La Comunione Eucaristica è l'atto con
cui il fedele si unisce al Sacrificio incruento della Messa,
nutrendosi della stessa Vittima divina in esso immolata.
Ecco le parole di Pio XII, tratte
dall'Enciclica «Mediator Dei»:
«L'augusto Sacrificio dell'altare si
conclude con la Comunione del divino convito. Ma, come tutti sanno, per avere l'integrità
dello stesso Sacrificio, si richiede soltanto che il sacerdote si nutra del cibo celeste,
non che anche il popolo - cosa, del resto, sommamente desiderabile - acceda alla santa
Comunione.
Ci piace, a questo proposito, ripetere le considerazioni
del Nostro Predecessore Benedetto XIV sulle definizioni del Concilio di Trento: "In
primo luogo [
] dobbiamo dire che a nessun fedele può venire in mente che le
Messe private, nelle quali il solo sacerdote prende l'Eucaristia, perdano perciò il
valore del vero, perfetto ed integro Sacrificio istituito da Cristo Signore e siano,
quindi, da considerarsi illecite. Né i fedeli ignorano - almeno possono facilmente essere
istruiti - che il Sacrosanto Concilio di Trento, fondandosi sulla dottrina custodita nella
ininterrotta Tradizione della Chiesa, condannò la nuova e falsa dottrina di Lutero ad
essa contraria". "Chi dice che le Messe nelle quali il solo sacerdote
comunica sacramentalmente sono illecite e perciò da abrogarsi, sia anatema" .
Si allontanano dunque dal cammino della verità coloro i
quali si rifiutano di celebrare se il popolo cristiano non si accosta alla mensa divina; e
ancora di più si allontanano quelli che, per sostenere l'assoluta necessità che i fedeli
si nutrano del convito Eucaristico insieme col sacerdote, asseriscono, capziosamente, che
non si tratta soltanto di un Sacrificio, ma di un Sacrificio e di un convito di fraterna
comunanza, e fanno della santa Comunione compiuta in comune quasi il culmine di tutta la
celebrazione.
Si deve, difatti, ancora una volta notare che il
Sacrificio Eucaristico consiste essenzialmente nella immolazione incruenta della Vittima
divina, immolazione che è misticamente manifestata dalla separazione delle sacre specie e
dalla loro oblazione fatta all'Eterno Padre. La santa Comunione appartiene alla integrità
del sacrificio, e alla partecipazione ad esso per mezzo della comunione dell'Augusto
Sacramento; e mentre è assolutamente necessaria al ministro sacrificatore, ai fedeli è
soltanto da raccomandarsi vivamente.
Come, però, la Chiesa, in quanto Maestra di verità, si
sforza con ogni cura di tutelare l'integrità della fede cattolica, così, in quanto Madre
sollecita dei suoi figli, vivamente li esorta a partecipare con premura e frequenza a
questo massimo beneficio della nostra religione.
Desidera innanzi tutto che cristiani - specialmente quando
non possono facilmente ricevere di fatto il cibo Eucaristico - lo ricevano almeno col
desiderio; in modo che con viva fede, con animo riverentemente umile e confidente nella
volontà del Redentore Divino, con l'amore più ardente, si uniscano a Lui.
Ma ciò non le basta. Poiché, difatti, come abbiamo sopra
detto, noi possiamo partecipare al Sacrificio anche con la Comunione sacramentale per
mezzo del convito del Pane degli Angeli, la Madre Chiesa, perché più efficacemente
"possiamo sentire in noi di continuo il frutto della Redenzione", ripete
a tutti i suoi figli l'invito di Cristo Signore: "Prendete e mangiate [
]
Fate questo in mia memoria" . Al qual proposito, il Concilio di Trento,
facendo eco al desiderio di Gesù Cristo e della sua Sposa immacolata, esorta ardentemente
"perché in tutte le Messe i fedeli presenti partecipino non soltanto
spiritualmente, ma anche ricevendo sacramentalmente l'Eucaristia, perché venga ad essi
più abbondante il frutto di questo Sacrificio". Anzi il nostro immortale
Predecessore Benedetto XIV, perché sia meglio e più chiaramente manifesta la
partecipazione dei fedeli allo stesso Sacrificio divino per mezzo della Comunione
Eucaristica, loda la devozione di coloro i quali non solo desiderano nutrirsi del cibo
celeste durante l'assistenza al Sacrificio, ma amano meglio cibarsi delle ostie consacrate
nel medesimo Sacrificio, sebbene, come egli dichiara, si partecipi veramente e realmente
al Sacrificio anche se si tratta di pane Eucaristico prima regolarmente consacrato. Così,
difatti, scrive: "E benché partecipino allo stesso Sacrificio, oltre quelli ai
quali il sacerdote celebrante dà parte della Vittima da lui offerta nella stessa Messa,
anche quelli ai quali il sacerdote dà l'Eucaristia che si suol conservare; non per questo
la Chiesa ha proibito in passato o adesso proibisce che il sacerdote soddisfi alla
devozione e alla giusta richiesta di coloro che assistono alla Messa e chiedono di
partecipare allo stesso Sacrificio che anch'essi offrono nella maniera loro confacente:
anzi approva e desidera che ciò sia fatto, e rimprovererebbe quei sacerdoti per la cui
colpa o negligenza fosse negata ai fedeli quella partecipazione ".
