Educare le coscienze contro l'applicazione rigida del principio del profitto e contro la democrazia avulsa dai princìpi morali che governano la giustizia e rivelano il bene comune

 

Nel Piano del Creatore la destinazione universale dei beni della terra implica che ogni individuo ha il diritto fondamentale a una alimentazione adeguata. Lo spettro della fame e della malnutrizione è realmente un'offesa contro l'immagine del Creatore in ogni essere umano. Ciò è vero in particolare quando la fame è la conseguenza del cattivo uso delle risorse o dell'eccessivo egoismo nel contesto di gruppi economici e politici opposti, o quando essa deriva dalla rigida applicazione del principio del profitto, a detrimento della solidarietà e della cooperazione a beneficio di tutti coloro che formano la famiglia umana. I credenti devono sentirsi spinti in coscienza a operare per ridurre le differenze fra il Nord e il Sud e per instaurare giusti e onesti rapporti a ogni livello, sociale, economico, culturale ed etico, della vita umana su questa terra (cfr Messaggio in occasione della Giornata Mondiale per la Pace, 1° gennaio 1986). I cristiani devono trarre un incoraggiamento e un senso di urgenza dalle parole di Cristo stesso: "Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare" (Mt 25, 35).

Molti di voi cercano di affrontare altre, ancor più terribili, negazioni della dignità: e cioè le minacce alla vita stessa e la sistematica eliminazione di vite innocenti, in particolare dei nascituri. Approssimandoci alla fine di un secolo che non ha precedenti in quanto a distruzione della vita, la maggior parte delle volte in nome di ideologie totalitarie, dobbiamo forse concludere che anche la democrazia è divenuta la promotrice di ineguagliabili attacchi alla vita umana?

Da una parte il progresso delle libertà democratiche ha portato a una nuova affermazione dei diritti umani, codificati in importanti dichiarazioni e accordi internazionali; dall'altra, quando la libertà è avulsa dai princìpi morali che governano la giustizia e rivelano che cosa sia il bene comune, la democrazia stessa viene minata e diventa lo strumento attraverso il quale i forti impongono la loro volontà ai deboli, come vediamo accadere sempre più intorno a noi.

Come voi ben sapete, non è sufficiente deplorare questa situazione. Vi è ancora molto da fare per educare le coscienze e l'opinione pubblica alla realtà di quanto, per motivi di brevità, ma con una solida giustificazione, è stato chiamato "cultura della morte". Vi invito a rinnovare i vostri sforzi per promuovere la "cultura della vita" e a cercare una visione morale più elevata, che vi permetterà di cooperare ancor più a stretto contatto nella difesa della sacralità di ogni vita umana. Impiegate le vostre energie, i vostri talenti, le vostre competenze in questo sforzo immenso e vitale a beneficio dell'umanità!

Dio vi conceda la forza e il coraggio di parlare nell'arena internazionale per quanti non hanno voce e di difendere quanti sono indifesi. E riversi le sue abbondanti benedizioni su voi e sulle vostre famiglie.

 

Discorso a rappresentanti di Organizzazioni non-governative e di Agenzie internazionali, a Roma in concomitanza con il Vertice della FAO, del 12-11-1996, nn. 2-4, in L'Osservatore Romano, 13-11-1996.

 

 

 

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