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Come la Teoria della Gestalt può facilitare il processo di apprendimento e di insegnamento

 

Dott. Mario Polito

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Sommario della Relazione al 10th Scientific Convention of the GTA - Society for Gestalt Theory and its Application, Vienna 6 - 9 Marzo 1997.

Non c'è niente di più pratico di una teoria, diceva Kurt Lewin. La teoria della Gestalt è una teoria che può facilitare i processi di apprendimento e di insegnamento e rinnovare sia la relazione educativa, sia la didattica.

Integrando i contributi della Psicologia della Gestalt (Köhler, Wertheimer, Koffka, Metzger) e quelli della Terapia della Gestalt (Perls, F., Hefferline, R.F., Goodman, P., 1951, tr.it., 1971) è possibile elaborare una Psicopedagogia della Gestalt .

La Teoria della Gestalt può offrire alla pedagogia molti suggerimenti per dare vigore teorico e fecondità pratica alla relazione pedagogica e didattica. Finora la Teoria della Gestalt è stata applicata estesamente all'ambito clinico e solo marginalmente alla didattica e alla pedagogia. Quei lavori (Fuhr, Brown, Oaklander) dedicati al rapporto tra Gestalt e apprendimento si limitavano a trasferire in ambito educativo i temi fondamentali della clinica gestaltica, ed in particolare, i temi del ciclo di contatto, la comunicazione personale ed autentica, il qui e ora, e le numerose tecniche "spettacolari" della Terapia della Gestalt, come la notissima "dialogo con la sedia vuota": in altri termini, si applicava la Gestalt all'insegnamento, senza ripensarla teoricamente o ristrutturarla in modo coerente. Tali applicazioni della Gestalt alla didattica erano il frutto di psicologi gestaltisti che erano passati all'insegnamento, ma senza elaborare una adeguata ristrutturazione pedagogica della Gestalt. Era il tempo in cui si applicava la Gestalt a tutto: si creavano minestroni teorici di cui parlano I.From e M.V.Miller.

Con questo articolo desidero dimostrare che è possibile fare un passo avanti verso un ripensamento teorico della prospettiva gestaltica per costituire le basi di una coerente Psicopedagogia della Gestalt.

Per raggiungere questo obiettivo desidero percorrere un cammino che finora non è stato ancora battuto da altri: desidero infatti integrare i contributi della Psicologia della Gestalt con i contributi della Psicoterapia della Gestalt. Tale integrazione è la via più feconda per rinnovare sia la didattica sia la relazione educativa.

Finora molti gestaltisti che hanno applicato la Gestalt alla didattica hanno trasferito frettolosamente l'impostazione clinica all'insegnamento, trascurando le premesse teoriche della Psicologia della Gestalt. Hanno trapiantato in classe l'impostazione psicoterapeutica della Gestalt, senza adeguarla al nuovo ambito pedagogico. Così facendo si sono esposti a delle critiche pesanti: si accusa tale impostazione gestaltica applicata all'insegnamento di superficialità teorica perché trascura il tema dell'apprendimento disciplinare, stravolge il gruppo classe trasformandolo in un gruppo psicoterapeutico, sottovaluta i contenuti disciplinari e sopravaluta la relazione e la comunicazione: si crea un bel clima in classe ma non si impara niente a livello di contenuti disciplinari. A causa di tale impostazione, che trascura la Teoria della Gestalt sulla percezione, sull'intelligenza, sulla memoria, sulla creatività, sull'insight, sul problem solving, si è diminuita la forza della Teoria della Gestalt, riducendola soltanto ad una bella tecnica umanistica centrata sulla comunicazione autentica e personale. Tale impostazione è una grande risorsa, ma può essere resa ancora più ampia e feconda integrandola con i contributi della Psicologia della Gestalt.

