Johann Sebastian Bach
Musicista (Eisenach, 1685 - Lipsia, 1750)
Ebbe una vita semplice, priva di avvenimenti eccezionali. Apprese, dal padre, sin da fanciullo l'arte del violino e, in seguito, quella del clavicembalo dal fratello maggiore Johann Christoph, organista a Ohrduruf. A quindici anni entrò nella scuola del convento di San Michele a Lüneburg, dove la quotidianità delle esecuzioni sacre gli diede modo di approfondire la conoscenza delle varie forme e tecniche musicali. Non potè iscriversi all'Università per motivi economici e nel 1703 fu nominato organista nella chiesa di San Bonifacio ad Arnstadt. Dopo il suo matrimonio con la biscugina Maria Barbara, nel 1708, accettò la carica di organista di corte e di clavicembalista nell'orchestra ducale, offertagli dal duca Wilhelm Ernst di Sasssonia Weimar. Nove anni dopo si trasferì a Coethen in qualità di maestro di cappella alla corte del principe Leopold di Anhalt. Dopo la morte di Maria Barbara, avvenuta nel 1720, sposò Anna Magdalena Wülken, buona musicista e cantante. Il carico di una numerosa famiglia (sette figli dalla prima moglie e altrettanti dalla seconda), lo obbligò a cercarsi un posto più vantaggioso, ma non riuscì ad ottenere che un posto di cantore nella chiesa di San Tommaso a Lipsia. Qui trascorse ben ventisei anni senza che le sue numerosissime composizioni per organo, cembalo e orchestra potessero essere conosciute. Musicista sommo, uno dei più grandi geni musicali di tutti i tempi, lasciò una mole vastissima di lavori manoscritti, di cui però una parte andò dispersa per la negligenza degli eredi, in particolare del figlio maggiore Guglielmo Friedmann. In vita J. S. Bach aveva fatto stampare esclusivamente le opere per clavicembalo, raccolte in quattro sezioni sotto il titolo di Clavierübung. Nel 1850 fu fondata a Lipsia la “Bachgesellschaft” (Società Bach), al fine di pubblicare l'edizione critica di tutte le opere recuperate, edizione accuratissima e monumentale, di ben cinquantanove volumi, portata a compimento in cinquantanni. Versatile e complesso, profondo e dotato di fantasia vivissima, inarrivabile nei preludi e nelle fughe, idillico ed elegiaco nei concerti (di cui stupendi i sei “brandenburghesi”), altamente lirico nelle toccate e nei concerti per clavicembalo (importantissimo il clavicembalo ben temperato), mirabile nelle sonate per violino, dolce e toccante nei mottetti, pieno di austero fervore evocativo negli Oratori, Johann Sebastian Bach raggiunse le più alte vette dell'arte con la monumentale Messa in si minore per la corte cattolica di Dresda e con la Passione secondo San Matteo, che Felice Mendelssohn riuscì a far eseguire con trionfale esito, dirigendola egli stesso, al Gawandhaus di Lipsia nel 1829, un secolo dopo la prima dimenticata esecuzione.