Ludoteca
estiva itinerante
Negli ultimi due anni il Coordinamento della
nostra città, attraverso iniziative di piazza, convegni, mostre, raccolte di
firme, si è impegnato nella richiesta
all’amministrazione comunale, di una ludoteca stabile. Solamente in tale
struttura infatti, a nostro parere, la creatività, la fantasia, la socialità
dei bambini si possono esprimere attraverso il gioco libero, attività
fondamentale per una crescita serena.
Per adesso non si è potuto concretizzare
questo progetto più ampio, ma siamo riusciti ad ottenere almeno una
“sperimentazione” di ludoteca, poiché limitata al periodo estivo: e’ comunque
importante offrire ai genitori che lavorano un piccolo-grande aiuto per la
custodia dei figli durante la chiusura delle scuole e una valida opportunità
formativa ai loro ragazzi.
Sul territorio di Velletri ci sono già molte
proposte: corsi estivi organizzati dalle varie società sportive, oppure altre
soluzioni di intrattenimento gestite da privati o da religiosi. La differenza
tra le varie opportunità è data dal prezzo; per le famiglie l’offerta di
attrezzature, servizi e orari è direttamente proporzionale alla richiesta
economica.
Da questi presupposti è nato il progetto di
“Ludoteca estiva itinerante”
completamente finanziata dal comune e quindi gratuita per le famiglie.
L’iniziativa è stata rivolta ai bambini dal 4
ai 14 anni, dal Lunedì al Venerdì per 6 settimane con turni di gg. 10 per
gruppo; le iscrizioni sono state raccolte e numerate dal distretto scolastico
39; Il numero dei partecipanti è stato di 170 circa, nonostante le richieste
fossero più numerose. La sede scelta: Scuola Elementare “Marcelli” perché fornita di un’ampia ed attrezzata
palestra ed un vasto locale per attività e giochi comprendente anche uno spazio
allestito per attività teatrali. Ogni mattina si è svolta una pre-accoglienza
per agevolare i genitori lavoratori; alle ore 9.00 si partiva per le escursioni
con i pulmini “scuolabus” messi a disposizione dal Comune. I bambini pranzavano
“al sacco”, sia che si trovassero nella scuola, sia in gita; i pomeriggi erano
dedicati all’attività manuale, pittorica, teatrale e sportiva. L’organizzazione
del programma prevedeva escursioni
sempre in luoghi diversi per stimolare i bambini alla conoscenza dei vari
ambienti naturali e alla riscoperta della propria città.
Lo scopo principale di ogni attività svolta,
è stato quello di far vivere al bambino, dieci giorni di scoperta, di gioco, di
esperienza libera da quei lacci e lacciuoli che in genere lo imbrigliano nella
vita in famiglia e a scuola; se si manipolava la pasta per fare il pane o la
pasta di sale per fare oggetti, non necessariamente il bimbo doveva sentire
l’obbligo di produrre, poteva semplicemente godere dell’esperienza manipolativa
e socializzante. Nello stesso modo, anche durante le passeggiate negli ambienti
naturali quali parchi, boschi, laghi e
mare, venivano offerte numerose opportunità di osservazione e conoscenza
attraverso giochi strutturati ma il bambino poteva estraniarsi e scegliere
liberamente il suo modo di scoperta o di semplice divertimento. E’ capitato che
sulla spiaggia, se gran parte del gruppo sceglieva di costruire, con la guida
di animatori, la pista per le biglie di vetro o i castelli di sabbia, alcuni
continuavano a godere del piacere di bagnarsi e giocare fra le onde, sempre
sotto la vigilanza di personale addetto e qualificato.
Un’altra esperienza gratificante e molto
formativa allo stesso tempo è stata quella fruita nelle aziende agrituristiche:
il diretto contatto con gli animali ha creato un rapporto tra questi e i
bambini davvero stupefacente. Una bimba particolarmente timida passava lungo
tempo a “parlare” con le oche, traducendo i loro versi e la loro mimica come
meglio credeva. Un altro ragazzo, che in altre situazioni aveva creato non
pochi problemi a causa della sua notevole esuberanza, amava carezzare e dar da
magiare ad un cavallo, individuato tra i più docili. Un altro episodio tra i
tanti che potrei citare riguarda una ragazzetta di circa 12 anni piuttosto
tondetta e poco considerata dai compagni: attratta particolarmente dai pavoni,
chiedeva più volte spiegazioni sulle modalità di corteggiamento usate da questi
meravigliosi uccelli e si tratteneva estasiata ad ammirarli.
Anche nelle attività ludico-sportive si è privilegiato
l’aspetto del divertimento fine a se stesso, senza mai premiare l’agonismo e il
protagonismo. Nei tornei di dama, bocce, nelle gare di corsa, nelle partite di
pallone o di Basket lo scopo prevalente era quello di far misurare tra loro i
ragazzi sperimentando le proprie possibilità e
controllando le proprie reazioni evitando lo scontro per la vittoria a tutti i costi. Gelati, diplomini
o medaglie sono state distribuiti a
tutti indistintamente.
Ogni giorno, salire sul pulmino in 45 circa,
era come partire per una nuova avventura, ritornare a scuola chiassosi e in
disordine per scolpire, dipingere o recitare liberamente e senza schemi
predeterminati era una gioia condivisa con gli animatori tutti.
