Parrocchia san Nicolò vescovo
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Giacomina Casula

21.01.1929

 

 

I SACRAMENTI
LA SANTA COMUNIONE

La Comunione Eucaristica è l'atto con cui il fedele si unisce al Sacrificio incruento della Messa,
nutrendosi della stessa Vittima divina in esso immolata.

Ecco le parole di Pio XII, tratte dall'Enciclica «Mediator Dei»:

«L'augusto Sacrificio dell'altare si conclude con la Comunione del divino convito. Ma, come tutti sanno, per avere l'integrità dello stesso Sacrificio, si richiede soltanto che il sacerdote si nutra del cibo celeste, non che anche il popolo - cosa, del resto, sommamente desiderabile - acceda alla santa Comunione.

Ci piace, a questo proposito, ripetere le considerazioni del Nostro Predecessore Benedetto XIV sulle definizioni del Concilio di Trento: "In primo luogo […] dobbiamo dire che a nessun fedele può venire in mente che le Messe private, nelle quali il solo sacerdote prende l'Eucaristia, perdano perciò il valore del vero, perfetto ed integro Sacrificio istituito da Cristo Signore e siano, quindi, da considerarsi illecite. Né i fedeli ignorano - almeno possono facilmente essere istruiti - che il Sacrosanto Concilio di Trento, fondandosi sulla dottrina custodita nella ininterrotta Tradizione della Chiesa, condannò la nuova e falsa dottrina di Lutero ad essa contraria". "Chi dice che le Messe nelle quali il solo sacerdote comunica sacramentalmente sono illecite e perciò da abrogarsi, sia anatema" .

Si allontanano dunque dal cammino della verità coloro i quali si rifiutano di celebrare se il popolo cristiano non si accosta alla mensa divina; e ancora di più si allontanano quelli che, per sostenere l'assoluta necessità che i fedeli si nutrano del convito Eucaristico insieme col sacerdote, asseriscono, capziosamente, che non si tratta soltanto di un Sacrificio, ma di un Sacrificio e di un convito di fraterna comunanza, e fanno della santa Comunione compiuta in comune quasi il culmine di tutta la celebrazione.

Si deve, difatti, ancora una volta notare che il Sacrificio Eucaristico consiste essenzialmente nella immolazione incruenta della Vittima divina, immolazione che è misticamente manifestata dalla separazione delle sacre specie e dalla loro oblazione fatta all'Eterno Padre. La santa Comunione appartiene alla integrità del sacrificio, e alla partecipazione ad esso per mezzo della comunione dell'Augusto Sacramento; e mentre è assolutamente necessaria al ministro sacrificatore, ai fedeli è soltanto da raccomandarsi vivamente.

Come, però, la Chiesa, in quanto Maestra di verità, si sforza con ogni cura di tutelare l'integrità della fede cattolica, così, in quanto Madre sollecita dei suoi figli, vivamente li esorta a partecipare con premura e frequenza a questo massimo beneficio della nostra religione.

Desidera innanzi tutto che cristiani - specialmente quando non possono facilmente ricevere di fatto il cibo Eucaristico - lo ricevano almeno col desiderio; in modo che con viva fede, con animo riverentemente umile e confidente nella volontà del Redentore Divino, con l'amore più ardente, si uniscano a Lui.

