Falcesoft (1997-1998) presenta: I Grandi Musicisti


Franz Liszt

Pianista e compositore ungherese (Raiding, 1811 - Bayreuth, 1886)

La sua vita può essere divisa in tre periodi corrispondenti agli aspetti principali della sua arte: la carriera di virtuoso di pianoforte (fino al 1847), che ha per centro Parigi; il soggiorno a Weimar (1847-61), che presenta la sua attività di direttore d'orchestra e compositore di musica sinfonica; il soggiorno a Roma (1861-70) nel quale nascono le grandi pagine religiose. Figlio di Adam, eccellente dilettante, iniziò gli studi a sei anni e, dopo rapidi progressi, fu inviato a Vienna (1821) per studiarvi pianoforte con C. Czerny e teoria con A. Salieri. Lo stesso Beethoven rimase ammirato del piccolo prodigio che otteneva ovunque i più entusiastici successi. Terminati a Parigi gli studi di composizione con Paer e Reicha, da questa città, sua seconda patria, iniziò quei viaggi artistici che gli procacciarono la fama d'essere il più geniale dei pianisti. La brillante carriera di virtuoso e di insegnante fu per qualche tempo rallentata dalla sua relazione con la contessa d'Agoult (in letteratura Daniel Stern) con la quale si ritirò a Ginevra; da questa unione Liszt ebbe tre figli: Daniel, morto in giovane età, Blandine e Cosima, che doveva diventare la seconda moglie di Wagner. Nel 1839, dopo quattro anni di silenzio, riprese la carriera di concertista percorrendo tutta l'Europa e destando ovunque entusiasmo che presto divenne vero fanatismo. Nel 1847 accettò il posto di Kapellmeister straordinario alla corte di Weimar, dove rimase fino al '61. In questo tempo sviluppò un'attività prodigiosa e Weimar divenne il centro e il focolare delle nuove tendenze musicali. Le opere della nuova scuola, sia drammatiche sia strumentali, vi erano eseguite con somma accuratezza, i nuovi problemi estetici venivano trattati in articoli e studi. Fu anche durante quest'epoca che Liszt scrisse molte di quelle composizioni per le quali va considerato fra gli innovatori della musica strumentale, come i 12 Poemi Sinfonici e le sinfonie Dante e Faust. Nel 1861 Liszt abbandonò Weimar, e seguendo un suo antico desiderio di dedicarsi all'arte sacra, venne a Roma, dove Pio IX gli conferì la dignità e il titolo di abate, e vi restò con poche interruzioni fino al 1870. Gli ultimi anni della sua vita li passò fra Roma, Weimar e Pest, sempre circondato e seguito da allievi e ammiratori fedelissimi. Come pianista non solo fu grande virtuoso, ma anche maestro, fondatore di una scuola e di un nuovo stile che tendeva a creare sulla tastiera effetti di potenza orchestrale; lasciò per il suo strumento una vasta produzione (varie raccolte di studi da concerto e trascendentali, rapsodie, notturni, ballate, inni di pellegrinaggio, armonie poetiche e religiose, ecc.). Liszt compositore è certo inferiore al pianista, ma mostra tale ricchezza di nuove possibilità da influire su molti musicisti contemporanei e posteriori. Dette forte contributo allo sviluppo della forma, creando i Poemi sinfonici (musica a programma) e una sonata ciclica. Amò il folklore, come si può riscontrare nella Leggenda di Santa Elisabetta, oratorio costituito da temi gregoriani e popolari ungheresi, e nelle Rapsodie ungheresi per pianoforte. Cercò pure di riformare la musica sacra tentando di fondere l'arte antica con la moderna (Cristo, S. Elisabetta, Messa ungherese dell'Incoronazione, ecc.). Più dell'opera predilesse l'oratorio perché pensava che la sola musica dovesse possedere in sé la forza di ricreare un quadro, senza l'aiuto di mezzi esteriori.


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