Storia e curiosità sulle aurore polari
Le aurore devono essere state osservate già in tempi molto antichi, essendo spesso estremamente spettacolari. E' attestato in modo certo che l'imperatore romano Tiberio, che regno dal 14 al 37 d.C., inviò una volta i suoi pompieri al porto di Ostia avendo osservato, da Roma, una luce rossa in cielo che risultò poi essere non incendio bensì un'aurora boreale.
Il primo uso del termine aurora fu dovuto al filosofo francese Gassedi dopo uno splendido spettacolo aurorale del 12/11/1621. La prima descrizione veramente buona di un'aurora fu fornita da Gesner, di Zurigo, per l'aurora del 27/12/1560.
Il primo suggerimento dell'esistenza di un'associazione fra aurore polari e scariche elettriche fu fotto forse da Halley quando, nel 1716, ipotizzò che le luci delle aurore potrebbero essere legate a scariche associate al campo magnetico terrestre. Il primo suggerimento di una connessione fra aurore polari ed effetti magnetici fu fatto da Hjorter nel 1741.
Il primo suggerimento di un legame fra aurore e fenomeni connessi alle macchie solari fu fatto da Loomis di Yale nel 1970. L'associazione col sole fu definita con maggiore abbondanza di particolari dall'astronomo italiano Donati nel 1872, dopo il grande speccolo aurorale del 4-5 febbraio. Nel 1896 Birkeland riprodusse aurore in miniatura usando un elettromagnete sferico e un fascio di raggio catodici. Nel 1929 Chapman e Ferraro suggerirono che la causa delle aurore fosse il plasma solare.
Aurore particolarmente brillanti si verificano di tanto in tanto. Fra i molti casi documentati ci sono le aurore del 24-25 ottobre 1870, del 4-5 febbraio 1842 e del 25-26 gennaio 1938. Nel 1909 un'aurora fu vista da Singapore (alla latitudine di 1° 25'N). Recentemente in Italia sono da ricordare le aurore del 13-14 marzo 1989 e del 6-7 aprile del 2000.