobilitazioni ed incentivi per chi fa la scelta dell'investimento nel settore alberghiero. Nel frattempo il patrimonio alberghiero di Capri si è assottigliato sempre più senza possibilità di recupero.

E allora?
        Allora ci domandiamo come ora la Commissione Edilizia potrà dare un parere favorevole ai cambi  di destinazione degli alberghi, viste le attuali normative in maniera.
        Ci domandiamo, altresì, come spiegare l'assoluta e persistente separazione tra le buone intenzioni, solamente teoriche, di tanti consiglieri di maggioranza e minoranza che permettono e sottoscrivono impegni tesi a non permettere più smobilitazioni alberghiere in considerazione della primaria e fondamentale importanza per la nostra economia dell'industria alberghiera, e poi nella pratica si comportano in maniera totalmente contraria ai principi teorici ampiamente esposti e sottoscritti.

E allora?
        Ma sì! Arrivati a questo punto è meglio votare e battersi per il casinò che risolverà ogni problema!
        Anche su questo problema, a dire il vero, è preoccupante l'unanimità.
        Viene da chiedersi se il parere favorevole di tanti cittadini di Capri si sarebbe avuto ugualmente con una situazione turistica ed economica più sicura e chiara.
        Viene da chiedersi perché lo stesso impegno profuso da alcuni personaggi ed ambienti per il casinò non si è registrato davanti alle chiusure (leggi Tiberio Palace) o smobilitazioni di alberghi.
        Siamo invero all'ultima spiaggia, al tanto peggio tanto meglio e così via con i tipici atteggiamenti di una popolazione e di una classe dirigente politica ed economica che non ha più idee chiare sul proprio futuro, che si è lasciata travolgere da una serie di fenomeni forse ormai irreversibili.
        I capresi, nel loro intimo, o sanno cosa realmente rappresenterebbe un casinò per Capri o, se non lo sanno, significa che hanno perduto totalmente una identità culturale e sociale che è stata e che dovrebbe essere alla base della fortune turistiche dell'Isola.
        Far finta di non capire che il vero rilancio turistico dell'isola passa per la valorizzazione e la tutela del suo enorme patrimonio ambientale e culturale significa solamente, con la scelta del casinò, gettare le basi per la futura trasformazioni dell'isola in una sorta di parco divertimenti del Mediterraneo, un luogo di mercificazione totale, una Caprilandia senza più tempo né anima.
        Se non si blocca, in qualsiasi modo ed urgentemente, la chiusura degli alberghi di Capri, sarà inevitabile un futuro per Capri di degrado ambientale e morale.

Riccardo Esposito



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