Egli si meravigliò che Io lo conoscessi, cioè sapessi com'era. Per confermare la sua meraviglia, gli dissi che lo avevo visto mentre si trovava sotto un albero di fico.  Natanaele  "capì"  alla perfezione.
    E stavolta, disse ben altra cosa:
  "Rabbì,  ( che vuo dire
maestro ) tu sei il Figlio di Dio ( e non si sbagliava!),
tu sei il Re di Israele!"  ( Beh,
re lo ero e lo sono, di tutto l'universo, ma non ci tenevo che mi dicessero il re di Israele). Al che Io affermai che avrebbero visto cose più grandi ancora, per esempio vedere i cieli aperti
e gli angeli salire e scendere su di me.

  Tre giorni dopo, mentre me ne andavo lungo il mare, li rividi, i due fratelli, Simone e Andrea, alle prese con le loro reti. Dissi loro di  "seguirmi", il che essi subito fecero. 
  Più in là ne vidi altri due, anch'essi fratelli tra loro, Giacomo e Giovanni: chiamai anche loro. E anche questi si misero con me, lasciando  loro padre sulla barca, insieme a dei giovani, loro impiegati.

  Dopo questi fatti, ecco che vengo invitato ad un banchetto di nozze a Cana, un paesino della Galilea nel nord della Palestina. Ci vado con i miei nuovi amici.    ( Qua sopra, sulla destra, in primo piano, i giovani sposi ).

1