Ma ciò non le basta. Poiché, difatti, come abbiamo sopra detto, noi possiamo partecipare al Sacrificio anche con la Comunione sacramentale per mezzo del convito del Pane degli Angeli, la Madre Chiesa, perché più efficacemente "possiamo sentire in noi di continuo il frutto della Redenzione", ripete a tutti i suoi figli l'invito di Cristo Signore: "Prendete e mangiate […] Fate questo in mia memoria" . Al qual proposito, il Concilio di Trento, facendo eco al desiderio di Gesù Cristo e della sua Sposa immacolata, esorta ardentemente "perché in tutte le Messe i fedeli presenti partecipino non soltanto spiritualmente, ma anche ricevendo sacramentalmente l'Eucaristia, perché venga ad essi più abbondante il frutto di questo Sacrificio". Anzi il nostro immortale Predecessore Benedetto XIV, perché sia meglio e più chiaramente manifesta la partecipazione dei fedeli allo stesso Sacrificio divino per mezzo della Comunione Eucaristica, loda la devozione di coloro i quali non solo desiderano nutrirsi del cibo celeste durante l'assistenza al Sacrificio, ma amano meglio cibarsi delle ostie consacrate nel medesimo Sacrificio, sebbene, come egli dichiara, si partecipi veramente e realmente al Sacrificio anche se si tratta di pane Eucaristico prima regolarmente consacrato. Così, difatti, scrive: "E benché partecipino allo stesso Sacrificio, oltre quelli ai quali il sacerdote celebrante dà parte della Vittima da lui offerta nella stessa Messa, anche quelli ai quali il sacerdote dà l'Eucaristia che si suol conservare; non per questo la Chiesa ha proibito in passato o adesso proibisce che il sacerdote soddisfi alla devozione e alla giusta richiesta di coloro che assistono alla Messa e chiedono di partecipare allo stesso Sacrificio che anch'essi offrono nella maniera loro confacente: anzi approva e desidera che ciò sia fatto, e rimprovererebbe quei sacerdoti per la cui colpa o negligenza fosse negata ai fedeli quella partecipazione ".

Voglia, poi, Dio, che tutti, spontaneamente e liberamente, corrispondano a questi solleciti inviti della Chiesa; voglia Dio che fedeli, anche ogni giorno se lo possono, partecipino non soltanto spiritualmente al Sacrificio Divino, ma anche con la Comunione dell'Augusto Sacramento, ricevendo il Corpo di Gesù Cristo, offerto per tutti all’Eterno Padre. Stimolate, Venerabili Fratelli, nelle anime affidate alle vostre cure, l'appassionata e insaziabile fame di Gesù Cristo; il vostro insegnamento affolli gli altari di fanciulli e di giovani che offrano al Redentore Divino la loro innocenza e il loro entusiasmo; vi si accostino spesso i coniugi perché, nutriti alla sacra mensa e grazie ad essa, possano educare la prole loro affidata al senso e alla carità di Gesù Cristo; siano invitati gli operai, perché possano ricevere il cibo efficace e indefettibile che ristora le loro forze e prepara alle loro fatiche la mercede eterna nel cielo; radunate, infine, gli uomini di tutte le classi e "costringete a entrare"; perché questo è il pane della vita del quale hanno tutti bisogno. La Chiesa di Gesù Cristo ha a disposizione solo questo pane per saziare le aspirazioni e i desideri delle anime nostre, per unirle intimamente a Gesù Cristo, perché, infine, per esso diventino "un solo corpo" e si affratellino quanti siedono alla stessa mensa per prendere il farmaco della immortalità con la frazione di un unico pane.

È assai opportuno, poi - il che, del resto, è stabilito dalla Liturgia - che il popolo acceda alla santa Comunione dopo che il Sacerdote ha preso dall'altare il cibo divino; e, come abbiamo scritto sopra, sono da lodarsi coloro i quali, assistendo alla Messa, ricevono le ostie consacrate nel medesimo Sacrificio, in modo che si verifichi "che tutti quelli che, partecipando a questo altare, abbiamo ricevuto il sacrosanto Corpo e Sangue del Figlio tuo, siamo colmati d'ogni grazia e benedizione celeste".

Tuttavia, non mancano talvolta le cause, né sono rare, per cui venga distribuito il pane Eucaristico o prima o dopo lo stesso Sacrificio, e anche che si comunichi - sebbene si distribuisca la Comunione subito dopo quella del sacerdote - con ostie consacrate in un tempo antecedente. Anche in questi casi come, del resto, abbiamo ammonito prima il popolo partecipa regolarmente al Sacrificio Eucaristico e può spesso con maggiore facilità accostarsi alla mensa di vita eterna. Che se la Chiesa, con materna accondiscendenza, si sforza di venire incontro ai bisogni spirituali dei suoi figli, questi nondimeno, da parte loro, non devono facilmente sdegnare tutto ciò che la sacra Liturgia consiglia, e, sempre che non vi sia un motivo plausibile in contrario, devono fare tutto ciò che più chiaramente manifesta all'altare la vivente unità del Corpo».

