Editoriale


Editoriale AdT#11, anno 4, Ostara 2248 Er/1998 Ec

Cosa siamo? A pensarci bene lo stiamo scoprendo anche noi, a poco - a poco : fanatici furiosi, artisti rigidamente inquadrati al servizio degli Dei, teste inossidabili uscite da qualche necropoli dei boschi, animi in tempesta, spiriti liberi alla ricerca del branco, cani rabbiosi in cerca di rissa. Lo si può apprezzare oppure no, questione di punti di vista e stili di vita. Leali, certo: questo lo si può apprezzare oppure no: per noi lo si deve essere. E' con questo numero dedicato alla bellezza ed alla forza (alla forza della bellezza o alla bellezza della forza ?) che inauguriamo una linea già tracciata nel tempo ed ora più che mai definita: la non collaborazione. A chi ci dice che dovremmo essere più collaborativi per dare" il nostro contributo alla causa comune" (quale causa, se la nostra è solo quella degli Asi?), rispondiamo che non ci interessa offrire il nostro obolo a chi domanda elemosina. E' da tempo che si pensava a questa corrispondenza, ed ora la morte di Jünger porta alla luce la troppo citata differenza tra anarchico ed anarca, condizione - quest'ultima - che definisce colui che non si pone, come l'anarchico, il problema della società: posizione nella quale potremmo vedere rappresentato il nostro attuale sentire rispetto a gruppi o persone intente a ritagliarsi fette di gloria spicciola per farsi il vestito da Arlecchino (siamo nel periodo...). Ad una cosa si badi bene: la nostra non collaborazione od un nostro presunto "isolazionismo" rispetto ad altri gruppi e realtà, la nostra indipendenza da lobbies e gruppi politici o di tendenza culturale, non significherà: - come in altri casi - la nostra scomparsa, tutt'altro: perché mai come ora la CO gode di ottima salute! L'AdT non compirà la parabola delle solite rivistine o "zines" tradizionali ( per intenderci "trenta numeri e riposa-in-pace"), L'Araldo di Thule vivrà e si autoperpetuerà nel tempo come la CO stessa: è una promessa.

Secondo punto: nel recente Thing della Corte di Gambara, si è stabilita una seconda linea di meritocrazia, interna alla Comunità, e questa all'insegna dell'estremo rigore per ciò che riguarda la lealtà che i membri e gli amici dovranno dimostrare alla CO. Questo in passato non è sempre accaduto e, dunque, utilizzeremo metodi più rigorosi per evitare che "tutti" facciano parte della CO a differenza dei "migliori" che devono esserne l'ossatura. Fino ad ora, peraltro, siamo riusciti a mantenere questa situazione una costante, anche se - guardandoci intorno - vedevamo incoerenza e slealtà. Essere amici veri per certe solite persone che pensano "italianamente" non sembra cosa facile.

I tempi futuri ci riservano molte battaglie: con la stessa forza con la quale l'Induismo rurale, relegato dal Buddhismo nelle campagne indiane, andò a riconquistare le città e l'India intera, oggi noi possiamo agitare al vento il Vessillo del Corvo. Forti di una Fede Antica, basata su forze giovani e nuove, noi possiamo rientrare con forza nel gorgoglìo degli eventi, in tempo per schierarci innanzi all'avvento dell'Età del Lupo. Eppure noi abbiamo un nemico ben più grande del cristianesimo morente (che diventerà argomento di studio tra una generazione o due): la società monotesta e multi-"culturale", l'appiattimento mondialista delle identità, la dittatura della bontà moralista. In ogni caso, dovremo sapere essere pronti ad ogni scontro dialettico, ad ogni argomentazione che sia più che mai valida, ad essere una forza più che mai granitica in questa terra di confine. E' il dovere del combattimento.

Se queste considerazioni vi sembrano troppo radicali non sta a noi dirvi che siete in errore. Noi ragioniamo come i cinocefali. Uomini dalla testa di cane, cani furiosi: uomini che ragionano con lo spirito e non con la mente e la mentalità utilitaristica e materialista che guida molti sedicenti ed auto-investitisi "uomini della tradizione".

Un Grazie a tutti coloro che, in questi anni, si sono dimostrati leali amici: chi non si è dimostrato tale dovrà augurarsi di non trovarsi mai sulla nostra strada. z Paolo Gauna

                               Heil ai Nostri Alti Dei !

  Heil ai nostri Padri !

  Heil alla nostra Terra !

Heil alla Comunità Odinista ed al Volk dei Langbärten !

«Già ch'ant cust mund l'ün l'autr bsogna ch'as rida
I'eu ün mè dübiet, chi veui ben rümié :
S'lè mi ch'sun 'd fer, o j'Italian 'd putìja.»

«Giacché in questo mondo uno deve ridere dell'altro,
Io ho un piccolo dubbio, e voglio ruminarlo bene:
Se io sono di ferro, o gli Italiani di poltiglia.»
-Vittorio Alfieri


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