Cinema e critica futurista
La critica cinesonora, teatrale, pittorica ecc., dovrebbe essere, quanto si può, veloce, sintetica ed esattamente valorizzatrice: dovrebbe essere piuttosto chiamata valutazione.
Dobbiamo tenere presente che viviamo nel tempo della meccanica e della matematica, e che ci avviamo sempre più verso la concezione meccanizzata della vita e quindi dell'arte.
Si va verso una concezione positivista che invade ogni campo dell'arte e della scienza. Non confondiamo però positivismo con materialismo; il nostro tempo è positivista e non materialista.
Il calcolo moderno ci porta inevitabilmente verso la più alta concezione spirituale della vita.
"Vedrete Iddio faccia a faccia". Non si può dire sino a quale punto si avvererà questa profezia, ma è certo però che ci avviamo speditamente verso la conoscenza integrale di occulte verità spirituali. Del resto, lo spirito non è fantasia, non è leggenda, non è retorica e non è vana poesia; le estrinsecazioni dell'anima verranno misurate come oggi misuriamo il carico d'antenna negli impianti radio.
Percè dunque la critica d'arte deve rimanere allo stato di prolisso monologo nella mente e nella penna dell'eminente critico-giornalista?
Percè valutare un'opera d'arte cominciando ogni volta dalla creazione dell'uomo?
D'altra parte perchè raccontare l'intreccio e poi chiudere l'articoletto lasciando il lettore con un palmo di naso?
Ad esempio, valutazione di un lavoro cinesonoro, interessa: 1. Il pubblico; 2. Il tecnico; 3. L'artista; 4. L'industriale. A nessuno dei quattro interessa conoscere l'intreccio.
D'altra parte esaminando succintamente i valori delle opere passate in rassegna e mettendoli chiaramente davanti agli occhi del pubblico creeremo metodicamente in esso una abituale coscienza capace di distinguere con esattezza ed efficacia.
Io stesso mi accorgo ogni giorno di essere prolisso malgrado mi attenga ad una critica sintetica dei lavori cinematografici. Il vero valore di un'opera cinesonora dovrebbe essere dato invariabilmente da un numero che rappresenti una proporzione convenuta.
Il cinesonoro è composto di varie parti indissolubili ma chiaramente distinguibili: Intreccio. Quadri. Sonoro. Recitazione.
E il lavoro drammatico: Intreccio. Scenografia. Recitazione.
E il lavoro drammatico musicale: Intreccio (in questo caso libretto). Scenografia. Musica. Interpretazione.
Scomposti così i lavori rappresentati nelle diverse parti caratteristiche ed essenziali, se ne possono rappresentare con un numero i diversi relativi valori; anche se oggi non si può seguire stretamente questa valutazione è indubbio che, man mano che la coscienza del pubblico e degli interessati si affina e si sviluppa, la valutazione futurista deve tenddere alla più sintetica delle forme di valutazione, quella espressa da una frazione numerica.
Arnaldo Ginna, in "Futurismo" - Roma, 20 novembre 1932