Per comprendere il testo è necessario consultare il file video!

Intervista a Pesenti on-line

Scarica file per la consultazione off-line

Commento

Da quanto avete ascoltato si comprende bene che Pesenti ha impostato sin dall'inizio il suo rapporto con il progetto Demetra in termini aggressivi. In buona sostanza questa intervista appare paradigmatica del modo in cui ha affrontato, nel corso di anni e nella sua funzione e ruolo di magistrata dei minorenni e di membra della Commissione che ha avuto il compito di monitorare l'esperienza, l'affaire "Centro di pronta accoglienza per minori vittime di violenza intrafamiliari". Ma l'elemento di aggressività non preoccuperebbe più di tanto se fosse per lo meno e comunque sorretta da sufficiente lucidità di pensiero e dalla capacità di acquisire correttamente i dati, gli elementi che si vorrebbero poi analizzare, valutare e quindi giudicare. Purtroppo Pesenti in questa intervista è apparsa confusa ed ha fatto in effetti molta confusione, finendo a dire solo sciocchezze. Se all'avversione verso un progetto non seguono concetti ed argomentazioni chiare il rischio di sbagliare è infinitamente maggiore se confrontata ad un'azione condotta con "urgenza", cara la mia signora Pesenti!

Per capirci meglio: Pesenti si è presentata a questa intervista sprovveduta del minimo di conoscenza di quanto il progetto Demetra contemplasse. Questo le fa affermare che il programma di sensibilizzazione attuato nella Scuola è una risposta intelligente (oltremodo intelligente perché si sviluppa su tempi medio-lunghi) al problema delle violenze sui bambini. Ma lei non ha capito un acca né del programma attuato nelle scuole, né del progetto di Demetra. Questo è il motivo che le fa fare confusione. Il programma attuato nelle scuole era/è in gran parte rivolto al personale insegnante al quale si è cercato di dare degli strumenti d'interpretazione, di rilevamento e d'inquadramento psicologico-giuridico-istituzionale del fenomeno. In minima parte è stato affrontato anche il problema della sensibilizzazione, rispetto ai propri diritti, dei bambini (proiettando "Grida il tuo no!", distribuendo opuscoletti come "Occhio" di Pro Juventute, promovendo discussioni di gruppo con gli insegnanti, invitando giovani e adulti a vedere lo spettacolo teatrale "Fenix", ecc.). Ma in entrambi i casi, sensibilizzazione del personale insegnante, sensibilizzazione dei bambini, il riferimento era ad una violenza generale di tipo pedofilo (subita esternamente alla famiglia) o di tipo intrafamiliare (maltrattamento o incesto) e lei ha fatto confusione e su questa confusione ha fondato il suo deliberato attacco a Demetra. Il progetto di Centro si riferiva e si riferisce a bambini gravemente maltrattati e abusati in famiglia. Voglio essere chiaro così forse si comprende ancor meglio l'enormità del suo errore. Il Centro Demetra ha accolto bambini stuprati da un parente, il più delle volte il padre, bambini che hanno subito porcherie di ogni genere, bambini che hanno subito torture psicologiche e fisiche inimmaginabili, per anni. Lei di questi bambini cosa farebbe? Gli darebbe in mano il libretto "Occhio!" e gli direbbe "adesso torna pure a casa e leggilo che ti farà bene! poi ci rivediamo quando sarai più grande!" E si, signora Pesenti, lei ha affermato anche questa assurdità e lo ha fatto di fronte ai membri della Commissione LAV e ai rappresentanti di Demetra: inutile aprire un Centro di pronta accoglienza perché tanto prima dell'adolescenza non si riescono individuare le situazioni di maltrattamento o abuso sessuale. Purtroppo per lei, esperienze cliniche in abbondanza dimostrano esattamente il contrario di quanto ha affermato. Se si lavora bene è possibile la diagnosi precoce anche dei maltrattamenti e degli abusi sessuali. Basta volerlo ed avere le necessarie competenze, quelle che evidentemente sono mancate, per motivi vari, a lei e a tutta una serie di altre persone!

Quindi, tornando alla mia osservazione, non esiste la relazione che lei ha voluto tracciare fra quanto si faceva nelle scuole e quanto proponeva Demetra. Il programma nelle scuole affrontava un aspetto del problema, Demetra ne affrontava un altro. La relazione c'è soltanto se si assume il fatto che una sensibilizzazione al personale operante in una scuola possa portare ad una maggior capacità d'individuazione della sofferenza del minore e se questa sofferenza è causata da una grave situazione familiare, come quelle sopra descritte, ci sta magari che il Centro di pronta accoglienza possa anche essere di aiuto, più che cosa inutile o frutto di fanatismo come lei voleva e vuol far credere. Non pensa?

Demetra non ha proposto alcunché di allarmante o di urgente. Questi, l'allarme e l'urgenza, li ha visti soltanto lei nel momento in cui qualcuno veniva a fare ombra (e non ci voleva granché) alla sua immagine di "esperta", proponendo finalmente non solo parole ma anche qualche fatto concreto per chi quella violenza è purtroppo costretta a subirla quotidianamente. Il progetto di Centro elaborato da Demetra si basa su elementi scientifici di natura teorica e di natura pratica che hanno prodotto un modello e quindi un'esperienza clinica, terapeutica ed educativa, solidissima. E' il frutto dello studio del modello e delle sua applicabilità al contesto ticinese effettuato da un importante numero di persone. Non è la risposta perfetta ma è una risposta seria al problema dei bambini vittime di violenza.

La stessa esperienza clinica ha prodotto una moltitudine di pubblicazioni scientifiche e se si fosse data la pena di leggere qualcosa a questo riguardo sarebbe riuscita a capire il perché di un centro specialistico e forse non saremmo arrivati al punto in cui si arriva oggi: si chiude un Centro, si getta tutto dalla finestra e nel peggiore dei modi, per risparmiare qualche soldo e far ripiombare il Ticino, per quello che riguarda l'intervento sociale in favore di questi bambini, indietro nel tempo a quando molti, magari tutti sapevano, ma silenzio! che la tragedia abbia il suo corso senza disturbare alcuno. Lei purtroppo invece di coltivare conoscenza ha coltivato soltanto i suoi pregiudizi che hanno prodotto incredibili slogan - "la peggiore famiglia è meglio del miglior istituto" - e incomprensibili ammonimenti: "ricordiamoci di quanto è successo agli zingari".

 

[La storia di Demetra] [Comunicati e ultime] [Forum di discussione] [Invia un messaggio]

 

1