Forse tale ristrutturazione potrà incontrare critiche e malumori. Agli psicologi della Gestalt non piacerà accostare la loro pura psicologia della forma alla psicoterapia: sembrerà loro un inquinamento. Agli psicoterapeuti gestaltisti, abituati solo all'esperienza clinica, sembrerà una forma di eccessivo intellettualismo approfondire i temi teorici aperti dalla Psicologia della Gestalt sulla percezione, intelligenza, insight, in direzione psicopedagogica. Tuttavia fu proprio F. Perls a ristrutturare la Psicologia della Gestalt in modo creativo e geniale, applicandola alla clinica: grazie a tale riconfigurazione egli ci ha donato un nuovo approccio psicoterapeutico, che oggi vogliamo estendere ad altri settori dell'esperienza, come il settore psicopedagogico. Ma per fare questo, è necessario ristrutturare, ripensare in forma nuova tutti i contributi emersi finora.

Oggi possediamo un corpo teorico che possiamo chiamare "Teoria della Gestalt", che è il luogo di convergenza di numerose ricerche svolte in molti settori a partire dagli inizi del 1900. I settori più fertili di ricerche sono stati la psicologia della percezione, la dinamica di gruppo e la psicoterapia. Sono settori differenti, ma tutti animati da un'impostazione che si è rivelata feconda di suggerimenti. Riferendomi a tale corpo teorico è possibile superare la polemica e la spaccatura tra psicologi della Gestalt e psicoterapeuti della Gestalt. Utilizzando tutti i contributi teorici della Gestalt è più facile integrarli in una prospettiva psicopedagogica. È tempo di superare le polemiche e le gelosie: La teoria della Gestalt è ampia e può dare ospitalità a molti ricercatori. Essa non è un campo recintati, ma aperto.

Ecco alcuni contributi che possiamo applicare immediatamente alla pedagogia: la Teoria del Campo Organismo-Ambiente; l'apprendimento come adattamento creativo; l'apprendimento e l'insegnamento come esperienze di contatto; la dinamica di gruppo secondo la Teoria del Campo di K.Lewin; le leggi dell'organizzazione gestaltica (l'effetto figura-sfondo, l'effetto Von Restorff, la tendenza al completamento, la buona continuazione, la buona forma, la pregnanza); la ristrutturazione ed il problem solving; l'insight; il pensiero produttivo (Wertheimer), la memoria come riorganizzazione (Katona).

Grazie a tale ventaglio di concetti e di indicazioni pratiche, la Teoria della Gestalt può offrire una visione globale e un metodo efficace per affrontare sia i problemi dell'apprendimento sia quelli della relazione interpersonale tra insegnanti e studenti. Essa presenta un modello molto ampio, che è capace di valorizzare l'intreccio di tutti i fattori che intervengono nell'esperienza di apprendimento.

Vi sono molti libri sulla didattica, ma sono costruiti in modo frammentato: vi sono libri sulla programmazione e sulle tecniche didattiche, libri sulla metacognizione, libri sulla motivazione, libri sulla dinamica di gruppo, ma manca una visione teorica unitaria. Vi è solo una giustapposizione di proposte e di ricerche slegate. La Teoria della Gestalt è bene equipaggiata per concepire il bisogno di unità, di complessità e di integrazione.

Dall'integrazione della Psicologia della Gestalt e della Psicoterapia della Gestalt può nascere una nuova teoria, che possiamo chiamare Psicopedagogia della Gestalt, una teoria che si interessa in modo specifico sia del processo di insegnamento-apprendimemto sia della relazione educativa. L'obiettivo fondamentale è quello di rendere finalmente possibile l'apprendimento come una vera esperienza, un'autentica esperienza di contatto con l'ambiente e con gli altri, una esperienza di creatività e di "formazione".