Voglia, poi, Dio, che tutti, spontaneamente e liberamente,
corrispondano a questi solleciti inviti della Chiesa; voglia Dio che fedeli, anche ogni
giorno se lo possono, partecipino non soltanto spiritualmente al Sacrificio Divino, ma
anche con la Comunione dell'Augusto Sacramento, ricevendo il Corpo di Gesù Cristo,
offerto per tutti allEterno Padre. Stimolate, Venerabili Fratelli, nelle anime
affidate alle vostre cure, l'appassionata e insaziabile fame di Gesù Cristo; il vostro
insegnamento affolli gli altari di fanciulli e di giovani che offrano al Redentore Divino
la loro innocenza e il loro entusiasmo; vi si accostino spesso i coniugi perché, nutriti
alla sacra mensa e grazie ad essa, possano educare la prole loro affidata al senso e alla
carità di Gesù Cristo; siano invitati gli operai, perché possano ricevere il cibo
efficace e indefettibile che ristora le loro forze e prepara alle loro fatiche la mercede
eterna nel cielo; radunate, infine, gli uomini di tutte le classi e "costringete a
entrare"; perché questo è il pane della vita del quale hanno tutti bisogno. La
Chiesa di Gesù Cristo ha a disposizione solo questo pane per saziare le aspirazioni e i
desideri delle anime nostre, per unirle intimamente a Gesù Cristo, perché, infine, per
esso diventino "un solo corpo" e si affratellino quanti siedono alla
stessa mensa per prendere il farmaco della immortalità con la frazione di un unico pane.
È assai opportuno, poi - il che, del resto, è stabilito
dalla Liturgia - che il popolo acceda alla santa Comunione dopo che il Sacerdote ha preso
dall'altare il cibo divino; e, come abbiamo scritto sopra, sono da lodarsi coloro i quali,
assistendo alla Messa, ricevono le ostie consacrate nel medesimo Sacrificio, in modo che
si verifichi "che tutti quelli che, partecipando a questo altare, abbiamo ricevuto
il sacrosanto Corpo e Sangue del Figlio tuo, siamo colmati d'ogni grazia e benedizione
celeste".
Tuttavia, non mancano talvolta le cause, né sono rare,
per cui venga distribuito il pane Eucaristico o prima o dopo lo stesso Sacrificio, e anche
che si comunichi - sebbene si distribuisca la Comunione subito dopo quella del sacerdote -
con ostie consacrate in un tempo antecedente. Anche in questi casi come, del resto,
abbiamo ammonito prima il popolo partecipa regolarmente al Sacrificio Eucaristico e può
spesso con maggiore facilità accostarsi alla mensa di vita eterna. Che se la Chiesa, con
materna accondiscendenza, si sforza di venire incontro ai bisogni spirituali dei suoi
figli, questi nondimeno, da parte loro, non devono facilmente sdegnare tutto ciò che la
sacra Liturgia consiglia, e, sempre che non vi sia un motivo plausibile in contrario,
devono fare tutto ciò che più chiaramente manifesta all'altare la vivente unità del
Corpo».
San Tommaso riassume mirabilmente i tre
significati della Santissima Eucaristia nell'Antifona O sacrum convivium:
«O sacro convivio, in cui si riceve Cristo!
Si venera la memoria della sua Passione, l'anima è colmata della Grazia e ci viene dato
il pegno della gloria futura».
a. memoria della Passione
b.
fonte di Grazia
c.
pegno della gloria futura
Effetto principale della Comunione è
l'unione a Cristo, nutrimento dell'anima (Joh. VI, 50-57). San Tommaso (Summa
Theol., III, q. 79 a. 1) paragona gli effetti spirituali dell'Eucaristia agli effetti
prodotti sulla vita del corpo dagli alimenti.
