Parrocchia san Nicolò vescovo
Ortueri (Nu) Sardegna
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IL PRIMO SITO PARROCCHIALE DELLA SARDEGNA

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Libro Magistral, don-de se apuntan los gastos, que se hasen en la nueva fabrica de esta paroquial Iglesia empeçada en el anno 1786, per orden del Ill.mo y R.mo Mons. r D.n Joseph Luis Cusano de Saliano siendo R. r el D.n Jayme Orrù. (Anno 1786 - Ortueri).

 

Il libro, scritto in spagnolo decadente, contiene i conti delle spese dal 1786 al 1802 e insieme il nome delle persone, che hanno attinenza con la costruzione della nuova parrocchia a quei tempi assai grandiosa sopra tutto per l'altezza.

La nuova chiesa parrocchiale di S. Nicolò di Bari fu cominciata ("empeçada = empezada") il 1786 sotto l'arciv. d'Oristano Mons. Giuseppe Luigi Cusani dei conti di Sagliano e sotto il rettore Giacomo Orrù.

L'ingegnere "(inginiero") è Carlos Mayno, già noto per altri lavori importanti del genere.

Il perito (tecnico o capomastro) è Giovanni Battista Cardelaro. Economo è nominato dall'Arcivescovo il vice-rettore Antonio Francesco Fadda, e amministratore è un certo Salvatore Angelo Pinna: questi due appongono la loro firma quasi sempre con quella del rettore Orrù.

La chiesa deve avere tre navate. Si cominciano i lavori col deposito di lire 239.15. Il danaro è messo in una cassaforte a tre chiavi ("arca de tres llavas"), affidate al parroco, all'economo e all'amministratore. La pietra si scava e si squadra in gran parte a Santa Vittoria (fra Neoneli e Nughedu), poi vicino a Ula Tirso e a Neoneli.

La pietra si paga a 2 soldi il carro: 2 lire per 20 carri. I tagliatori di pietra sono in gran parte di Ovodda. I ferri e gli attrezzi necessari si portano da Oristano e da Cagliari. A Cagliari si va e si viene in cinque giorni e si spendono 12 lire per quattro cavalli e 4 lire per il vitto. Legnane se ne trasporta da Tonara; la calce da Samugheo. I mattoni si fabbricano a Ortueri (forse nel luogo vicino, che oggi conserva il nome di "prazza 'e forraghe" cioè piazza della fornace) e li fabbrica da prima un certo Antonio Bona, il quale prende lire 5 (ossia 2 scudi) per ogni 500 mattoni ("ladrillos"), poi li fabbricano moltissimi altri.

Nel 1790 (2 maggio) avviene la visita pastorale - la firma al libro - dell'arciv. Cusani.

Il 2 agosto 1790 compare "en qualidad de inginiero Carlos Ramely" (scritto poi altre volte o Rambelli o Rambeli o Rabelli).

Nel rendiconto del 20 dicembre 1798 la spesa complessiva raggiungeva già lire 9262, 4 soldi e 8 danari.

Al 10 dicembre 1799 l'uscita è di 2221,16,2; l'entrata di 2392,12,2.

L'ultimo conto è del 25 settembre 1802, nel quale si ha il "cargo" di 528,12 e il "discargo" 541,8,2 e si chiude con la firma del rettore Orrù, nominato pro-vicario generale.

La spesa intera, fino al 1802, sarebbe di circa 11.483 "lire". Ricordando che la lira di quei tempi era la doppia lira dei tempi posteriori, la somma delle spese complessive oggi dovrebbe moltiplicarsi almeno per 8, come si vede dall'analisi dei prezzi d'allora, confrontati con quelli presenti. Quindi, la costruzione grezza della chiesa sarebbe costata circa 184 mila lire dei nostri giorni.

 

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