Parrocchia san Nicolò vescovo
Ortueri (Nu) Sardegna
Tel. 0039 0784\66202

nuraghe.jpg (2730 byte)www.jpg (2469 byte)nuraghe.jpg (2730 byte)

Il primo sito parrocchiale della Sardegna

line1.gif (1096 byte)

 

Parrocchia

Parroci

Catechesi

Sacramenti

Carità

Anno Liturgico

Associazioni

Chiesa san Nicolò

Campanile

Libri storici

Personaggi

Opere d'arte

Il paese

Casa Tatty

Tradizioni

Comitati

Il giornalino Nicolas

Scuola

Sport

Musica

Poesia

Mestieri

Gite

Meteo

Home

 

 

Territorio e occupazioni (R. Bonu)

 

Nel 1845 il territorio d'Ortueri era calcolato in 30 miglia quadrate (Casalis); nel 1937 era di ettari 3866.

Il terreno è insufficiente e per i lavori agricoli si prendono in locazione terreni dei paesi vicini.

Ortueri è a 586 metri sul mare.

La vetta più alta del territorio è quella del monte Sa Pedrarba (m. 813).

L'attività degli abitanti si esplica sopra tutto nell'agricoltura, nella viticoltura, nella pastorizia e nella lavorazione del sughero (estrazione, bollitura e preparazione dei quadretti).

Non mancano le varie branchie dell'artigianato e la tessitura dell'orbace, che ab antiquo - fino al 1880 - si esportava alla festa di Santa Reparata d'Usellus (le brune tessitrici e rivenditrici ortueresi vi erano distinte col nome di "brabarixinas").

E' scomparsa l'industria laterizia per la deficiente materia prima.

In Ortueri sono numerose le vigne, che producono spesso più di 90 mila litri di vino. La libera distillazione d'una volta forniva l'acquavite a 63 gradi, un certo numero d'alcoolizzati e qualche caso di "delirium tremens". Su carri a buoi si esporta ancora l'uva da tavola nei paesi dell'alta montagna. Fino al 1890 i vigneti duravano circa 40 anni; contra la muffa (crittogama) si usa da un quarantennio il trattamento comune (solfato di rame e zolfo).

Nel 1837-1840 fu esportato su larga scala, per conto di francesi, il sughero, la scorza del leccio e delle querce: gli alberi si bruciavano per ricavarne il potassio. Il trasporto si effettuava in una settimana, per quaranta lire, su carri a buoi (dalle ruote piene, i chiodi e l'asse di legno), sulla vecchia rotabile che da Ortueri ad Allai, alla strada romana del Birghini (1) e di Siamanna conduceva a Simaxis e quindi a "Turri de Matta Niedda" (la Gran Torre del mare d'Oristano).

paese

line1.gif (1096 byte)

(1) Si può ricordare ancora una volta che gran parte di questa strada era detta "Ia de is camminantes". Passava nella regione di Travi (forse dal latino trans viam), attraversava in Allai un affluente del Tirso e dopo la difficile salita di Sega Broccas ("Rompi brocche") si raggiungeva l'ampia strada romana. Gli studenti d'Ortueri e della Barbagia superiore la percorrevano d'estate. L'arcivescovo Zunnùi da Fonni ricordò con emozione, durante la visita pastorale fatta in Ortueri nel 1896, le peripezie d'un viaggio lungo questa strada, da Fonni a Oristano, e l'affettuosa ospitalità che egli, piccolo studente, ebbe in Ortueri.

 

 

 

 

 
1