Le origini della famiglia Coia si perdono nella notte dei tempi, ma l'avere rintracciato nell'archivio di Parma uno stemma, sotto il quale è notato il suo cognome, ha un significato altamente storico e araldico, perchè ciò dimostra che essa si acquista speciali benemerenze, tali da meritarsi una s'elevata concessione. Lo stemma di una famiglia non costituisce un avvenimento privato, perchè fin dai primi del 1500 era concesso solo a quelle persone che con i fatti e con la nobiltà delle proprie azioni acquistano speciale benemerenza, secondo la conferma data da un editto del 1613 del Duca di Savoia, nel quale si legge che la concessione di un'Arma araldica è "contrassegno honorabile di stirpi nobili et qualificate".
La Casata Coia si ritiene d'origine forestiera e sarebbe un'alterazione di Goja, antica ed illustre famiglia spagnola passata in Italia ed ivi restata anche in seguito alla dominazione spagnola. Il cognome Goja, per errate trascrizioni di manuensi, deve essersi alterato in Gioia, in Cola e Coia, diffondendosi poi altrove sotto tali casate. Non è stato possibile avere notizie storiche delle casate Coia di Spagna, dati gli ultimi avvenimenti militari.
Nella bella "Vie de Goja" d'Eugenio d'Ors, edizione Gallimard Paris, si parla di un Goja che è una sorta di "Uomo del Destino" della fine del secolo XVIII. Egli segnerebbe una profonda frattura nella compagine dell'epos nazionale. Capita a Madrid in un'ora di sovvertimento del costume mentre si disegna il deperimento delle classi dirigenti, si sollecitano le teorie di Voltaire, la gioventù dell'aristocrazia adotta il parlare della società equivoca e una giovane guardia del corpo, Godoy, diventa Primo Ministero. In mezzo a questa confusa farragine d'usi e d'ambigui costumi Goja mantiene l'atteggiamento di condanna e di solidarietà insieme per avere libero campo studiare le ambizioni e le virtù di tutti. Pittore ufficiale e denigratore della società che l'applaude, cortigiano e riformatore, stipendiato dai Borboni, amante di una delle più aristocratiche Duchesse di Madrid, si lascia coprire d'onore dalla Restaurazione, poi emigra in Italia, ritorna in Spagna dove accetta commissioni prelatizie, si lascia trascinare dalle orgie seminate dal passaggio di Giuseppe 1°, diviene un personaggio di primo piano e, descrivendo al vero la società pare che dica "Divina Civiltà riforma questi uomini, folla d'ignoranti e denigrati, e riforma anche m'a loro simile per natura, me, anche il loro fratello". Goja vide il mondo come una carnevalata che finì in un tumulto sanguinoso, ed è stato in arte il piu grande dei sadici. La Spagna del secolo XIX ha finito per inalzare Goja al rango di "Suo genio nazionale".
Nel volume IV del Moroni "Storia del movimento religioso nel mondo" si legge che nell'anno 1050 si tenne nella Spagna il concilio Coiancese che stabili' norme pratiche sulla morale del clero. Il nome del concilio deriva da una citta iberica "Coiace" aggettivo di Coia che si riallaccerebbe ad un'usansa antica di derivare i nomi o dai luoghi o da città illustri, oppure fondarle prendendo a nome quello di una Casata.
Nell'anno 1689 si trovano citate nella storia veneziana due virtuose sorelle bresciane Elisabetta e Francesca Coia che ebbero, in concessione la chiesa di Mazorbo a Venezia. Ivi fondarono un monastero per vergini donzelle che si dissero eremite cappuccine di Mazorbo. Nel volume III del Moroni, sopraricordato, si trova pure cenno di un tale Coia Nessir che illustrò, insieme con altri scenziati ed astronomi del suo tempo le Accademie di Balk e Samarcanda dopo il secolo XIII.
A Verona vi sono pure ripetute tracce di famiglia Coia che si sono distinta per nobiltà ed hanno avuto cariche civiche, ma molto più frequenti sono i Coia nel mezzogiorno d'Italia dove ebbero sede stabile diversi rami che si tramandarano fino a noi. Il loro cognome si trova scritto indifferentamente come Coia e Gioa. La tipografia Marcantonio a Manoppello di Pescara, nel 1912 pubblicava un volumetto scritto da un tale Coia canonico e parroco a Pescara, nel quale si riportava un discorso tenuto nella cattedrale per commemorare i nostri soldati caduti nella guerra d'Africa e nel quale egli, mantenendo le nobili tradizioni patriottiche dei suoi avi, dava un inno al valore di nostra gente che sa eroicamente combattere e, se necessario, dare il sangue e la vita per la patria.
Il nome Goja è celebre nell'arte della pittura spagnola e capostipite di una nuova scuola di artisti del pennello.
Non ci sembra strano affermare che da Goia posso essere derivato, per errata scrittura, quello di Gioia perchè la ' vicina alla g si confonde, specie se la calligrafia è tremula come rilevasi nei manoscritti antichi. In tal caso dovrebbe riallacciarsi all'antica casata quell tale Flavio Gioia d'Amalfi che la tradizione presenta come il divulgatore della bussola e delle scienze marinare apprese dagli arabi. Ciò si riallaccerebbe a quel Coia Nessir di cui abbiamo parlato. Il cognome Gioia è oggi iscritto nella nobiltà Italiana di Napoli.
