Conferenza Nazionale

Il Piano di Azione
per lo Sviluppo della Società dell'Informazione.
Un progetto per l'Italia


I Contributi ai Gruppi di lavoro - Gruppo 3
30 giugno 1999


Alfabetizzazione informatica, formazione, tecnologie della didattica e ricerca
Coordinatore: Prof. Domenico Siniscalco
formazione.fsi@palazzochigi.it

 

"New Democracy-La nuova democrazia telematica": come la Societa' dell'Informazione puo' permettere l'esplicazione del diritto di cittadinanza.

di Sandro Cecchi

Promotore Rete Civica della Martesana

Socio Fondatore del Gruppo Innovazione: http://www.innovazione.org
Personal Home Page: http://geocities.datacellar.net/sacecchi
e-mail: scecchi@tiscali.it

Abstract:

In questo articolo vengono analizzate le prospettive che l'utilizzo delle nuove tecnologie informatiche possono dare ad una piena esplicazione del diritto di cittadinanza nel terzo millennio. Una particolare enfasi e' data alla creazione di Reti Civiche e Centri di Educazione Telematica in tutti i comuni italiani e sull'uso delle risorse pubbliche per la facilitazione di tale processo.

L'adozione di strategie e di moduli organizzativi basati sulle tecnologie dell'informazione possono contribuire a rendere più consapevole la partecipazione dei cittadini e più efficace e trasparente l'organizzazione e l'azione dei pubblici poteri garantendo la visibilità del potere. Ciò può essere attuato innanzitutto con l'apporto dei mass media tradizionali (stampa, radio, televisione) e può avvenire non soltanto per la parte finale (decisionale) dei procedimenti ma anche per tutto l'iter procedimentale; come esempi si possono citare le trasmissioni in diretta delle sedute del parlamento, dei consigli degli enti locali, dei dibattimenti processuali effettuate da reti (tv e radio) nazionali e locali. Ma ancor più efficacemente lo stesso obiettivo può essere raggiunto con l'uso delle nuove tecnologie nate dall'intreccio tra informatica, telecomunicazioni e media; queste infatti consentono l'adozione di tecniche di gestione delle informazioni di immediata e facile utilizzazione e fruizione; si tratta in questo caso di tecniche multimediali, basate cioè su di un uso amichevole della comunicazione nelle sue forme più evolute e sull'uso delle interconnessioni telematiche tra gli uffici pubblici e tra questi e i privati. Il procedimento informatizzato in definitiva può consentire l'attuazione di una reale trasparenza dell'azione della p.a. e la realizzazione in tempo reale del diritto di accesso ai provvedimenti amministrativi e ciò può avvenire con l'introduzione in rete dei documenti e con la liberalizzazione dell'accesso agli stessi (pur rispettando i giusti livelli di riservatezza).

In sostanza oggi non sono i media che debbono cercare la p.a. ma deve essere la p.a. a cercare i media (vecchi e nuovi) per meglio assicurare la propria trasparenza. Lo ha capito la Gazzetta Ufficiale che oggi viene composta anche in forma elettronica e diffusa per via telematica sia attraverso la rete del Poligrafico dello Stato sia attraverso reti a questa collegate, purtroppo ancora a pagamento. Lo ha capito la Corte di Cassazione che con il suo CED ha messo in rete il testo della legislazione statale e regionale, la giurisprudenza costituzionale e ordinaria e la dottrina. Lo hanno capito il Cerved e la rete affari per le Camere di commercio che hanno in rete (con accesso a pagamento) visure camerali, vale a dire i dati ufficiali di tutte le aziende presenti nei registri ditte delle Camere di commercio italiane, ed inoltre schede di impresa, fallimenti e procedure concorsuali, cariche aziendali , protesti, bilanci etc. Lo hanno capito tutti quegli enti locali, come i Comuni di Bologna, Milano, Roma, Torino, Venezia, che hanno realizzato reti telematiche civiche, accessi pubblici ad internet e pagine di WWW. Ma soprattutto lo hanno capito i piccoli comuni come Desenzano, Lugo di Romagna e Treviglio che voglio portare alla vostra attenzione come una delle esperienze piu' significative di Rete (veramente) Civica italiana (http://www.insieme.net).

Il punto qualificante di una rete veramente civica è infatti se i cittadini possono utilizzare (appunto da utenti ) spazi messi a disposizione da chi gestisce il sistema, o se invece, come in queste ultime esperienze possono contribuire al suo sviluppo. In sintesi: la rete civica è sì uno strumento che consente di cooperare, lavorare e (forse) vivere meglio, grazie ai vari servizi (dalla semplice, ma fondamentale, posta elettronica fino a quelli più evoluti come la possibilità di effettuare pagamenti e gestire pratiche complesse) messi a disposizione a domicilio, e possibilmente tramite postazioni pubbliche. Ma essa non può essere ridotta nè alla diffusione via rete di informazioni e avvenimenti cittadini nè a puro terminale domestico dei sistemi informativi comunali (pur se integrati con quelli di altri enti), mero servizio, come l'acqua e il gas, senza partecipazione e dialogo. La rete civica, nel suo senso pieno e compiuto, deve valorizzare il contributo attivo di tutte le componenti della comunità locale.

