VIII | |||
L’otto
sorge dalla duplicazione del quaternario, ed è il primo numero cubico
dopo l’unità. Si considera l’ottagono, che lo rappresenta geometricamente,
come la forma di transizione per eccellenza fra il quadrato e il cerchio,
e pertanto come un intermediario fra la Terra e il Cielo. Si dice che per
realizzare la quadratura del cerchio, "dall’unità celeste
al quadrato degli elementi terrestri", è necessario passare
per l’ottagono, simbolo di transizione fra questi due diversi stati dell’essere.
La Gloria di Dio emana da Hod in Atsiluth, sfera a cui le si assegna l’ Otto di Bastoni. Come succede con tutte le sefiroth della Colonna del Rigore (3, 5 e 8), questa energia è considerata come un potere rigoroso e "negativo" che tuttavia occulta una luce. Si tratta di forze rigeneratrici che conducono a stati superiori di coscienza. L’ Otto di Spade, Hod in Beriah, rappresenta l’archetipo di Mercurio, che colleghiamo con Hermes e Thoth, e che si identifica anche con il Wotan scandinavo, dio messagero, giovanile, agile e veloce. È carta associata al rito, la cui reiterazione "rinnova" l’uomo e il Mondo, in quanto rigenera il tempo e riporta allo stato virginale delle origini. Viene anche associata all’energia intellettuale e alla trasmutazione che si opera nell’interiorità dell’Iniziato quando questi si separa dei suoi "ego" individuali, molteplici e transitori, e raggiunge la connessione con altre realtà. Hod in Yetsirah è un’energia rigeneratrice dello psichismo, il quale come già si è detto, si considera un mondo intermedio o animico. L’Otto di Coppe si riferisce alle influenze psichiche o astrali di Mercurio, penetranti e rapide, portatrici di messaggi, ordinatrici dell’intelligenza ed equilibratrici. Hod in Asiyah è il nome della sfera a cui appartiene l’ Otto di Denari. È carta di cambi rapidi, di trasformazioni fisiche e di annunci riferiti a questioni materiali. |
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