Per dimostrare che tale teoria psicopedagogica della Gestalt può essere realizzata concretamente, prendiamo in esame questi sette concetti chiave:

1.      L'adattamento creativo come valore e fine dell'educazione.

2.      L'apprendimento all'intero del Campo Organismo-Ambiente.

3.      Il bisogno di apprendere.

4.      Insight ed apprendimento.

5.      Il gruppo classe come risorsa per apprendere insieme.

6.      I principi di organizzazione gestaltica applicati alla didattica.

7.      La conoscenza come ristrutturazione e ricostruzione.

E-mail: mpolito@keycomm.it

 

How Gestalt theory can facilitate teaching and learning processes

Mario Polito, Asiago, Abstract

There is nothing more practical than a good theory, Kurt LEWIN said. Gestalt theory is a good theory that could facilitate the learning and teaching processes and renew both educational relationship and didactics.

Amplifying the contributions of Gestalt psychology (W. KÖHLER, M. WERTHEIMER, K. KOFFKA, W. METZGER, G. KATONA, K. LEWIN) and those of Gestalt therapy (F.S. PERLS, R.F. HEFFERLINE, P. GOODMAN, 1951) it is possible to elaborate a Gestalt Psychopedagogy. From the application of Gestalt theory to the clinical field there could be a fruitful transfer to the educational field. Various attempts have been made for such a transfer (e.g. FUHR, BROWN, V. OAKLANDER), but were limited to transferring some selected fundamental themes of Gestalt therapy like the contact cycle, personal and authentic communication, the here and now principle, and some techniques of Gestalt therapy, like the well known 'dialogue with the empty chair'. In other words, Gestalt was applied to teaching, without theoretically considering or reframing it in a coherent way, without elaborating an adequate pedagogical remodelling of what Gestalt therapy theory and practice can contribute in the pedagogical field.

This lecture aims to demonstrate that it is possible to proceed toward a theoretical revision of the gestaltic perspective in order to create the basis of a coherent Gestalt Psychopedagogy by integrating the contributions of Gestalt psychology with the contributions of Gestalt therapy. Gestalt therapy perspective applied to teaching is often charged with theoretical superficiality because it neglects the theme of learning contents, because it distorts the class group transforming it into a psychotherapeutic group, because it underestimates performance in learning contents and it overestimates the relationship and communication: a beautiful climate is created in the classroom but nothing is learned. Because of this frame, which puts aside Gestalt theory on perception, intelligence, memory, creativity, insight, problem solving, the strength of Gestalt theory was decreased and reduced to a nice humanistic technique centered on authentic and personal communication.

In managing all theoretical Gestalt contributions, both from the Gestalt psychology side and the Gestalt therapy side, it is easier to expand them in a psychopedagogical perspective. Some contributions that we could apply immediately to education include: the theory of the organism-environment-field, learning as a creative adaptation, learning and teaching as experiences of contact, group dynamics according to the field theory of K. LEWIN, the laws of gestaltic organization (figure-background effect, VON RESTORFF effect, the tendency to the completion, the good continuation, the good form, the pregnancy, remodelling and problem solving, insight, productive thought (M. WERTHEIMER), memory as rearrangement (G. KATONA). The integration of Gestalt psychology and Gestalt therapy can produce a new theory, that we could call Gestalt Psychopedagogy, a theory that takes an interest in the specific way of teaching and learning processes and of educational relationship. The main objective is to make finally possible learning as a real experience, an authentic experience of contact with the environment and with others, an experience of creativeness and of 'formation'.

To demonstrate how this psychopedagogical theory of Gestalt could be developed in practice, this lecture examines and discusses eight key concepts:

