Ecco la mia proposta di Disegno di Legge (giugno '97):
PROGETTO CET (Centro di Educazione telematica)
Un centro di Educazione Telematica in ogni Comune italiano
Il progetto è relativo alla creazione di un Centro di Educazione Telematica (CET) in ogni Comune italiano.
La proposta e' stata inviata a varie mail list nella speranza che possa interessare e si possa completare lavorandoci "on line" per presentarla al Ministro Berlinguer ed agli altri Ministri interessati (Bassanini, ecc.)
La discussione sulle liste è già iniziata con vari contributi (D'Elia, Mariani, Caravita, Vassallo, Guerci, Debenedetti, Bollorino, Bianchi) che dovrebbero portare in breve ad un miglioramento del testo tramite alcuni emendamenti per giungere ad una bozza di disegno di legge che andra' via via concretizzandosi.
Ecco il testo inviato in mail list:
PROPOSTA DI LEGGE PER LA CREAZIONE DI UN CENTRO DI EDUCAZIONE TELEMATICA (CET) IN OGNI COMUNE D'ITALIA.
[Dovrebbe essere presentata da tutti i gruppi parlamentari]
PREMESSA
[Andrebbero riportati i passi salienti del programma di governo inerenti alle telecomunicazioni con eventuali aggiunte relative al "Forum per la Società dell'Informazione"]
ART. 1
Viene stanziato un fondo di 500 miliardi [considerato che Berlinguer ha stanziato 1000 miliardi per 15000 aule informatiche nelle scuole, ma potrebbero molti di meno nel nostro caso, va fatta una valutazione] nel periodo 1997-2000 per la creazione di Centri di Educazione Telematica (CET) in ogni Comune italiano.
Tale fondo sarà amministrato dalle regioni.
[non so se vale la pena parlare di un fondo se si messo a concorso tutto l'appalto, si potrebbe attingere ai fondi della UE, visto che l'Italia versa 100 ed ne utilizza 50, anche qui ci sarebbe da lavorare molto; in questo caso dato che in genere questi fondi non coprono il 100 per cento dell'investimento la legge per i CET potrebbe finanziare la rimanente parte]
ART. 2
I Gestori delle Telecomunicazioni forniranno gratuitamente l'accesso in rete e dei canoni simbolici che saranno quantificati nel regolamento d'attuazione.
ART. 3
I CET sono proprietà del Comune che ne garantisce l'operatività mediante le sue strutture ed appoggiandosi ad associazioni di volontariato (no-profit), obiettori di coscienza, Scuole ed Università presenti nel territorio [vedi esperienza Rete Civica Milanese].
ART. 4
Il luogo naturale per la presenza del CET e' la Biblioteca Comunale ma nulla osta perché il Comune ne decida altro tipo di sistemazione.
[Possibile configurazione: I Centri di Educazione Telematica sono articolati in vari livelli di sofisticazione a seconda della grandezza del Comune. Per esempio un piccolo Comune potrà avere solo un PC o meglio un server collegato in Internet utilizzabile dagli utenti della biblioteca ed eventualmente dai cittadini da casa via rete civica, uno più grande avrà una rete di PC collegati al server e cosi' via. Il centro sarà gestito dal Comune che si avvale del Responsabile della Rete Informatica, di associazioni no-profit, di obiettori di coscienza e delle scuole ed università locali nello spirito del disegni di legge Cortiana].
ART. 5
La Commissione di Gestione e Ripartizione dei fondi.....
[da definire con partecipazione dei vari ministeri ed enti locali interessati]
ART. 6
Le proposte delle Ditte interessate al progetto vanno presentate entro il.... presso il.....
[oppure si può dire che verrà emesso apposito bando di gara, ma la cosa si allunga]
ART. 7
La Commissione Selezionatrice..........