San Tommaso riassume mirabilmente i tre significati della Santissima Eucaristia nell'Antifona O sacrum convivium:

«O sacro convivio, in cui si riceve Cristo! Si venera la memoria della sua Passione, l'anima è colmata della Grazia e ci viene dato il pegno della gloria futura».

a. memoria della Passione
b. fonte di Grazia
c. pegno della gloria futura

Effetto principale della Comunione è l'unione a Cristo, nutrimento dell'anima (Joh. VI, 50-57). San Tommaso (Summa Theol., III, q. 79 a. 1) paragona gli effetti spirituali dell'Eucaristia agli effetti prodotti sulla vita del corpo dagli alimenti.

Essa sostiene la vita della Grazia e la preserva dalla morte; l'aumenta incessantemente e senza limitazioni; ripara i difetti della salute spirituale. In un'anima generosa che ama veramente, produce una sorta di diletto spirituale.

La Comunione ha anche effetti secondari:

a. placa le passioni e diminuisce la concupiscenza
b. preserva dal peccato mortale
c. rimette i peccati veniali
d. rimette, parzialmente o totalmente, la pena dovuta al peccato

DISPOSIZIONI SPIRITUALI E CORPORALI
PER COMUNICARSI DEGNAMENTE

Per ricevere fruttuosamente la Ss.ma Eucaristia si richiedono cinque condizioni.

a. la vita soprannaturale, acquisita nel Battesimo e conservata in seno alla Chiesa cattolica (non possono comunicarsi i pagani, gli acattolici, gli eretici, gli scismatici e gli scomunicati)
b. l'intenzione di comunicarsi (per godere dei frutti di un'azione soprannaturale è richiesta l'intenzione di chi la compie)
c. lo stato di grazia (per le stesse ragioni di cui al punto a.)
d. la confessione preliminare di chi è in peccato mortale (perché diversamente si compie sacrilegio)
e. il digiuno eucaristico (secondo la Tradizione e le norme della Chiesa)

Errore di alcuni fedeli. Vi sono coloro che ritengono erroneamente che un atto di contrizione perfetta possa bastare per accostarsi alla Comunione. Se questo atto può essere sufficiente per restituire lo stato di grazia, non per questo dà diritto alla Comunione.

Per quanto rigurda le disposizioni esterne, si osservino queste norme:

a. pulizia e decoro della persona
Chi si accosta all'altare deve farlo anche con l'atteggiamento esteriore, presentandosi pulito, pettinato, educato. Si eviti parimenti l'eccesso opposto, che può risultare anch'esso irriverente per ostentazione.

b. condizioni fisiche idonee
Ordinariamente non può accostarsi alla Comunione chi è affetto da conati di vomito o da altre patologie che possano portare alla seppur involontaria profanazione delle sacre Specie.

c. vestito conveniente
Pur nella comprensione verso le condizioni di ciascuno, è richiesto un abito decente e decoroso, non solo per entrare in chiesa, ma anche e soprattutto per accostarsi alla Comunione.
Non si indossino pantaloni corti, maglie o camicie con maniche troppo corte, o con scollature vistose; lo stesso si dica per le gonne, che non devono mai essere sopra il ginocchio, né troppo aderenti.
La tradizione veneranda della Chiesa richiederebbe anche l'uso del velo per le donne, secondo l'ammonizione di San Paolo. Se possibile, questo uso si mantenga dove vige e si ripristini dove è scomparso.

d. rispetto e adorazione del Ss.mo Sacramento
All'accostarsi alla Mensa Eucaristica, ci si inginocchi alla balaustra. Dove questa veneranda consuetudine non sia più in vigore, si mantenga comunque un atteggiamento rispettoso e di adorazione sincera. In nessun caso si osi prendere in mano l'Ostia consacrata, perché vi è il rischio di disperdere frammenti.

Caso di Pastorale. Il sacerdote che distribuisce la Comunione obbliga il fedele a rimanere in piedi e a ricevere l'Ostia santa in mano. Come comportarsi? Evitare almeno di toccare il Ss.mo Sacramento, aprendo la bocca e tenendo le mani giunte. Se possibile, astenersi dalla Comunione e riceverla dove viene amministrata con maggiore rispetto per il Signore.