1. Creative adaptation as a value and objective of the education itself.

2. Learning in the Organism-Environment Field.

3. The need for learning.

4. Insight and learning.

5. The classroom group as a resource for learning together.

6. The laws of gestaltic organization applied to didactics.

7. Knowledge as remodelling and rebuilding.

8. Priority of educational relationship over didactics.

Gestalt theory is focused on the experience of contact that occurs in the here and now. It considers with interest the life space of teachers as well as students. It takes interest in the complexity of experience, without neglecting anything, but accepting and amplifying all that emerges. The fundamental objective of this approach is the creative adaptation of each individual within the Organism-Environment Field. In the gestaltic perspective the organismic needs of man, the authentic needs of autorealization, are respected. It stimulates learning as experience and the experience as a source of learning. It appreciates the affections and meaning that we attribute to what we learn. Knowledge is conceived as a continuous organisation and rearrangement of information according to needs, purposes and meanings. It asserts that learning is not accumulation, but remodelling or insight. Autonomy and freedom of the student is stimulated by the teacher. The time necessary for assimilation and for cognitive and existential remodelling is respected. Didactic contents are proposed not for being introjected or swallowed but for having them chewed, destructured and assimilated. The contact experience between teachers and students is given value: an authentic meeting based on sharing ideas and affections.

E-mail: mpolito@keycomm.it

 

Beiträge der Gestalttheorie zur Erleichterung von Lehr- und Lernprozessen

Mario Polito, Asiago Abstract zum Vortrag

Kurt LEWIN sagte: "Nichts ist so praktisch wie eine gute Theorie". Die Gestalttheorie ist eine gute Theorie, die Lern- und Lehrprozesse erleichtern und sowohl die erzieherische Beziehung, als auch die Didaktik erneürn könnte.

Durch die Erweiterung der Beiträge der Gestalt-Psychologie (W. KÖHLER, M. WERTHEIMER, K. KOFFKA, W. METZGER, G. KATONA, K. LEWIN) und der Gestalt-Therapie (F.S. PERLS, R.F. HEFFERLINE, P. GOODMAN, 1951) kann eine Gestalt-Psychopädagogik ausgearbeitet werden. Von der Anwendung der Gestalttheorie auf das klinische Feld könnte ein fruchtbarer Transfer in das erzieherische Feld stattfinden. Es hat bereits verschiedene Versuche eines solchen Transfers gegeben (z.B. FUHR, BROWN, V. OAKLANDER), diese waren jedoch darauf beschränkt, einige ausgewählte grundlegende Themen der Gestalt-Therapie auf das pädagogische Feld zu übertragen, z.B. den Kontaktzyklus, die persönliche und authentische Kommunikation, das Hier-und-Jetzt-Prinzip und einige Techniken der Gestalt-Therapie, wie etwa den bekannten 'Dialog mit dem leeren Stuhl'. Anders gesagt, es wurden Elemente der Gestalt-Therapie auf das Lehren angewandt, ohne sie theoretisch zu reflektieren und in kohärenter Weise umzuformen, ohne eine angemessene pädagogische Umformung dessen auszuarbeiten, was die Theorie und Praxis der Gestalt-Therapie im pädagogischen Feld beizutragen hat.

Dieser Vortrag zielt darauf ab, zu zeigen, dass es durchaus möglich ist, zu einer theoretischen Revision der Gestalt-Perspektive fortzuschreiten, um die Grundlage für eine kohärente Gestalt-Psychopädagogik zu schaffen, indem die Beiträge der Gestalt-Psychologie mit den Beiträgen der Gestalt-Therapie integriert werden.

Die Anwendung von Gesichtspunkten der Gestalt-Therapie auf das Lehren ist oft mit einer theoretischen Oberflächlichkeit behaftet, weil sie das Thema der Lerninhalte vernachlässigt, die Klassengemeinschaft in eine psychotherapeutische Gruppe ummodelt, die Frage der Leistung hinsichtlich der Lerninhalte unterschätzt und die Beziehung und Kommunikation überbetont: Es wird ein schönes Klima im Klassenzimmer geschaffen, aber nichts gelernt. In diesem Rahmen, der die gestalttheoretischen Beiträge zur WahrneDmung, zum Gedächtnis, zur Kreativität, zur Einsicht, zur Problemlösung nicht beachtet, bleibt das Potential der Gestalttheorie ungenutzt und wird sie auf eine nette humanistische Technik reduziert, die auf authentische und persönliche Kommunikation zentriert ist.