[potrà essere costituita da rappresentanti del Comitato Tecnico Scientifico del MURST e degli altri Ministeri ed Enti locali interessati]
ALLEGATO :
UN ESEMPIO CONCRETO DI APPLICAZIONE DI RETE CIVICA E CET DAL COMUNE DI LUGO DI ROMAGNA (da Igino Poggiali, Presidente AIB rispondendo alla mia proposta
di disegno di legge sui CET, giugno 1997)
Caro Dott. Cecchi,
Ho tardato qualche giorno a risponderLe ma spero che le notizie che Le sto inviando Le siano utili.
Oltre alle osservazioni che troverà nel seguito desidero informarLa anche a nome del mio Sindaco Maurizio Roi, che saremmo lieti di incontrare le personalità che fossero interessate a sviluppare iniziative politiche ed amministrative aventi l'obiettivo di allargare le condizioni di pari opportunità rispetto alle risorse ed ai mezzi informatici. Ciò a maggior ragione quando queste tecnologie vengano impiegate per gestire forme di relazione tra il cittadino e la Pubblica Amministrazione.
Grazie dell'attenzione ed a presto
Igino Poggiali (Presidente dell'Associazione Italiana Biblioteche AIB)
La ringraziamo vivamente del Suo messaggio del 5 maggio e dell'apprezzamento dell'ing. Roberto Vacca che ci giunge attraverso Lei.
In effetti il Comune di Lugo ha realizzato già dal 1994 postazioni ad accesso gratuito ad Internet e poi alla Rete civica provinciale Racine (nata dalla cooperazione tra Comuni e provincia) presso la Biblioteca Comunale Fabrizio Trisi. Attualmente le postazioni ad uso pubblico sono 12, disposte in parte nella sala multimediale della Biblioteca, in parte in punti diversi del palazzo a servizio di altre sezioni della Biblioteca stessa. Nella sala multimediale si tengono sistematicamente corsi , da quelli per non vedenti che hanno lì anche postazioni permanenti a loro disposizione, a quelli per gruppi di utenti etc. Molto interessante si è rivelata l'attività spontanea di addestramento da parte degli utenti più esperti a favore dei principianti.
Tutte le scuole Medie inferiori e superiori sono dotate di accessi analoghi a carico del Comune o della Provincia e partecipano a livelli diversi al "Progetto Ulisse", un'iniziativa che vede le scuole la biblioteca e l'Amministrazione Pubblica, in particolare il Comune coinvolti in un'attività concertata volta alla diffusione della conoscenza dei linguaggi e delle tecnologie tra i giovani e le loro famiglie e nello stesso tempo ad utilizzare come palestra la Rete Civica intesa come agorà, luogo del dialogo tra i cittadini e tra il palazzo ed i cittadini.
Tutti i residenti, di qualsiasi età che lo richiedono (per i ragazzi occorre che un adulto si assuma la responsabilità dell'uso di tale accesso) possono ottenere gratuitamente un accesso individuale alla Rete Civica. Possono così utilizzare i servizi di R@cine e di posta elettronica con tutto il mondo, sia dalle loro case, qualora siano in possesso di un computer e di un modem, sia dalle sale della Biblioteca, attraverso le postazioni di cui si diceva.
Ulteriori postazioni a libero accesso sono previste presso l'URP e presso altri luoghi pubblici tra cui centri sociali e centri giovanili. L'obiettivo fondamentale è creare le condizioni per una concreta affermazione della cittadinanza, combattendo la naturale tendenza di queste tecnologie a concentrarsi nelle mani di chi ha già le maggiori opportunità.
I risultati non si sono fatti attendere: le prime quattro postazioni in undici mesi hanno consentito oltre 8000 ore di attività per altrettanti utenti che a turno le utilizzavano e ciò in un comune di 32000 abitanti dei quali, nel capoluogo, risiedono appena 16000!
Originale è stata la soluzione adottata per abbattere i costi telefonici:
Tutte le sedi comunali, comprese la biblioteca ed il teatro sono collegati con una LAN a fibre ottiche di proprietà del Comune, sulla quale corrono sia i servizi del centralino telefonico che le due sezioni di rete, separate e parallele per la trasmissione dei dati, uno per la gestione del sistema informativo interno ed uno per la gestione degli accessi Internet che in tal modo sono a disposizione anche di tutti i dipendenti.