Anche il cognome Cola, facilmente derivabile da Coia, in cui il segno della i male scritto, potrebbe aver portato a interpretato una l sarebbe da discendenza dei Coia, e ovunque se ne trovano tracce. Nelle arti del cesello è conosciuto un tale Jacopo Cola da Parma orefice e gioielliere al quale Paolo dei Dogi genovesi dedico un trattato sulle pietre preziose detto il "Lapidario" Questo Cola è quello stesso che nel 1477 fece parte della squadra correggese nei tumulti che tribolarono la città.
Si può perciò concludere, senza tema di andare errati, che la famiglia Coia, diventate una delle famiglie Italiane nobili per origini e tradizionalmente patriota deve essere amoverata, per le sue elette virtù, tra i figli di questa terra latina che da Roma trae la sua forza e le sua potenza.
La suddetta cronistoria e il risultato delle ricerche eseguite nella Biblioteca Nazionale.
Prof. Enrico Pantarelli
9 Marzo 1937.
The origins of the Coia family are lost in the mists of time, however a coat of arms has been found in the Parma archives with the family name on it. This is of great historical and heraldic importance, demonstrating that it was acquired by special merit; one that would be deserving of such a high honour. The coat of arms of a family does not constitute a private event, because at the beginning of the 1500's it was granted only to those persons who by noble acts acquire special merit, according to the confirmation given by an edict of 1613 of the Duke of Savoy, in which one reads that the granting of a heraldic coat of arms is "honorable mark of noble origin".
The Coia family is thought to be of foreign origin and could be an alteration of Goja, the ancient and illustrious Spanish family who came to Italy and remained there following Spanish domination. The Goja surname, due to manual transcription errors, may have been changed to Gioia, Cola and Coia, spreading itself elsewhere under these family names. It has not been possible to find historical references to the Coia lineages of Spain, dating from the last military events.
In the beautiful "Vie de Goja" by Eugene d' Ors, Gallimard edition Paris, one speaks of a Goja who is a sort of "Man of Destiny" at the end of the 18th century. It would mark a deep fracture in the body of the national epic. Understood to Madrid in an hour of subversion of the morals while one was making designs on the decline of the ruling classes, one solicits the theories of Voltaire, the youth of the aristocracy begin to speak about an equal society and one young body guard, Godoy, becomes prime minister.
In the middle of this confused medley of customs and ambiguous morals, Goja maintains an attitude of condemnation and solidarity together to have an open view to study the ambitions and the virtues of all. Official painter and detractor of the society that loves him, the courtier and reformer, salaried employee of the Bourbon family, lover of one of most aristocratic Duchesses of Madrid, he allows himself to be draped in honour of the Restoration, emigrates to Italy, then returns to Spain where he accepts religious commissions, lets himself be dragged into the orgies seeded by the passage of Giuseppe 1st, becomes a high-ranking figure, and, describing truly the equal society that says "Divine Civilization reform these men, crowd of ignoramuses and denigrates, and also those similar to them in nature, and me, their brother". Goja saw the world as a joke that ends in a bloody commotion, and has been in art the greatest of the sadists. Spain of 19th century XIX has finished by lifting Goja to the rank of "Its national genius".
In volume IV of Moroni's "History of the religious movement in the world" one reads that in year 1050 a "Coiancese" council was held in Spain to establish practical norms on the morals of the clergy. The name of the council comes from an Iberian city, "Coiace", the adjective of Coia; that ties it to the ancient practice of deriving names from places or from illustrious cities, or in founding them takes as a name that of a family.
In 1689 there are references in Venetian stories to two virtuous sisters from Brescia, Elisabetta and Francesca Coia who were given in a concession the church of Mazorbo in Venice. Here they founded a monastery for virgin maidens who called themselves Capuchin hermits of Mazorbo. In volume III of Moroni, the most famous, we find mention of a certain Coia Nessir that illustrates, with other astronomers of his time the Academies of Balk and Samarkand after the 13th century.
In Verona there are also traces of the Coia family who had been distinguished for their nobility and had held civic office, but far more frequently mentioned are the Coias of the south of Italy where stable centres with various branches have been handed down to us. Their surname is found written interchangeably as both Coia and Gioa. In 1912 the printing house "Marcantonio a Manoppello" in Pescara, published a small volume written from a certain Pescara parish priest, Canon Coia, which describes a speech given in the cathedral to commemorate our fallen soldiers in the war in Africa and in which he, spoke of the noble traditions of our patriotic ancestors, gave a hymn to the valor of our people who know how to fight heroically and, if necessary, to give their blood and life for their native land.
The Goja name is famous in the art of the Spanish painting and prototype of one new school of artists of the paint-brush.
It does not seem strange to assert that from Goia can be derived, by transcription errors, that one of Gioia why the ' near the g gets confused, especially if the handwriting is shaky like that in old manuscripts. Thus, the ancient lineage would include Flavio Gioia d' Amalfi, who according to tradition, popularized the compass, and marine sciences learned from the Arabs. That would establish a link to that Coia Nessir of whom we have spoken. The name Gioia is today part of the Italian nobility of Naples.
Also the last name Cola, easy derivable from Coia, in which the sign of the written evil, it could have carried to interpreted a l would be from descendant of Coia, and traces are found everywhere. In the "limbs of the chisel" a certain Jacopo Cola Parma is known as a goldsmith and jeweler to which the Genovese Paul dei Dogi I dedicate a treatise on precious stones, known as the "Lapidario". This Cola is that same one that in 1477 was part of the reform gang during the commotion that tormented the city.
It can therefore be concluded, without fear of error, that the Coia family, became one of the noble Italian families by its origins and traditional patriotism, for its noble virtues, between the sons of this Latin earth that from which Rome draws its force and its power.
The aforesaid chronicle is the result of research carried out in the National Library.
Prof. Enrico Pantarelli
9 March 1937.