Bolzano, 3 ottobre 1998

L’Istituto regionale costituisce l’indispensabile ed anche storica cornice all’interno della quale vanno sviluppati i comuni interessi delle due Province, senza peraltro cadere nella salvaguardia protezionistica degli interessi singoli, che non gioverebbe a nessuno. Alla Regione vanno assegnate competenze in termini di indirizzo e coordinamento delle due Province, ad esempio sugli ordinamenti, sulla sanità, sulla grande viabilità e sui trasporti, sulla tutela dell’ambiente, sulla cultura, e per ottenere ciò è necessario affrontare seriamente una riflessione interna da cui si riescano a ricavare gli strumenti per rilanciare l’Istituto regionale nel suo complesso.

La stessa crisi aperta dalla Volkspartei, al di là della imminente scadenza elettorale che in pratica annulla questa azione, ha evidenziato un’importante ed inedita maggioranza trasversale trentino-altoatesina che fa ben sperare per il futuro dell’ente regionale. Non esiste più una maggioranza in Consiglio regionale e questo, se da un lato deve essere addebitato all’arroganza ed alla prepotenza della Stella Alpina, dall’altro non può essere sottaciuta la superficialità con cui gli altri partiti firmatari dell’accordo di coalizione hanno sottoscritto delle concessioni, che, se adottate, avrebbero abbattuto definitivamente la Regione. Pertanto la stessa posizione dei partner trentini della SVP è tutt’altro che seria, avendo essi sottoscritto un accordo che ha loro garantito per cinque anni tutti i vantaggi che derivano dall’essere al governo, rinnegandolo poi immediatamente prima delle elezioni, in quanto esso sarebbe risultato per essi impopolare.

Di certo, per il futuro, i cittadini del Trentino Alto Adige hanno bisogno che al governo della Regione si trovino forze politiche che si dimostrino più rispettose di questa Istituzione e, soprattutto, nei confronti dei cittadini stessi che spesso e volentieri assistono a penosi litigi, ma quasi mai vedono risolti i molti problemi che li affliggono.