La sezione di rete che gestisce gli accessi ad Internet è collegata direttamente al router del provider , al quale abbiamo affittato un metro quadro della nostra sala macchine per un importo di circa un milione annuo.
L'uso di Internet da parte degli utenti ci costa perciò solamente il valore dell'abbonamento annuo, mentre, se si fosse dovuti transitare su linee commutate il costo stimato per la sola linea urbana commutata sarebbe stato di 5-7 milioni annui per postazione.
Sulla sezione di rete che gestisce il sistema informativo interno sono installate oltre cento postazioni, attraverso le quali il personale amministrativo gestisce tutte le procedure. I dipendenti del Comune sono circa trecento, compresi i part time, gli insegnanti ed il personale ausiliario. Le postazioni interne possono essere collegate anche alla sezione di rete che gestisce Internet. Sono presenti tutte le misure di sicurezza previste dagli standard.
Il Comune di Lugo è impegnato inoltre nel sostegno allo sviluppo di piccole e medie imprese nel settore multimediale ed in attività di Formazione avanzata in questo settore, attraverso alcuni centri di Formazione del territorio.
Molto altro ci sarebbe da dire sulla nostra esperienza e siamo soddisfatti dell'interesse che porta frequentemente amministratori da varie parti d'Italia a visitare le nostre installazioni. L'impegno in questo ambito, che il Comune considera la forma più concreta di realizzazione degli obiettivi della cittadinanza europea, ha ottenuto il riconoscimento dell'Unione Europea (Anno Europeo dell'educazione e formazione lungo tutto l'arco della vita -1996)e del Consiglio d'Europa (Bandiera d'onore d'Europa 1996). Per le stesse ragioni siamo stati invitati a presentare le nostre realizzazioni al Forum P.A. 1996 tra i Comuni ideali.
Non abbiamo mai ottenuto l'attenzione del Ministero della Funzione Pubblica, né del Ministero dell'Interno del nostro paese, né tantomeno contributi (neppure dopo l'avvento dell'Ulivo) ma riceviamo richieste di documentazione da tutta Europa e siamo presenti in alcuni gruppi di lavoro su questi temi presso l'Unione Europea.
Il segreto di questi risultati che peraltro ancora sono lontani dagli obiettivi che ci siamo posti è dovuto alla scelta di considerare tutto questo una semplice estensione della funzione della biblioteca pubblica che secondo il Manifesto Unesco del 1994 è appunto la struttura deputata "all'accesso libero e senza limitazioni alla conoscenza, al pensiero, alla cultura ed all'informazione".
Già in passato abbiamo scelto di collocare presso la biblioteca i nuovi servizi di accesso all'informazione che venivano nascendo su iniziativa di vari ministeri ed autorità, quali gli informagiovani, le informazioni ambientali, quelle per la famiglia, per la donna , per l'Europa ecc.,
Abbiamo faticato non poco a ricomporre localmente ciò che viene considerato settoriale e separato dalle autorità che dovrebbero invece essere capaci di esprimere la massima sintesi ed organicità almeno nell'organizzazione delle informazioni di servizio che diffondono. Ne abbiamo guadagnato moltissimo sul piano economico e su quello dell'efficienza e dell'efficacia, senza contare le ovvie sinergie tra i vari livelli di approfondimento che una struttura così articolata può offrire.
Saremmo ovviamente soddisfatti di mostrare agli amministratori locali che fossero interessati, la validità di questo approccio e soprattutto la sua maggiore realizzabilità. Questa opinione non è ovviamente solo di Lugo.
Basta consultare i siti Internet dell'Unione Europea o del Governo degli Stati Uniti per vedere come i paesi più avanzati abbiano già deciso da tempo di muoversi in questa direzione. Si pensi che in Italia operano oltre 12000 biblioteche, delle quali almeno 6000 sono biblioteche comunali o di ente locale con almeno 20.000 operatori qualificati. Ogni biblioteca di istituto a sua volta potrebbe essere rafforzata ed attrezzata per cominciare già da scuola sia la formazione telematica che soprattutto l’apprendimento dei linguaggi, unendo le tradizionali tecniche didattiche a quelle innovative. Il giovane cittadino si muoverebbe continuamente in un paesaggio coerente, nel quale i servizi pubblici di accesso al sapere cioè le biblioteche e le scuole offrono i loro servizi senza soluzione di continuità, sapendo di far parte dello stesso obiettivo.
