L'Inno Nazionale Della Republica Italiana

Composta nel 1847 da Michele Novaro, testi di Goffredo Mameli

Inno di Mameli    (MIDI 12K)
 
 
                 Fratelli d'Italia,
 l'Italia s'e' desta,
 dell'elmo di Scipio
 s'e' cinta la testa.
 Dov'e la vittoria?
 Le porga la chioma
 che schiava di Roma
 Iddio la creo'.

      Stringiamoci a coorte,
      siam pronti alla morte.
      Siam pronti alla morte 
      l'Italia chiamo'. Si!


 

Di certo avrete sentito inni musicalmente migliori di "Fratelli d'Italia." Certamente la musica non puo' essere paragonata con quella dell' Inno Nazionale Tedesco composto da Hayden, o quella dell'inno britannico... o per quel che contano quella degl'inni degli Stati Uniti, Francia o Giappone. Tutt'oggi, infatti, gli Italiani stessi si chiedano come una nazione rinomata per la sua musica come l'Italia scelse un pezzo musicale cosi'poco ricercato. Per capirne il motivo, dobbiamo tornare indietro agli ultimi giorni della Seconda Guerra Mondiale. L'Italia era stata umiliata e tradita dai suoi alleati dopo la Prima Guerra Mondiale: (non ostante i tremendi sforzi bellici e le pesanti perdite, e nonostante il Trattato di Londra, l'Italia, diversamente della Gran Bretagna e Francia non ottenne alcun possesso territoriale, infatti, quel poco che ottenne l'avrebbe ricevuto anche se fosse restata neutrale; aveva abbracciato il totalitarismo, il Fascismo, che impegno' l'Italia in un'altra guerra ch'era mal preparata a combattere e con un alleato ch'era stato visto per secoli dal popolo italiano com'epitome del barbarismo. Come consequenza, le citta' italiane sono state bombardate, le infrastrutture distrutte, e i viveri divennero quasi non-esistenti. Per di piu', scoppio' una guerra civile, cioe' fra Italiani, quando il dittatore Benito Mussolini, depositato, fondo' la Republica di Salo'...e i Tedeschi si rivolsero contro gl'italiani, considerati traditori, con una feroce vendetta. Questa inumana rappresaglia ebbe come risultato la formazione delle brigate partiggiane che aiutarono nella "liberazione"d'Italia. Guerra finita, colla fine del Fascismo e la ritirata delle ultime unita' tedesche oltr'Alpi, gl'italiani festeggiarono l'evento nelle piazze e nelle strade. Dovunque si sentiva cantare l'Inno di Mameli - Fratelli d'Italia, l'Italia s' e' desta...siam pronti alla morte l'Italia chiamo'. Per molti Italiani queste parole manifestavano il sentimento del popolo Italiano dopo la guerra simile a quello dimostrato quando udite per la prima volta durante il Risorgimento, la rinascita italiana contro i suoi oppressori stranieri! Si puo' quindi affermare che "l'Inno di Mameli", l'inno nazionale della Republica, non e' solamente l'Inno Nazionale d'Italia, ma l'inno di tutti gli Italiani.
 
 
                                           Noi fummo da secoli
calpestiesti, derisi,
perche' non siam popolo,
perche' siam divisi.
Raccolgaci un'unica
bandiera, una speme:
di fonderci insieme
gia' l'ora suono'.

        Stringiamoci a coorte
        siam pronti alla morte.
        Siam pronti alla morte,
        l'Italia chiamo'. Si!
 

  

 