Altro caso. Il fedele non vuole inginocchiarsi né ricevere la Comunione in bocca, ma rimane in piedi e tende vistosamente le mani. Cosa fare? Di solito si può incaricare uno dei parrocchiani ad informare gli altri fedeli circa il modo di comunicarsi. Il sacerdote può comunque avvisare il fedele e, se questi non si adegua, rifiutargli la Comunione. Si potrà obbiettare che è più importante che il fedele si comunichi che non il modo in cui lo fa. Rispondiamo che se il fedele non ha l'umiltà di inginocchiarsi davanti a Dio, non ha le disposizioni esterne per essere ammesso alla Mensa eucaristica.
Data la confusione imperante in materia dottrinale e liturgica, oggi alcuni saggi sacerdoti fanno annunciare da un chierico o da un parrocchiano - prima del Confiteor - che la Comunione viene distribuita alla balaustra, in ginocchio, ecc.

IL DIGIUNO EUCARISTICO

La legge del digiuno attualmente vigente impone che per accedere alla Santa Comunione ci si astenga dall'assunzione di cibo e bevande almeno un'ora prima di ricevere il Sacramento.

L'acqua (sia essa naturale o minerale) non rompe il digiuno; così pure i medicinali.

Gli infermi possono prendere medicine, sia liquide che solide, e bevande non alcoliche senza limite di tempo.

Si ricorda che la Chiesa esorta comunque tutti i fedeli ad osservare, se possibile, l'antica e veneranda forma del digiuno eucaristico dalla mezzanotte.

ALCUNE NORME PRATICHE

La violazione del precetto del digiuno eucaristico costituisce sacrilegio mortale (anche se non pochi ecclesiastici si permettono di affermare il contrario, contro la volontà della Chiesa).

Per la determinazione dell'ora si può usare l'ora solare o legale del paese.

 

IL DIGIUNO È ROTTO?

- La cosa ingerita è digeribile?
In ciò bisogna rimettersi al giudizio comune.

- Viene dall'esterno?
Non si rompe il digiuno inghiottendo la saliva, il sangue, i resti di alimenti rimasti tra i denti.
Si rompe il digiuno ad esempio succhiando il sangue da una ferita al dito, o prendendo dello zucchero o delle pasticche che si sciolgono lentamente.

- Viene presa come nutrimento o bevanda?
Non rompe il digiuno ciò che viene assunto per modum salivæ o per modum respirationis. Se ad esempio si ingerisce inavvertitamente - assieme alla saliva - del dentifricio, il digiuno non è rotto. Lo stesso dicasi per un moscerino inghiottito involontariamente mentre si respira, a meno che non si sia fatto apposta (ma chi mai mangia moscerini apposta?).

Se si risponde a queste tre domande, il digiuno è rotto.

Senza farlo apposta una persona ha inghiottito qualcosa (si suppone che vengano ad avverarsi le 3 condizioni qui riportate): il digiuno è rotto.

In caso di dubbio positivo, per cui non si sa con certezza se si è mangiato o bevuto qualcosa prima o dopo l'ora stabilita: la Comunione è permessa.

Si ricordi che la più piccola quantità di nutrimento o bevanda (ad eccezione dell'acqua) rompe il digiuno.

È consigliato astenersi dal prender cibo o bevande per i primi 10 o 15 minuti che seguono la Comunione, a meno che non ve ne sia urgenza.

CAUSE CHE DISPENSANO DAL DIGIUNO

Pericolo di morte

a. i malati in pericolo non sono tenuti ad osservare il digiuno eucaristico.
b. i soldati che vanno a combattere e i condannati a morte possono comunicarsi anche senza essere digiuni

Dubbio circa il pericolo di morte

Se si teme di poter essere in pericolo di morte, ci si può e ci si deve comunicare anche se non si è digiuni.

Altre cause scusanti

a. per evitare la profanazione del Ss.mo Sacramento
Esempio: degli empi vogliono profanare le sacre Ostie; un incendio o un bombardamento distruggono la chiesa ed il suo tabernacolo. In queste condizioni anche dei laici possono comunicarsi da se stessi e senza essere digiuni.

b. per evitare disonore o scandalo
Esempio: un fedele che si è già accostato alla Sacra Mensa si ricorda di non essere a digiuno. Può comunicarsi comunque.

 

 
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