Bezieht man alle theoretischen Gestalt-Beiträge mit ein, sowohl die der Gestalt-Psychologie, als auch die der Gestalt-Therapie, ist es leichter, sie in Richtung einer psychopädagogischen Perspektive zu erweitern. Ich nenne hier nur einige dieser Beiträge, die sich unmittelbar in das Feld der Erziehung einbringen ließen: die Theorie des Organismus-Umwelt-Feldes, Lernen als kreative Anpassung, Lernen und Lehren als Kontakterfahrung, Gruppendynamik im Sinne der Feldtheorie von K. LEWIN, die Gestaltgesetze (Figur-Grund-Effekt, VON RESTORFF-Effekt, Tendenz zur Vervollständigung bzw. Vollendung, gute Fortsetzung, Prägnanz, Umformung und Problemlösung, Einsicht, produktives Denken (M. WERTHEIMER), Gedächtnis als Umorganisation (G. KATONA).

Die Integration der Gestalt-Psychologie und der Gestalt-Therapie kann in eine neü Theorie münden, die wir Gestalt-Psychopädagogik nennen könnten, eine Theorie, die der spezifischen Weise der Lehr- und Lernprozesse und der erzieherischen Beziehung zu ihrem Gegenstand macht. Das Ziel dabei wäre, Lernen als wirkliche Erfahrung, als authentische Kontakterfahrung mit der Umwelt und mit den anderen, als Erfahrung der Kreativität und der 'Bildung' zu ermöglichen.

Um zu zeigen, wie eine solche Gestalt-psychopädagogische Theorie in der Praxis entwickelt werden könnte, untersucht und diskutiert dieser Vortrag acht Schlüssel-Konzepte:

1. Kreative Anpassung als eigenständiger Wert und Ziel der Erziehung.

2. Lernen im Organismus-Umwelt-Feld.

3. Das Lern-Bedürfnis.

4. Einsicht und Lernen.

5. Die Klassengemeinschaft als eine Resource für gemeinschaftliches Lernen.

6. Anwendung der Gesetze der gestalthaften Organisation auf die Didaktik.

7. Wissen als Umformung und Neuaufbau.

8. Die Priorität der erzieherischen Beziehung gegenüber der Didaktik.

Die Gestalt-Theorie fokussiert auf den Kontakt im hier und jetzt. Ihr Interesse gilt dem Lebensraum des Lehrers genauso wie dem des Schülers. Sie interessiert sich für die Komplexität der Erfahrung, ohne irgendetwas gering zu achten, sie nimmt alles, was auftaucht, an und erweitert es. Das grundlegende Ziel dieses Ansatzes ist die kreative Anpassung des Individuums im Organismus-Umwelt-Feld. Aus Gestalt-Sicht sind die organismischen Bedürfnisse des Menschen, sein authentisches Bedürfnis nach Selbstverwirklichung zu respektieren. Lernen als Erfahrung und Erfahrung als Qülle des Lernens werden stimuliert. Dieser Ansatz würdigt die Affekte und Bedeutungen, die wir mit dem, was wir lernen, verbinden. Wissen wird als ständige Organisation und Umformung von Information entsprechend den Bedürfnissen, Zwecken und Bedeutungen verstanden. Der Ansatz vertritt die Auffassung, dass Lernen nicht in der Anhäufung von Detailwissen, sondern in Umformung und Einsicht besteht. Selbständigkeit und Freiheit des Schülers werden vom Lehrer gefördert. Die für das Assimilieren und die kognitive und existentielle Umformung erforderliche Zeit wird respektiert. Didaktische Inhalte verfolgen nicht den Zweck, introjiziert oder geschluckt zu werden, sondern gekaut, destrukturiert und assimiliert zu werden. Auf die Erfahrung des Kontakts zwischen Lehrer und Schüler im Sinne einer authentischen Begegnung auf Grundlage des Austauschs von Ideen und Affekten wird großer Wert gelegt.

E-mail: mpolito@keycomm.it

 

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