Alfabetizzazione
informatica, formazione, tecnologie della didattica
e ricerca
Coordinatore: Prof. Domenico Siniscalco
formazione.fsi@palazzochigi.it
"New
Democracy-La nuova democrazia telematica": come
la Societa' dell'Informazione puo' permettere
l'esplicazione del diritto di cittadinanza.
di
Sandro Cecchi
Promotore
Rete Civica della Martesana
Socio
Fondatore del Gruppo Innovazione: http://www.innovazione.org
Personal Home Page: http://geocities.datacellar.net/sacecchi e-mail: scecchi@tiscali.it
Abstract:
In
questo articolo vengono analizzate le prospettive
che l'utilizzo delle nuove tecnologie informatiche
possono dare ad una piena esplicazione del diritto
di cittadinanza nel terzo millennio. Una particolare
enfasi e' data alla creazione di Reti Civiche
e Centri di Educazione Telematica in tutti i comuni
italiani e sull'uso delle risorse pubbliche per
la facilitazione di tale processo.
L'adozione
di strategie e di moduli organizzativi basati
sulle tecnologie dell'informazione possono contribuire
a rendere più consapevole la partecipazione
dei cittadini e più efficace e trasparente
l'organizzazione e l'azione dei pubblici poteri
garantendo la visibilità del potere. Ciò
può essere attuato innanzitutto con l'apporto
dei mass media tradizionali (stampa, radio, televisione)
e può avvenire non soltanto per la parte
finale (decisionale) dei procedimenti ma anche
per tutto l'iter procedimentale; come esempi si
possono citare le trasmissioni in diretta delle
sedute del parlamento, dei consigli degli enti
locali, dei dibattimenti processuali effettuate
da reti (tv e radio) nazionali e locali. Ma ancor
più efficacemente lo stesso obiettivo può
essere raggiunto con l'uso delle nuove tecnologie
nate dall'intreccio tra informatica, telecomunicazioni
e media; queste infatti consentono l'adozione
di tecniche di gestione delle informazioni di
immediata e facile utilizzazione e fruizione;
si tratta in questo caso di tecniche multimediali,
basate cioè su di un uso amichevole della
comunicazione nelle sue forme più evolute
e sull'uso delle interconnessioni telematiche
tra gli uffici pubblici e tra questi e i privati.
Il procedimento informatizzato in definitiva può
consentire l'attuazione di una reale trasparenza
dell'azione della p.a. e la realizzazione in tempo
reale del diritto di accesso ai provvedimenti
amministrativi e ciò può avvenire
con l'introduzione in rete dei documenti e con
la liberalizzazione dell'accesso agli stessi (pur
rispettando i giusti livelli di riservatezza).
In
sostanza oggi non sono i media che debbono cercare
la p.a. ma deve essere la p.a. a cercare i media
(vecchi e nuovi) per meglio assicurare la propria
trasparenza. Lo ha capito la Gazzetta Ufficiale
che oggi viene composta anche in forma elettronica
e diffusa per via telematica sia attraverso la
rete del Poligrafico dello Stato sia attraverso
reti a questa collegate, purtroppo ancora a pagamento.
Lo ha capito la Corte di Cassazione che con il
suo CED ha messo in rete il testo della legislazione
statale e regionale, la giurisprudenza costituzionale
e ordinaria e la dottrina. Lo hanno capito il
Cerved e la rete affari per le Camere di commercio
che hanno in rete (con accesso a pagamento) visure
camerali, vale a dire i dati ufficiali di tutte
le aziende presenti nei registri ditte delle Camere
di commercio italiane, ed inoltre schede di impresa,
fallimenti e procedure concorsuali, cariche aziendali
, protesti, bilanci etc. Lo hanno capito tutti
quegli enti locali, come i Comuni di Bologna,
Milano, Roma, Torino, Venezia, che hanno realizzato
reti telematiche civiche, accessi pubblici ad
internet e pagine di WWW. Ma soprattutto lo hanno
capito i piccoli comuni come Desenzano, Lugo di
Romagna e Treviglio che voglio portare alla vostra
attenzione come una delle esperienze piu' significative
di Rete (veramente) Civica italiana (http://www.insieme.net).
Il
punto qualificante di una rete veramente civica
è infatti se i cittadini possono utilizzare
(appunto da utenti ) spazi messi a disposizione
da chi gestisce il sistema, o se invece, come
in queste ultime esperienze possono contribuire
al suo sviluppo. In sintesi: la rete civica è
sì uno strumento che consente di cooperare,
lavorare e (forse) vivere meglio, grazie ai vari
servizi (dalla semplice, ma fondamentale, posta
elettronica fino a quelli più evoluti come
la possibilità di effettuare pagamenti
e gestire pratiche complesse) messi a disposizione
a domicilio, e possibilmente tramite postazioni
pubbliche. Ma essa non può essere ridotta
nè alla diffusione via rete di informazioni
e avvenimenti cittadini nè a puro terminale
domestico dei sistemi informativi comunali (pur
se integrati con quelli di altri enti), mero servizio,
come l'acqua e il gas, senza partecipazione e
dialogo. La rete civica, nel suo senso pieno e
compiuto, deve valorizzare il contributo attivo
di tutte le componenti della comunità locale.
