Falcesoft (1997-1998) presenta: I Grandi Musicisti


Fryedryk Chopin

Compositore polacco (Zelazowa -Wola, Varsavia, 1810 - Parigi, 1849)

Figlio di un immigrato francese, si rivelò come pianista prodigio all'età di appena nove anni. Allievo del conservatorio di Varsavia, dopo un triennio di frequenza fu proclamato dal direttore Elsner “genio musicale”. Nel '29, composte le sue prime musiche, fra cui una marcia funebre, partì per Vienna dove i suoi concerti furono acclamatissimi. Recatosi a Parigi, l'anno seguente, ebbe come ammiratori Berlioz, Balzac, Liszt, Heine, Meyerbeer. In seguito, anche Praga, Teplitz e Breslavia furono teatro dei suoi trionfi. Ritornato in patria, si innamorò di Costanza Gladkowaska, ma quando partì per Vienna la donna sposò un gentiluomo di campagna. Da Vienna Chopin non potè rimpatriare essendo scoppiata in Polonia la rivoluzione. Appresa a Stoccarda la notizia della caduta di Varsavia, scrisse il famosissimo Studio in “do minore” (op. 10, n. 12) detto anche Rivoluzionario, in cui espresse, con fortissimi accenti, il dolore per la tragedia della patria. Tornato in Francia da Londra, dove si era recato a tenere dei concerti, venne presentato dal principe Valentino Radzwill alla Società parigina. Ne seguì una serie di successi. In una serata memorabile si misurò al pianoforte con Franz Liszt. Nella vita di Chopin, provato da una nuova delusione d'amore (Maria Wodzinski), entrò nel 1838 la scrittrice George Sand che con lui, già malato di petto, partì alla ricerca di un clima mite. Dopo un soggiorno nell'isola di Majorca, all'eremo di Valdemora, ritornarono a Parigi. L'anno 1844 fu tristissimo per il grande compositore: gli giunse notizia della morte del padre, fu abbandonato dalla Sand ed ebbe un pericoloso aggravamento della malattia. Dopo un viaggio in Inghilterra e in Scozia per tenervi gli ultimi concerti, tornò nuovamente a Parigi dove morì. Temperamento romantico, ora elegiaco ed ora impetuoso, dotato di eccelsa sensibilità ritmica, valorizzò come nessun altro il cosiddetto colore armonico. Al vertice della sua produzione stanno i Notturni, pieni di incanto e malinconia. Grande è pure nei Preludi e negli Studi dalla commovente intimità, dall'affascinante languore, e nelle polacche, nelle mazurche, nei valzer, d'una grande tristezza. Lasciò 72 composizioni numerate, di vasto respiro. Opere principali: Quattro mazurke, op. 6, dedicate alla contessa Pauline Platner, Tre notturni, op. 9, a M.me Camille Pleyel, Dodici grandi studi, op. 10, a Franz Liszt, Sonata in “si bemolle”, op. 35, Polacca in “fa diesis minore” op. 44, Preludio in do diesis minore, op. 45, Polacca in “la bemolle maggiore”, op. 61.


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