Queste parole sono vere adesso come quando Mameli le scrisse originalmente! L'Italia sebbene all'interno dell'accolita del Gruppo degli 8 (G8), del patto Nord Atlantico (NATO) e dell'Unione Europea (EU) non viene tuttora presa molto seriamente dai suoi vicini ed alleati. Nonostante i centotrent'anni come nazione, l'Italia non solo e' ancora divisa, ma per la prima nella sua storia e' seriamente minacciata dalla sedizione di elementi secezionisti che denigrano gli sforzi e sacrifici fatti dai loro avi per unire l'Italia, non importa quanto imperfettamente,in una nazione che possa pretendere rispetto.
E' questa una crepa del carattere italiano? Al tempo in cui la Germania, Est ed Ovest e' stata unificata e sta diventando piu' forte e piu' arrogante nel suo tentativo di giuocare un ruolo maggiore negli affari europei e rifiuta l'entrata dell'Italia nell'Unione Monetaria Europea (EMU), i separatisti si inventano una nuova nazione, la Padania, e formano un governo a Mantova con l'intenzione di dividere l' Italia. Contemporaneamente, a Napoli, c'e' un movimento che guarda con nostalgia e glorifica il corrotto, inefficace, e spesso crudele governo del Regno delle Due Sicilie e dei suoi Re. Nessuno dubbita che la Germania sara' unita in un'unica nazione e che la divisione politica ed economica tra l'Est e l'Ovest, a differenza della divisione tra il Nord ed il Sud d'Italia, sparira' molto rapidamente per formare una Germania piu' grande e potente.
Le parole di Goffredo Mameli furono modificate quando queste furono adottate come inno nazionale. Le parole in uso oggi sono: "noi fummo da secoli calpesti, derisi perche' non siam popolo perche' siam divisi..." in vece di quelle originali "noi siamo..." Questo implica che gli Italiani non lo sono piu'. Ma puo' alcuno negare che la situazione non e' cambiata e che le originali parole "noi siamo da secoli" sono tutt'ora vere e che la protesta del governo italiano e degli Italiani stessi al livello internazionale cade inudita...e io credo per la stessa ragione- gl'italiani non sono uniti!
Invece di cercare soluzioni reali ai problemi del loro paese che avrebbe richiesto un vero e profondo riesame delle cause della debolezza d'Italia, dei fattori contribuenti che l'unificazione ebbe su tutte le regioni italiane, e dello sviluppo d'un piano d'azione ch'avrebbe prodotto un maggiore esempio di mutamento nel paese, non abbiamo che procrastinazione e paralisi a Roma. Il governo a Roma, si, stabili' un programma economico per lo sviluppo del Sud (La "Cassa per il Mezzogiorno"), ma il programma, gestito da istituzioni statali inefficaci e corrotte fu sin dall'inizio, destinato a fallire in una societa' di mercato. Mentre i Meridionali riconoscono in questo programma uno stratagemma per continuare lo "status quo" e sovvenzionare le industrie del Nord (una politica adottata fin dal principio dell' unione) e contemporaneamente compensare i sostenitori del governo attuale, i Settentrionali sono dell'opinione che questo programma non esiste se non per sperperare i loro risparmi duramente guadagnati senza alcun risultato. Il problema del Meridione (rifiuto di chiamare questa parte d'Italia "Il Mezzogiorno" perche' ha una connotazione negativa e rinforza le differenze tra Italiani) e' completamente ignorato dai "Capitani del' Industria" che sono Settentrionali o Meridionali emigrati nel Nord. Codesti fanno poco per aiutare e semplicemente osservano i divari economici e sociali tra Nord e Sud allargarsi. Sono veloci a mettere al dito il fallimento dello Stato nella realizzazione dello sviluppo economico del Sud ma rifiutono di essere immischiati o d'eseguire o incoraggiare un programma d'investimenti nel Sud basati su rigidi criteri di mercato globale. Persino le industrie di Stato, gestite politicamente ed amministrate miseramente hanno sperperato le poche risorse colla creazione di impianti industriali obsoleti che non incontrano i criteri di qualita' e costo effettivo necessari per competere in un'economia mondiale. Questi impianti sono progettati specificamente per non essere in grado di competere colle industrie del Nord (Come nel caso, per esempio, dell' esperimento dell'Alfa Romeo quando l'impianto dell'Alfa Sud fu stabilito nel napoletano per produrre una macchina sostanzialmente inferiore ai modelli simili prodotti nel Nord; o delle acciaierie a Napoli che iniquino il Golfo di Napoli ma non sono al livello di produrre prodotti per il mercato mondiale o Europeo.) Adesso che la FIAT ha acquistato l' Alfa Romeo, si sente piu' parlare dell'Alfa Sud? E' da notare inoltre che nessun tentativo e' stato fatto per sviluppare le infrastrutture e servizi nel Meridione per distribuire manufatti delle poche industrie che continuano ad operare. (Com'e' noto, per esempio, il porto per le navi contenitori a Gioia Tauro. Un porto che ha inadequati collegamenti colle linee ferroviare, stradali ed aeree e percio' scartato per uso dal commercio marittimo - risultato: nessun pericolo di concorrenza coi porti Settentrionali come Genova, Livorno, etc.) Non bisogna meravigliarsi se dato queste circonstanze, molti di questi stabilimenti falliscono lasciando il panorama meridionale deturpato da queste, vuote, inutili strutture derise per tutto il pianeta come "Cattedrali nel deserto!"

 
 
                                      Uniamoci, amiamoci;
l'unione e l'amore
rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Giuriamo far libero
il suolo natio:
uniti, per Dio,
chi vincer ci puo'?

     Stringiamci a coorte!
     Siam pronti alla morte;
     Italia chiamo'.Si!


 

La terza strofe rivela che quest'unione e' volere di Dio ed afferma che un popolo unito sarebbe imbattibile. Ci sono altre due strofi. La quarta che dichiara Italiani tutti gli abitanti della penisola dalle Alpi alla Sicilia; e la quinta, non importante ai nostri giorni, che asserisce la fine dell' Impero Austriaco grazie al fervore di quei popoli europei che vogliono la liberta'.
 
 



 

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