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Nella Società Degli UominiIn The Company Of Men - 1h 33'Realizzato in sei settimane di lavorazione con un piccolissimo budget ed accolto da ottime critiche ed un buon successo di pubblico in terra d'America, Nella Società Degli Uomini, presentato nel corso del 1997 al Sundance Film Festival ed al Festival di Cannes, inserisce il classico triangolo sentimentale nello spietato ambiente di una grande azienda e lo fa cambiandone radicalmente i connotati. Di formazione teatrale, il regista Neil LaBute, qui al suo esordio cinematografico, sceglie di collocare volutamente l'azione in uno spazio indefinito. In che città ci troviamo? in che epoca? tutto questo per lui ha ben poca importanza, non avendo il mondo delle grandi aziende americane subito notevoli mutamenti nel corso degli anni: le camicie sono sempre bianche, i vestiti sempre scuri, "solo le cravatte degli uomini d'affari possono essere cambiate nel tempo"! E' però evidente quanto gli anni ottanta, caratterizzati dal boom economico, siano ormai lontani e come la giusta collocazione non possa che essere quella del decennio in cui viviamo, gli anni novanta, gli anni della crisi. I protagonisti del film di LaBute sono si degli uomini in carriera, yuppies, arrivisti, ma più che lottare per conquistare il potere sono spinti dalla paura di poterlo perdere. Chad, l'affascinante Aaron Eckhart al suo primo ruolo da protagonista, e Howard (Matt Malloy) sono due "colletti bianchi" in viaggio d'affari, inviati dalla loro azienda a trascorrere le successive sei settimane presso una sede secondaria in fase di ristrutturazione. Abbandonati dalle rispettive fidanzate ed insoddisfatti della propria vita lavorativa, i due meditano vendetta e sarà Chad a stabilire il piano d'azione: trovare una ragazza, la più indifesa, la meno abituata a piacere agli uomini, corteggiarla a turno, farla illudere, convincerla della sincerità del loro amore e poi, all'improvviso, farle scoprire la verità, abbandonarla alle sue lacrime e riderne per gli anni a venire. Vittima designata è Christine (Stacy Edwards), una ragazza sorda, dattilografa nel loro ufficio. Quale migliore bersaglio per due uomini come loro? Chi più di lei potrebbe essere distante dall'equilibrio creatosi fra Chad e Howard? Fiori, cenette romantiche, dichiarazioni d'amore; tutto procede come stabilito, ma l'accordo fra i due "amici" mostra ben presto i propri limiti e se Howard, personaggio molto discutibile e meschino, che reca in sè la rabbia dell'americano medio, ne esce sconfitto, il bel Chad potrà continuare a coltivare impunemente il proprio desiderio di potere e di controllo su tutto ciò che lo circonda. Perchè Chad è tanto dolce da risultare sempre credibile, e nei meccanismi di una grande società nella quale falsità, ipocrisia ed arroganza sono le migliori armi per emergere, il suo personaggio non può che risultare eternamente vincente. Nella Società Degli Uomini è un film crudele che non lascia spazio alla speranza e che, privo com'è del benchè minimo finale consolatorio, proprio da tale sfida, dalla provocazione in ciò insita, trae la propria forza. Può non entusiasmare, nel suo minimalismo, può non affascinare, nella sua glacialità, ma il nostro mondo è anche questo e Neil LaBute riesce perfettamente nel proprio intento: interessare lo spettatore senza fornirgli alcuna chiave di lettura, farlo riflettere sollevando problemi piuttosto che dando risposte, e la camera fissa, i lunghi piani sequenza, il totale disinteresse verso il montaggio non fanno altro che obbligare il pubblico ad una maggiore attenzione a quanto viene descritto: dialoghi in evidenza, quindi, e nessuna distrazione. © 1997 reVision, Carlo Cimmino |
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