L'ESAME DI COSCIENZA

 

Il Rito del Sacramento della Penitenza o Riconciliazione, detto più comunemente "Confessione", rinnovato dal Concilio Vaticano II, richiama l'attenzione su due punti importanti, per aiutare a capire e fare l'esame di coscienza.

Possiamo riconoscere i nostri peccati solo confrontandoci con la Parola di Dio. Dice, infatti, la S.Scrittura: "La tua parola è luce ai miei passi e lampada al mio cammino" ( Salmo 118,105 ). Dall'ascolto della Parola nasce e si sviluppa la contrizione, da cui dipende il vero pentimento. Perciò il modo migliore per iniziare l'esame di coscienza è quello di leggere un passo della Bibbia, o meditare anche solo un versetto che ci ha particolarmente colpito.

E' bene, poi, all'inizio della celebrazione, segnalare al sacerdote il passo biblico su cui si è riflettuto e pregato.

Riconosciamo i nostri peccati quando riflettiamo sull'amore di Dio. Non ci rivolgiamo, infatti, a un giudice spietato ma al Signore, il quale è un Padre che trabocca di amore per i suoi figli.

Ricordiamo il figlio prodigo della parabola (Luca 15, l 32): quando si rende conto di essersi comportato male (Padre, ho peccato contro di te) e decide di fare ritorno a casa, quand'era ancora lontano, il padre lo vide e, commosso, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò (Luca 15,18-20).

Ecco una guida che potrebbe essere di aiuto.

Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutte le tue forze (Deuteronomio 6,5)

Signore, spesso trascuro la preghiera, oppure prego solo per chiedere; ogni tanto tralascio la messa domenicale, o vi partecipo distratto; non do tempo al silenzio e all'ascolto della Parola.

Signore, manco anche di amore verso la Chiesa, pur sapendo che, prima di essere una organizzazione umana, essa è il corpo di Cristo.

Signore, pietà.

Voi dite: Tutto è lecito! D'accordo, ma è tutto utile? Certamente tutto è lecito, ma non tutto serve al bene della comunità. Nessuno pensi a se stesso, ma agli altri. (1 Corinzi 10,23-24

Signore, devo interrogarmi sull'uso che faccio dei beni materiali, delle capacità intellettuali e spirituali che mi hai donato: li utilizzo per il bene comune, mettendoli al servizio degli altri, oppure in modo egoistico?

Signore, mi hai dato un corpo dotato di sensi, che mi permettono di entrare in relazione con gli altri: lo rispetto per quello che esso è, cioè l'immagine e riflesso di Te, oppure mi lascio andare e cedo alla tentazione dell'impurità con pensieri e azioni.

Signore, accade che gli avvenimenti della vita quotidiana m'inducano a pensare che l'unico modo di comportarmi sia quello della violenza, dell'odio, della disonestà. Reagisco a questa tentazione?

Signore, pietà,

Se uno dice: Io amo Dio e poi odia suo fratello, è bugiardo. Infatti se uno non ama il prossimo che si vede, certo non può amare Dio che non si vede. (1 Giovanni 4, 20

Signore, vivo con i miei familiari, ma non mi curo di loro: nutro sentimenti di indifferenza, di rancore, desideri di vendetta e manco di pazienza.

Signore, ci sono, poi, i colleghi di lavoro, i vicini di casa, gli amici, le persone che incontro ... : li considero come fratelli e sorelle da amare, o mi accade di trattarli con indifferenza, oppure di cedere alla maldicenza, se non proprio alla calunnia nei loro confronti?

Signore, tu mi chiami alla condivisione ... Condividere vuoi dire aprirsi agli altri e non ripiegarsi sui problemi personali; condividere significa assumersi gli impegni professionali, quelli civici per il bene del Paese e quelli derivanti dall'adesione alle associazioni di cui faccio parte...

Signore, tu sei il Dio fedele: sono io fedele al mio matrimonio e ai doveri familiari? Sono fedele verso gli amici, il mio datone di lavoro o i miei clienti? Sono fedele verso la società? Pago le tasse? E verso la Chiesa? Sento come miei i suoi problemi e la sua missione? Contribuisco, anche economicamente, alle sue necessità?

Signore, pietà

In verità vi dico che tutto quel che non avete fatto a uno di questi fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. ( Matteo 25,45)

Signore, ci sono anche i peccati di omissione cioè, quelli che commetto "tirandomi indietro", evitando o facendo finta di non vedere le necessità e la disperazione degli altri...

Talvolta faccio fatica ad accorgermi, altre volte mi metto l'anima in pace pensando che è impossibile cambiare le cose ... Così mi adeguo al modo di pensare e di fare della maggioranza, quando non arrivo a sostenere che, dal momento che la legge le permette, certe situazioni sono " morali.

Signore, pietà.

Signore, ti ringrazio d'avermi rivelato che non sei venuto per i sani, ma per gli ammalati; Tu non sei venuto per i giusti, ma per i peccatori.

Ti ringrazio di avermi offerto il ministero della Chiesa per il perdono dei peccati, attraverso l'assoluzione sacramentale.

Sii nel mio cuore e sulle mie labbra, perché possa riconoscere davanti a Te il mio peccato con fiducia e speranza.

Completata la preparazione, ti presenti al sacerdote, come a Gesù stesso, non tanto col sacco pieno da vuotare, quanto col secchio vuoto, per attingere da Lui pienezza di misericordia e di grazia, per rinnovare la tua vita.

CAMMINO DI CONVERSIONE

 Il sacramento celebrato con le dovute disposizioni ci ottiene il perdono di tutti i peccati; restano, però, le conseguenze ( p.c.: ho rubato? devo restituire; ho calunniato? devo riparare; ... ).

Dobbiamo, inoltre, fare penitenza, per correggerci. Non dimentichiamo che con il peccato offendiamo Dio, tutti gli uomini e tutto il creato.

Come fare penitenza?

S. Giovanni Crisostomo ci suggerisce cinque vie:

- Riconoscere la gravità dei propri peccati e detestarli, come offesa a Dio: "Padre, ho peccato contro di te"(Luca 15,18).

- Perdonare le offese ricevute: "Se perdonerete agli uomini, il Padre vostro celeste perdonerà a voi "(Marco 11,259.)

- Pregare con fervore e con fiducia: "... per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati "( Siracide 28,2)

- Fare elemosine: "L'elemosina purifica da ogni peccato"(Tobia 12,9); " L'acqua spegne a fuoco acceso, l'elemosina espia il peccato" ( Siracide 3,29 ).

- Esercitare l'umiltà: riconoscerci per quello che siamo, senza vantarci o vanagloriarsi delle nostre capacità, dei nostri successi... senza cercare di spuntarla ad ogni costo.. "Signore, abbi pietà di me peccatore "(Luca 18,13) ; " Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi.. Se riconosciamo i nostri peccati, Dio fedele e giusto ci perdonerà e ci purificherà da ogni colpa "    (1 Giovanni 1,9).

Schema preso dal Santuario del Rimedio

 

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