Lo sviluppo dell'Informatica Civica può dare un contributo fondamentale all'esercizio della sovranità popolare. La telematica può rendere possibile, infatti, una effettiva partecipazione di tutti i cittadini alla gestione del potere permettendo la realizzazione di una forma di democrazia diretta in quanto in grado di superare gli ostacoli tecnici consistenti nel fatto che gli stati moderni sono composti da milioni di cittadini ed in grado altresi' di ridurre i costi e i tempi per le consultazioni popolari.

Come ho spesso ripetuto negli ultimi 4 anni partecipando alle varie mailing list dove si dibatte di politica e telematica (Innovazione, Riformando, ecc.; per chi vuole piu' informazioni puo' fare un giro su http://www.innovazione.org ), l'utilizzazione della tecnologia informatica e telematica può trasformare i poteri tradizionali innanzitutto rendendone piu semplice l'organizzazione, abbattendo le barriere delle distanze, risparmiando denaro e aumentando la produttività, e, infine, consentendo il contatto con il popolo senza necessita' di mediazioni. Tuttavia un contributo decisivo alla affermazione della trasparenza del potere e del diritto di sapere può venire dalle moderne tecnologie se e quando le informazioni relative al dato ("globale") legislativo, giurisprudenziale e amministrativo saranno diffuse (e recepite) a livello informatico con l'uso di reti e strumenti multimediali in tempo reale ed in modo interattivo. E' oggi un assurdo che la Gazzetta Ufficiale non sia ancora resa disponibile gratuitamente su Internet.

Va inoltre tenuto presente che l'accesso alle reti telematiche comporta oggi un certo costo soprattutto a causa della bolletta telefonica e dei canoni di abbonamento. Per questo bisogna studiare i mezzi che possano consentire una diffusione capillare ad un accesso quanto più possibile aperto a tutti (ad esempio banche dati pubbliche diffuse gratuitamente attraverso Internet, promozione di telematica sociale e reti civiche, sviluppo di Centri di Educazione Telematica (CET) in tutti i comuni italiani e così via).

Non è importante soltanto inventare strumenti tecnologici ma anche formare individui per una capillare utilizzazione di tali strumenti. Qui si aggancia il mio discorso sui Centri di Educazione Telematica (CET) di cui potete avere maggiori particolari alla pagina: http://geocities.datacellar.net/CapitolHill/Lobby/9923/CET.htm

In una intervista del settembre '95 Umberto Eco, riferendosi alle nuove tecnologie telematiche parlava di nomenclatura di massa e di loggia telematica. Ecco il mio progetto CET, riportato nella pagina web di cui sopra si riallaccia proprio a questi due concetti e contribuisce alla loro realizzazione. Credo infatti che la presenza in ogni Comune italiano di un Centro di Educazione Telematica - che potra' essere realizzato a costi bassissimi, non piu' di una decina di milioni l'anno comprensivi di materiali e gestione - permettera' la formazione di questa nomenclatura di massa molto piu' in fretta che utilizzando soltanto il circuito scolastico.

Per questo rispetto a proposte di finanziamento a pioggia di laboratori di Informatica Civica legati alle sole strutture scolastiche propongo che agli stessi finanziamenti possano accedere tutte le entita' che vorranno intraprendere queste iniziative, a cominciare dalle Amministrazioni Comunali e dai Distretti Industriali cosi' come si sta cercando di fare in Regione Lombardia ed in particolare nel Distretto Industriale 14.

Tocca pertanto alla società vivere la tecnologia in modo utile, moderato e diffuso, ed ai pubblici poteri utilizzarla per accorciare la distanza con i cittadini orientando strategie e comportamenti verso la soddisfazione dei bisogni di questi ultimi; in questo senso si può ritenere che riflettere oggi su tecnologia e democrazia significa affrontare i nodi veri del processo democratico nel suo divenire a fronte della sfida che viene lanciata dalla innovazione tecnologica.

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Ringrazio l'amico Francesco Brugaletta per i preziosi suggerimenti che sono stati presi in considerazione nella stesura di questo contributo. S. Cecchi

BIBLIOGRAFIA:

Trasparenza nell'esercizio del potere, diritto alle informazioni e nuove tecnologie di Francesco Brugaletta* - 18.06.95

* Magistrato del T.A.R. Sicilia, sezione di Catania

 


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