Chiesa Ipogeica di S. Posidonio
(in contrada Carucci)



Chiesa ipogeica cui si accede a mezzo di una scala a due rampe per complessivi nove gradini. Orientamento a SE. Ingresso a Ovest, con porta architravata; sullo stipite sinistro numerose croci graffite. Impianto a due navate, di cui quella di sinistra termina con un abside a calotta nel cui centro è un altare a dado; quella destra sbocca in una vasta cavità naturale, vagamente ellittica, nella quale è stata scavata artificialmente una grande nicchia a tutto sesto a base ortogonale. Potente strato di interramento.

Il bema è attualmente a cielo aperto per la caduta di un tetto, probabilmente ligneo, che copriva il vano quadrangolare. Si può pensare però anche ad una copertura a trullo o ad una cupola emisferica, raffrontabile con quella parzialmente superstite della chiesa ipogeica di San Gregorio a Mottola, di cui non parlano gli Autori che ne hanno trattato.

Notevole era l'arredo pittorico, costituito da affreschi databili al XIII e XIV secolo, tutti con iscrizioni in Greco, alcuni dei quali trafugati dopo il 1980:

  1. Nicchia a sinistra dell'ingresso: Trittico con Santa Anonima, Santo non identificabile ed iscrizione per un S. Posidonio (POSIDONIOS) la cui figura era già da tempo scomparsa per la caduta dell'intonaco.
  2. Archivolti sulla nicchia precedente e sul passaggio verso il bema: quattro clipei (due dei quali già assai scarsamente visibili, tanto che non furono notati da Abatangelo) con immagini di Santi. I due visibili prima del furto (identificati dai precedenti Autori come Biagio e Atanasio) rappresentavano invece i fratelli cappadocesi Elasippo (ELASIPOS) e Melesippo (MELESIPOS) martiri insieme a Speusippo e Neonilla, probabilmente rappresentati nei clipei già precedentemente evanidi.
  3. Nicchia Sud della navata destra: San Nicola, con resti di iscrizione dedicatoria.
  4. Intradosso del primo arco fra le due navate: San Damiano (DAMIANOS) e resti di un probabile San Cosma.
  5. Calotta absidale: resti di Pantocrator con Déesis.
  6. Tracce di affreschi in varie parti del bema.

Nel bema stesso era allogata una iconostasi lignea, di cui residuano tracce sulle pareti e sul soffitto. Interessante era la presenza di figure di Santi decisamente non comuni. In nessuna chiesa rupestre pugliese, infatti, ad eccezione di questa, si trova raffigurato San Posidonio, così come in nessun altra si rinvengono immagini dei Santi Elasippo e Melesippo.

Per il San Posidonio la spiegazione può trovarsi nel fatto che un Santo con tale nome venne traslato nel IX secolo dall'Apulia in Mirandola (F. Lanzoni, Le Diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII, vol. II, Faenza 1927, pp. 797-801).

Più difficile a spiegarsi la presenza di Elasippo e Melesippo, il cui culto è scarsamente attestato fuori dalla Cappadocia (J. M. Sauget, in Biblioteca Sanctorum, XI, coll. 1349-50).

da "Il Territorio Nord del Comune di Massafra"
di R. Caprara, C. Crescenzi, M. Scalzo
Firenze-Massafra 1983

Pianta della chiesa ipogeica di S.Posidonio Massafra Sezioni della chiesa ipogeica di S.Posidonio Massafra

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