Il Cinema Italiano
L’Italia, quale paese pioniere, ha giocato un ruolo importante
nello sviluppo dell’arte cinematografica e dell’industria del cinema. Le
pellicole italiane sono rinomate nel mondo ed i produttori italiani hanno
prodotto una delle collezioni più ricche e diversificate nel mondo.
I generi cinematografici variano da spettacolari intrattenimenti di massa
come Cabiria (1914), Fabiola (1949) e Ulisse (1955),
e western all’americana improntati su Per un pugno di dollari (1964),
fino a situazioni famigliari come in La Famiglia (1987). I registi
italiani credono nell'influenza di questo mezzo per rappresentare la società
italiana (come nel Neorealismo) o per prendere in giro la vita e le istituzioni
italiane nella speranza di dare il la a cambiamenti necessari per la creazione
d’una società migliore attraverso trame filmiche tragicomiche come
in Divorzio all’italiana (1962). Probabilmente nessun altro paese
manifesta nelle pellicole le manchevolezze del proprio carattere nazionale
così assiduamente come l’Italia. Tuttavia, alla fine, molti dei
personaggi rivelano qualità eroiche abbastanza diverse da quelle
presupposte di primo acchito (Generale della Rovere, 1959). Molte
pellicole rispecchiano la vita quotidiana degli Italiani e la mancanza
di capacità o volontà della società italiana di portare
avanti quei cambiamenti necessari per eliminare la povertà e la
disparità presente in molte aree del paese ma predominante nel sud.
A differenza della maggior parte delle pellicole statunitensi, che mostrano
ottimismo, progresso, crescita personale e cambiamento, il fatalismo è
il tema quasi universale delle pellicole italiane. I personaggi italiani
sono prigionieri dei loro ambienti, le loro azioni hanno un’importanza
minima se non nulla sul risultato finale. E tuttavia questi eroi tragici
o tragicomici continuano il loro sforzo per mantenere la loro umanità
di fronte alle molte avversità e disinganni (La Terra Trema,
1947). Le norme sociali, nonostante i molti cambiamenti superficiali, o
forse proprio per questi cambiamenti, restano sostanzialmente le stesse
(Il Gattopardo, 1963). La rottura colla tradizione porta a gravi
conseguenze per coloro che l’hanno tentata. Molti di coloro che fuggono
dai loro paesi verso città inospitali ed anonime del nord o verso
altri paesi stranieri continuano la loro esperienza nel turbamento, fuori
luogo, come se le loro vite fossero state messe in bilico. Molti non vogliono
inserirsi nel nuovo contesto e mantengono una rigidità d’azione
e di pensiero che può essere spiegata solo attraverso la nostalgia,
quel vagheggiare la terra della loro giovinezza…, quel senso di vuoto,
di qualcosa ch’è perso per sempre (Pane e cioccolata, 1973).
Molti degli immigrati sono assillati dal bivio: tornare a casa – cosa che
infatti fanno in molti – o prestare ascolto al consiglio di persone più
sagge di loro e lasciare l’Italia e non tornarci mai per evitare di essere
attratti da quella trappola (Nuovo cinema Paradiso, 1988). Il fatto
che i loro figli siano nati in una diversa regione o paese e siano veloci
nell’assimilarsi nel nuovo contesto gioca un ruolo importante nella decisione
di coloro che sono emigrati permanentemente.
I registri italiani guardano alla storia italiana con occhio critico.
Questo cinismo si deve dall’aver compreso che la speranza e l’aspirazione
dell’alta borghesia di realizzare l’unità politica d’Italia fu minata
sin dalle origini dalle classi dominanti e dall’ingenuità e dall’ignoranza
delle masse. Perciò non abbiamo una vera riunificazione di tutti
gli Italiani della Penisola, ma piuttosto l’annessione del sud al Piemonte
sotto la dinastia dei Savoia (Il Gattopardo, 1963); l’incoraggiamento
al brigantaggio nel sud per mano dei simpatizzanti dei Borboni (i precedenti
signori del Meridione); e prima l’entrata di truppe straniere (francesi,
svizzere ed austriache) in Roma e la presenza dello Stato della Chiesa
a ridurre al silenzio il patriottismo italiano ed in seguito la scomunica
di tutti i “veri” Italiani da Pio IX (Nel nome del papa re, 1985).
Pellicole immediatamente successive alla seconda guerra mondiale pagano
un tributo a quei pochi partigiani italiani che hanno salvato l’onore d’Italia
durante la liberazione e lo sforzo contro il fascismo soffrendo la tortura
e la morte nel tentativo di costringere i nazisti ad arrendersi prima dell’arrivo
degli alleati (Roma città aperta; Una vita difficile;
Le quattro giornate di Napoli).
Ho selezionato alcune pellicole italiane che documentano graficamente
alcune delle questioni presentate in queste pagine. La maggior parte di
queste pellicole possono essere visionate con sottotitoli in inglese nelle
sezioni sulle opere straniere di qualsiasi videoteca. Le versioni sottotitolate
sono preferibili a quelle doppiate in quanto sono riscontrabili, talvolta,
errori e trascuratezza nella traduzione che hanno la tendenza a distorcere
l’azione. A dire il vero ho notato queste trascuratezze anche nelle versioni
sottotitolate, ma non allo stesso livello di quelle doppiate in inglese.
Solo per alcune pellicole si deve fare uno sforzo in più per trovarle.
Alcune di queste, specialmente le versioni integrali, potrebbero essere
rintracciabili solo in videoteche specializzate, altre, in librerie con
pubblicazioni italiane. Molte delle pellicole italiane sono state pubblicate
pel lancio internazionale: ma cio' che son state edite sono esattamente
quelle porzioni che non presentano gli aspetti più veri della vita
italiana e che pure sono i nuclei concettuali delle pellicole. I produttori,
però, ritengono che avrebbero scarso interesse per un pubblico straniero.
Situazioni o messaggi proposti dal regista che verosimilmente avrebbero
dovuti essere compresi solamente dagli Italiani o dagli studenti di storia
o di socio-politica italiana sono state tagliate. Per questa ragione è
preferibile ottenere pellicole che siano state riformattate dalla norma
europea PAL nel NTSC. Tali pellicole sono solitamente le versioni lanciate
per uditori italiani; sfortunatamente non ci sono sottotitoli in inglese.
Queste pellicole sono disponibili esclusivamente in videoteche specializzate
ed in librerie che forniscano Italostatunitensi. Di recente, comunque,
s’è tentato d’ottenere versioni con tagli fatti dai registi in persona
su videocassette che rilanciano le pellicole proprio come i registi avrebbero
voluto che fossero presentate al pubblico. Un’ultima parola sui soggetti…
Prendete colle pinze le critiche date dai critici americani alle produzioni
italiane. Con questo non voglio dire che i critici abbiano pregiudizi a
riguardo, ma che essi hanno gli stessi problemi d’un pubblico americano:
versioni rilasciate con sconnessioni; errori di traduzione; e pregiudizi
culturali americani ed ignoranza degli affari italiani. Ciò porta
i critici a vedere la pellicola o superficialmente o reinterpretandola
sulla base delle loro esperienze, che sono sostanzialmente differenti da
quelle d’un Italiano o persino d’un Italostatunitense.
Le Pellicole
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