Le
difficoltà di gestione non sono state poche, ci sono stati problemi, qualche
incomprensione e un po’ di confusione
ma credo che il bilancio sia positivo perché si è dimostrato che un gruppo di
genitori ed insegnanti coordinati possono costruire insieme qualcosa di
grandioso e offrire a tutti ai bambini pari opportunità di gioco. La
gratuità è un valore indispensabile in
ogni iniziativa rivolta all’infanzia.
La “Ludoteca estiva itinerante” non poteva
che avere un titolo “Il bambino e l’acqua sporca”
Giuliana Morini
Genitore del Coordinamento Genitori-Insegnanti - Velletri
Una ludoteca
interculturale
I bambini bielorus-si, ospiti delle famiglie
veliterne, aderenti al Comitato Pro-Cher-nobyl sono stati inseriti nella
ludoteca estiva.
L’iniziativa ha sicuramente facilitato
l’incontro di due culture soprattutto, dal punto di vista ludico, ha visto
paradossalmente, un confronto storico generazionale.
Questa, che sembra una frase senza senso, ha
in realtà un suo significato profondo.
I bambini bielorussi, infatti, giocavano come
avrebbero giocato i nonni o i genitori dei bambini veliterni.
Sotto gli sguardi sbigottiti dei coetanei
sapevano gestire il loro corpo in ogni situazione in un armonico quadro di
sintonia psicomotoria. Senza aver mai fatto in vita loro un’ora di palestra o
di sport organizzato saltavano in lungo, in alto, con piroette, con capriole e
verticali; si arrampicavano sulla pertica, saltavano a corda in avanti, in
dietro e incrociato. Sapevano inoltre fare acrobazie sulla fune i cui capi
erano legati a due alberi. Vecchi giochi,
abilità d’altri tempi, di bambini che non conoscevano il telefono, ma
che sapevano ancora “comunicare” attraverso il loro corpo l’attivo vigore di
un’infanzia vitale che forse, nella loro terra, ancora non conosce la noia e la
passività, così diffusa tra i figli dell’era del consumismo e delle
comunicazioni di massa!
Laila Scorcelletti
Insegnante elementare del Coordinamento
Genitori-Insegnanti- Velletri
Ludoteca
e possibilità di integrazione
Si parla tanto nei nostri giorni di
integrazione, in ogni campo: scolastico, familiare e sociale. Cosa veramente
significa questa parola…. Integrarsi, unirsi, far parte, stare insieme. Perché
è così importante? A mio avviso perché
si discrimino ogni cosa, oggetto o persona.
L’uomo ha bisogni di differenziarsi per
riconoscersi, per riconoscere il diverso per paura di essere simile, in una
società dove l’aspetto esteriore conta quasi più di ogni valore sia esso
culturale, personale, psicologico, sia profondo ed interiore. Sentirsi
rassicurati dal fatto che… “io non sono come quello là”…. Sento dire ….. “è
strano, è matto nella testa?” (Enrico 5 anni) “perché cammina così?…..Ma non
parla?..E’ triste!!!”
Nella mia esperienza, seppur giovane,
soprattutto nella passata storia della ludoteca estiva itinerante 1998 ho
potuto constatare la necessità da parte degli adulti nel condizionare la mente
dei bambini. Egli arriva già condizionato culturalmente sulla diversità, si
avvicina con paura, ma fortunatamente il suo cuore è libero, la sua mente
riesce a rielaborare e va da sola.
La gioia di vedere ogni bambino, proveniente
da spazi diversi, culture diverse, emozioni e vissuti diversi, unirsi agli
altri, scambiarsi giochi, abbracci, sorrisi, cibo e amore.
Cosa di più bello può unire i bambini? IL
GIOCO!
Esso non conosce confini, limiti mentali,
differenze dettate dai costumi, dalla società, da sensibilità inesistenti. Esso
unisce, ossia favorisce il processo della tanto usata parola “Integrazione” e
fa sì che le diversità di cui il mondo adulto parla per il bambino non
esistano. Insieme nel gruppo il bambino si autocontrolla, si sostiene e
sostiene gli altri, si condizione sia in positivo che in negativo
Durante il gioco egli è libero,
incondizionato e padrone di scegliere di divertirsi, sporcarsi e sperimentarsi
“libero di crescere” oserei dire
Metto in risalto quest’ultimo aspetto a mio
parere importato: stiamo atropo attenti a ciò che diamo ai nostri figli, senza
pensare a ciò che veramente serve!!
Momenti di condivisione, momenti spensierati,
niente programmazione scolastica, niente pressioni da parte degli insegnanti,
niente scelte condizionate, solo il libero piacere di stare insieme, giocando,
scontrandosi, per poi fare pace!
Io questa la chiamo “Integrazione”, o qualcosa
che noi stessi abbiamo avuto, la differenziazione necessaria per paura di
riconoscersi in una determinata persona che forse può rappresentare qualcosa di
noi!!! La paura di rivederci, lasciano liberi i bambini di scegliere e di
scegliersi anche nelle diversità, anche in esse ci si può arricchire,
scambiarsi e perché no anche divertirsi!!
Vi garantisco che i bambini lo fanno!
Antonella Bederti
Coordinamento Genitori-Insegnanti - Velletri
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