INTRODUZIONE
Il rumore negli ambienti di lavoro è ormai diventato uno dei
problemi più importanti tra quelli compresi nell’igiene del lavoro. La continua
meccanizzazione della produzione con l’introduzione di processi tecnologici continui ha portato
al moltiplicarsi delle fonti di rumore e ad un aumento della percentuale di lavoratori esposti
a questo fattore di rischio. Il rumore è causa di danno (ipoacusia, sordità) e comporta la
malattia professionale statisticamente più significativa.
Da qui la crescente attenzione al problema, prestato da tecnici e legislatori, volta alla
prevenzione e alla bonifica degli ambienti di lavoro inquinati. Vanno ad incidere negativamente a carico dell'organo
dell'udito provocando all'inizio fischi e ronzii alle orecchie con una iniziale transitoria riduzione
della capacità uditiva e successiva sordità, che in genere è bilaterale
e simmetrica. uno stato di sordità temporanea con recupero della sensibilità
dopo riposo notturno in ambiente silenzioso;
Lo sviluppo tecnologico, con il relativo aumento esponenziale del rischio da
esposizione, non e’ stato seguito da adeguate misure preventive.
Come rumore può essere indicato qualsiasi suono indesiderabile.
Tuttavia, e’ impossibile stabilire in via teorica se una vibrazione meccanica percettibile
con l’udito sarà per l'ascoltatore un suono o un rumore, in quanto tale giudizio
sarà soggettivo e pertanto variabile da persona a persona.
Il rumore come trasmissione di suoni e’ un fenomeno vibratorio. I parametri
più importanti per la misurazione dell’onda sonora sono l’ampiezza
(rappresenta il valore che assume la pressione) e la frequenza (numero di oscillazioni compiute
dalla vibrazione in un secondo). Il suono viene misurato in decibel per quel che riguarda la
pressione sonora e in hertz per quel che riguarda la frequenza.
L’orecchio umano trasmette i rumori al cervello che li elabora per estrarne
delle informazioni utili al soggetto per la comunicazione tra gli individui.
Il tempo di esposizione e la pressione sonora sono fattori fondamentali per
definire l’azione biologica del rumore stesso.
Data la complessità dell’azione biologica del fenomeno rumore, altri parametri possono
influenzare la sua azione quali, la distribuzione delle frequenze o le caratteristiche proprie
degli individui.
Gli effetti nocivi che i rumori possono causare sull'uomo dipendono da tre
fattori: intensità del rumore, frequenza del rumore e durata nel tempo dell’esposizione
al rumore.
Questi effetti possono esser distinti in:
Effetti uditivi
Il rumore agisce sull’orecchio umano causando secondo la natura e l’intensità
della stimolazione sonora:
uno stato di fatica con persistenza della riduzione della sensibilità e disturbi nell’udibilità della voce di conversazione per circa 10 giorni;
uno stato di sordità da trauma acustico cronico con riduzione dell'intelligibilità del 50%.
Insonnia, facile irritabilità diminuzione della capacità di concentrazione sino a giungere ad una sindrome ansioso-depressiva, aumento della pressione arteriosa, difficoltà digestiva, gastriti od ulcere, alterazioni tiroidee, disturbi mestruali, ecc.
I PRINCIPI DELLA PREVENZIONELa prima cosa da fare è ridurre i livelli di rumore.
E’ necessario ridurre il rumore alla fonte, cioè progettare ed
acquistare macchine con la più bassa emissione di rumore.
Limitare la propagazione delle onde sonore, isolando la sorgente sonora
utilizzando per le pareti, i muri ed i soffitti degli ambienti di lavoro dei materiali
assorbenti.
Limitare il tempo di esposizione del lavoratore.
Protezione del lavoratore o con ambienti cabinati o mediante protezioni
individuali quali cuffie (abbattono circa di 20 db l'intensità dello stimolo sonoro)
o tappi alle orecchie.
I lavoratori esposti ad un livello sonoro elevato devono essere sottoposti
a sorveglianza sanitaria.
I lavoratori la cui esposizione quotidiana personale al rumore supera
gli 85 decibel, indipendentemente dall'uso dei mezzi individuali di protezione, sono
sottoposti a visita medica preventiva integrata dall’esame della funzione uditiva
(per valutare l'idoneità del lavoratore alla mansione), da ripetere periodicamente.
I locali, in cui le lavorazioni comportano un'esposizione personale
superiore ai 90 decibel, sono provvisti di apposita segnaletica ed eventualmente,
qualora il rischio lo giustifichi, sono perimetrati per una limitazione d'accesso.
Valutazione del rumore durante il lavoro (art. 40 D. Lgs. n. 277/1991).
Le norme del capo IV del D.Lgs. 277/91 sono dirette alla protezione dei
lavoratori contro i rischi per l'udito e, laddove sia espressamente previsto, contro i rischi
per la salute e la sicurezza derivanti dall'esposizione al rumore durante il lavoro (art. 38).
Si ribadisce che sono soggette all'obbligo di valutazione del rischio da rumore
le attività che si svolgono in tutte le aziende nelle quali operano lavoratori subordinati
o ad essi equiparati ai sensi dell'art. 3 del D.P.R. 303/56.
Sono escluse dall'obbligo le attività riportate
all'art. 2 del D.Lgs. 277/91 (lavoratori della navigazione marittima e aerea) e per le quali
si rinvia alla previsione di specifica decretazione da parte del Ministero competente.
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