Falcesoft (1997-1998) presenta: I Grandi Musicisti


Niccolo' Paganini

Violinista e compositore (Genova, 1782 - Nizza, 1840)

Figlio di Antonio, un imballatore del porto, dilettante e appassionato di musica, ricevette i primi rudimentali insegnamenti dal padre; passò poi a studiare con Giovanni Servetto, Giacomo Costa e infine a Parma con Alessandro Rolla, celebrato violinista e compositore. Dotato di una natura indipendente ed eminentemente artistica, fece molto da sé, superando ben presto i suoi insegnanti. Esordì a 12 anni eseguendo delle variazioni da lui composte sull'aria francese La Carmagnole; la sua carriera concertistica, che doveva durare trent'anni, iniziò nel 1798. Condusse una vita avventurosa e sregolata, tra vizi e, spesso, seri imbarazzi finanziari. Col suo celebre Guarniéri (un magnifico strumento dal quale non si separò mai e che ora è conservato nel palazzo municipale di Genova). Diede concerti in molte città della Toscana (era a Lucca violinista e maestro alla corte del principe Baciocchi), nei maggiori teatri d'Italia, conseguendo in seguito strepitosi successi in Austria, Germania, Inghilterra, Francia. Ovunque suscitò un vero delirio di pubblico per la tecnica eccezionale e l'originale tempra di artista. Aveva aspetto alquanto spettrale ed atteggiamenti demoniaci, attorno ai quali sorsero molte leggende (la critica ha ormai fatto giustizia dei molti aneddoti fantastici innestati nella biografia di Paganini). Si dedicò per qualche anno alla chitarra, dove pure eccelse straordinariamente, e sempre moltissimo alla composizione; noti i 24 Capricci per violino solo, in forma di studi, i Concerti in mi bemolle e in si minore (La Campanella), le Variazioni per violino e pianoforte (Le Streghe, Carnevale a Venezia, Mosè, sull IV corda), meno noti i 6 Quartetti e le 12 Sonate. Per quanto come compositore sia interessante per certa novità nelle idee, per la frase agile e snodata, per l'eleganza delle forme, per ricchezza e profondità delle armonie, la sua fama resta legata soprattutto alla tecnica violinistica, non solo dell'esecutore virtuoso, ma del creatore virtuoso, che portò al culmine la tecnica di questo strumento, influendo con il suo trascendentalismo sui contemporanei, anche non violinisti (da Berlioz a Chopin, a Liszt): arpeggi, scale, trilli, bicordi, tricordi, quadricordi, seste, decime, sbalorditivi effetti di suoni armonici si trovano disseminati nelle sue opere, ed erano da lui eseguiti in tutte le posizioni con una facilità prodigiosa. Ai pregi di una tecnica per altri inarrivabile accoppiava una sempre correttissima esecuzione, una squisita sensibilità nervosa e un grande sentimento musicale. Logorato da una vita troppo intensa, e colpito da una terribile tisi tracheale, si ritirò nel 1839 sulla Costa Azzurra in cerca di climi più dolci. Per cinque anni la Chiesa non permise che il suo corpo riposasse in terra consacrata. Finalmente potè trovare sepoltura, prima nella Chiesa della Steccata a Parma e in seguito (1876) in quel cimitero.


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