Non riusciamo davvero a capire come mai la nostra classe politica compreso proprio quel governo che afferma a parole di voler" entrare in Europa" non abbia l'umiltà di riflettere sul fatto che se gli altri 14 paesi dell'Unione ritengono che le biblioteche pubbliche insieme alle scuole costituiscono la spina dorsale dell’ Infrastruttura della Conoscenza l'Italia non debba fare la stessa scelta.
E' davvero disperante lo stillicidio di iniziative legislative estremamente parziali come ad esempio l'informatica civica separata dal CET, separata dall'URP e chi più ne ha più ne metta. Tutto ciò su un tema sul quale si gioca la reale possibilità di affermazione dei diritti di cui all'art. 3 della Costituzione!
L'Associazione Italiana Biblioteche, attraverso un gruppo di lavoro al quale partecipiamo, sta predisponendo un disegno di Legge che viene proposto al Governo per dare finalmente anche nel nostro paese un'organicità a questo settore strategico. Si cerca tra l’altro di creare le condizioni per definire gli standard minimi di accesso ai servizi, garantito su tutto il territorio del paese, come diritto connesso alla cittadinanza.
In gran parte di esso, specie al centro nord si tratterebbe semplicemente di rafforzare le biblioteche già esistenti con il vantaggio di raggiungere celermente risultati visibili. Nel Sud questo "istituto della democrazia, questa casa della libertà" è molto meno diffusa. Ma ogni alternativa improvvisata e parziale sarebbe l'ennesimo inganno, l'ennesima discriminazione, l'ennesima violenza che lo stato nazionale perpetrerebbe contro quelle popolazioni.
Persino il Portogallo ci precede in questa scelta: nel corso degli ultimi 5 anni ha realizzato oltre 100.000 metri quadri di edilizia bibliotecaria in oltre centocinquanta comuni erigendo strutture di non meno di 750 metri quadri ispirate agli standard scandinavi. Nelle biblioteche convergono tutti i servizi di accesso di cui parla l'Unesco.
Se il Governo ed i parlamentari vogliono impegnarsi possono agire sugli incentivi rimuovendo i veri ostacoli alla diffusione di questi nuovi saperi (che, non devono mai dimenticare, sono parte organica di tutti i saperi che l'umanità ha conquistato nel corso della sua evoluzione e che senza di essi perderebbero ogni significato).
Segnaliamo tra essi l'abolizione della TUT, l'assegnazione di almeno centomila accessi full Internet a scuole e biblioteche entro il1997, finanziamenti agevolati per la realizzazione degli impianti, la ristrutturazione e la costruzione delle sedi dove non ci sono e soprattutto la formazione (e l'assunzione dove non c'è) di personale altamente specializzato.
Quale miglior utilizzo per i laureati disoccupati, magari arruolati automaticamente in una specie di servizio civile (ricordate l'esercito del lavoro di cui parlava Ernesto Rossi in "Abolire la miseria" scritto nel 1942?) parzialmente retribuito, invece di inventarsi una miriade di lavori finti come quelli chiamati "socialmente utili"?
In questa direzione si muove l'iniziativa del Sottosegretario La Volpe per la realizzazione di duemila biblioteche multimediali entro il duemila, in particolare nel Sud. Suggerirei di far convergere su tale progetto, che vede il Ministero per i Beni Culturali come promotore e i Comuni come realizzatori, le risorse, gli incentivi e le agevolazioni che si riuscirà ad individuare.
Restiamo a disposizione per ogni chiarimento e collaborazione con chiunque vorrà condividere questi obiettivi di civiltà che sono anche il miglior incentivo al tessuto economico e sociale che la Pubblica Amministrazione nel suo insieme può offrire.
Igino Poggiali