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Ovosodo



Dopo aver conquistato il Lido (Gran Premio della Giuria), arriva nelle sale Ovosodo, terza pellicola del regista livornese Paolo Virzì (La Bella Vita, Ferie D'Agosto). Ovosodo è la storia semplice e piuttosto comune di un ragazzo della Livorno popolare, raccontata in prima persona e scandita da lapidarie annotazioni su un diario di scuola. Protagonista ne è Piero, un adolescente un po' timido e sognatore con la faccia segnata dai brufoli, uno dei tanti ragazzi che, zaino in spalla, vediamo ogni mattina recarsi a scuola. Di Piero, detto "Ovosodo" (da qui il titolo del film), Virzì racconta i primi anni di vita, quelli passati al fianco della madre malata, l'adolescenza, segnata dai primi amori e dai travagli esistenziali, e l'ingresso nell'età adulta, foriero di sogni infranti ma anche di grandi conquiste. E' con uno stile asciutto e grande garbo che Virzì affronta l'argomento. E' con grande semplicità e senza falsa retorica che parla dei ragazzi di oggi ed è forse questo ad aver suscitato alla Mostra del Cinema di Venezia le simpatie del pubblico, in gran parte formato da giovani. Infatti Virzì rispetto ai precedenti Jack Frusciante e Tutti Giù Per Terra, "romanzi di formazione" un po' sguaiati, prigionieri di un pessimismo da luogo comune e popolati da figurine opache prive di ogni sprazzo vitale, restituisce al periodo adolescenziale la sua gioiosità, pur documentandone i dolori e i tormenti, ed ai ragazzi l'energia vitale tipica della loro età.

Non sono "i giovani della generazione X" quelli che Virzì ci propone, ma i ragazzi veri, quelli che popolano le nostre scuole, le nostre città... Tutti conosciamo un Piero timido e con i brufoli, o un Tommaso anarchico e miliardario, o una Susy goffa e con l'apparecchio...
Insomma una volta tanto il riferimento è a ragazzi reali, tanto più reali in questo caso perché interpretati da giovani presi nelle scuole o per la strada. Virzì infatti ha voluto nel suo film che a vestire i ruoli principali fossero tutti attori non professionisti, una scelta questa che ha dato ottimi risultati: infatti da Edoardo Gabbriellini, il protagonista, a Alessio Fantozzi, fratellone ritardato, gli attori sono tutti straordinari. Oltre al protagonista, degni di nota sono Marco Cocci, rampollo ribelle sullo schermo come nella vita, e i giovanissimi Matteo Campus e Malcom Lunghi che vestono i panni di Piero all'età di 7 e 13 anni. Poi c'è Claudia Pandolfi, unica professionista del gruppo insieme a Nicoletta Braschi, che con un intenso cammeo dimostra di essere, malgrado la giovane età, un'attrice matura.
Un film godibile, dunque, Ovosodo, con un cuore tenero.

© 1997 reVision, Maria Stella Taccone



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