Essa sostiene la vita della Grazia e
la preserva dalla morte; l'aumenta incessantemente e senza limitazioni; ripara
i difetti della salute spirituale. In un'anima generosa che ama veramente, produce una
sorta di diletto spirituale.
La Comunione ha anche effetti secondari:
a. placa le passioni e diminuisce la
concupiscenza
b. preserva dal peccato
mortale
c. rimette i peccati veniali
d. rimette, parzialmente o totalmente, la pena dovuta al peccato
DISPOSIZIONI SPIRITUALI E
CORPORALI
PER COMUNICARSI DEGNAMENTE
Per ricevere fruttuosamente la Ss.ma
Eucaristia si richiedono cinque condizioni.
a. la vita soprannaturale, acquisita nel Battesimo e conservata in
seno alla Chiesa cattolica (non possono comunicarsi i pagani, gli acattolici, gli eretici,
gli scismatici e gli scomunicati)
b.
l'intenzione di comunicarsi (per godere dei frutti di un'azione
soprannaturale è richiesta l'intenzione di chi la compie)
c.
lo stato di grazia (per le stesse ragioni di cui al punto a.)
d.
la confessione preliminare di chi è in peccato mortale (perché
diversamente si compie sacrilegio)
e.
il digiuno eucaristico (secondo la Tradizione e le norme della Chiesa)
Errore di alcuni
fedeli. Vi sono coloro che ritengono erroneamente che
un atto di contrizione perfetta possa bastare per accostarsi alla Comunione. Se
questo atto può essere sufficiente per restituire lo stato di grazia, non per questo dà
diritto alla Comunione.
Per quanto rigurda le disposizioni esterne,
si osservino queste norme:
a. pulizia e decoro della persona
Chi si accosta all'altare deve farlo anche con
l'atteggiamento esteriore, presentandosi pulito, pettinato, educato. Si eviti parimenti
l'eccesso opposto, che può risultare anch'esso irriverente per ostentazione.
b. condizioni fisiche idonee
Ordinariamente non può accostarsi alla
Comunione chi è affetto da conati di vomito o da altre patologie che possano portare alla
seppur involontaria profanazione delle sacre Specie.
c. vestito conveniente
Pur nella comprensione verso le condizioni di
ciascuno, è richiesto un abito decente e decoroso, non solo per entrare in chiesa, ma
anche e soprattutto per accostarsi alla Comunione.
Non si indossino pantaloni corti, maglie o camicie con maniche troppo corte, o con
scollature vistose; lo stesso si dica per le gonne, che non devono mai essere sopra il
ginocchio, né troppo aderenti.
La tradizione veneranda della Chiesa richiederebbe anche l'uso del velo per le donne,
secondo l'ammonizione di San Paolo. Se possibile, questo uso si mantenga dove vige e si
ripristini dove è scomparso.
d. rispetto e adorazione del Ss.mo Sacramento
All'accostarsi alla Mensa Eucaristica, ci si
inginocchi alla balaustra. Dove questa veneranda consuetudine non sia più in vigore, si
mantenga comunque un atteggiamento rispettoso e di adorazione sincera. In nessun caso si
osi prendere in mano l'Ostia consacrata, perché vi è il rischio di disperdere frammenti.
Caso di Pastorale. Il sacerdote che distribuisce la Comunione obbliga il fedele a
rimanere in piedi e a ricevere l'Ostia santa in mano. Come comportarsi? Evitare almeno di
toccare il Ss.mo Sacramento, aprendo la bocca e tenendo le mani giunte. Se possibile,
astenersi dalla Comunione e riceverla dove viene amministrata con maggiore rispetto per il
Signore.
Altro caso. Il fedele non vuole inginocchiarsi né ricevere la Comunione in
bocca, ma rimane in piedi e tende vistosamente le mani. Cosa fare? Di solito si può
incaricare uno dei parrocchiani ad informare gli altri fedeli circa il modo di
comunicarsi. Il sacerdote può comunque avvisare il fedele e, se questi non si adegua,
rifiutargli la Comunione. Si potrà obbiettare che è più importante che il fedele si
comunichi che non il modo in cui lo fa. Rispondiamo che se il fedele non ha l'umiltà di
inginocchiarsi davanti a Dio, non ha le disposizioni esterne per essere ammesso alla Mensa
eucaristica.
Data la confusione imperante in materia dottrinale e liturgica, oggi alcuni saggi
sacerdoti fanno annunciare da un chierico o da un parrocchiano - prima del Confiteor - che
la Comunione viene distribuita alla balaustra, in ginocchio, ecc.