Lo
sviluppo dell'Informatica Civica può dare
un contributo fondamentale all'esercizio della
sovranità popolare. La telematica può
rendere possibile, infatti, una effettiva partecipazione
di tutti i cittadini alla gestione del potere
permettendo la realizzazione di una forma di democrazia
diretta in quanto in grado di superare gli ostacoli
tecnici consistenti nel fatto che gli stati moderni
sono composti da milioni di cittadini ed in grado
altresi' di ridurre i costi e i tempi per le consultazioni
popolari.
Come
ho spesso ripetuto negli ultimi 4 anni partecipando
alle varie mailing list dove si dibatte di politica
e telematica (Innovazione,
Riformando, ecc.; per chi vuole piu' informazioni
puo' fare un giro su http://www.innovazione.org
),
l'utilizzazione della tecnologia informatica e
telematica può trasformare i poteri tradizionali
innanzitutto rendendone piu semplice l'organizzazione,
abbattendo le barriere delle distanze, risparmiando
denaro e aumentando la produttività, e,
infine, consentendo il contatto con il popolo
senza necessita' di mediazioni. Tuttavia un contributo
decisivo alla affermazione della trasparenza del
potere e del diritto di sapere può venire
dalle moderne tecnologie se e quando le informazioni
relative al dato ("globale") legislativo, giurisprudenziale
e amministrativo saranno diffuse (e recepite)
a livello informatico con l'uso di reti e strumenti
multimediali in tempo reale ed in modo interattivo.
E' oggi un assurdo che la Gazzetta Ufficiale non
sia ancora resa disponibile gratuitamente su
Internet.
Va
inoltre tenuto presente che l'accesso alle reti
telematiche comporta oggi un certo costo soprattutto
a causa della bolletta telefonica e dei canoni
di abbonamento. Per questo bisogna studiare i
mezzi che possano consentire una diffusione capillare
ad un accesso quanto più possibile aperto
a tutti (ad esempio banche dati pubbliche diffuse
gratuitamente attraverso Internet, promozione
di telematica sociale e reti civiche, sviluppo
di Centri di Educazione Telematica (CET) in tutti
i comuni italiani e così via).
Non
è importante soltanto inventare strumenti
tecnologici ma anche formare individui per una
capillare utilizzazione di tali strumenti. Qui
si aggancia il mio discorso sui Centri di Educazione
Telematica (CET) di cui potete avere maggiori
particolari alla pagina: http://geocities.datacellar.net/CapitolHill/Lobby/9923/CET.htm
In
una intervista del settembre '95 Umberto Eco,
riferendosi alle nuove tecnologie telematiche
parlava di nomenclatura di massa e di loggia telematica.
Ecco il mio progetto CET, riportato nella pagina
web di cui sopra si riallaccia proprio a questi
due concetti e contribuisce alla loro realizzazione.
Credo infatti che la presenza in ogni Comune italiano
di un Centro di Educazione Telematica - che potra'
essere realizzato a costi bassissimi, non piu'
di una decina di milioni l'anno comprensivi di
materiali e gestione - permettera' la formazione
di questa nomenclatura di massa molto piu' in
fretta che utilizzando soltanto il circuito scolastico.
Per
questo rispetto a proposte di finanziamento a
pioggia di laboratori di Informatica Civica legati
alle sole strutture scolastiche propongo che agli
stessi finanziamenti possano accedere tutte le
entita' che vorranno intraprendere queste iniziative,
a cominciare dalle Amministrazioni Comunali e
dai Distretti Industriali cosi' come si sta cercando
di fare in Regione Lombardia ed in particolare
nel Distretto Industriale 14.
Tocca
pertanto alla società vivere la tecnologia
in modo utile, moderato e diffuso, ed ai pubblici
poteri utilizzarla per accorciare la distanza
con i cittadini orientando strategie e comportamenti
verso la soddisfazione dei bisogni di questi ultimi;
in questo senso si può ritenere che riflettere
oggi su tecnologia e democrazia significa affrontare
i nodi veri del processo democratico nel suo divenire
a fronte della sfida che viene lanciata dalla
innovazione tecnologica.
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Ringrazio l'amico Francesco Brugaletta per i preziosi suggerimenti che sono stati presi in considerazione nella stesura di questo contributo.
S. Cecchi
BIBLIOGRAFIA:
Trasparenza nell'esercizio del potere, diritto alle informazioni e nuove tecnologie
di Francesco Brugaletta* - 18.06.95
* Magistrato del T.A.R. Sicilia, sezione di Catania
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