Estratti dai dialoghi del film BONNE CHANCE.


A casa di Claude (Sacha Guitry), il pittore è ancora addormentato. Si sente bussare alla porta. Il pittore si sveglia, di cattivo umore.
Claude. - Ah! Ah! No! Lasciatemi dormire! (La porta si apre su Marie (Jacqueline Delubac). Il tono cambia improvvisamente Scusate. (Marie bisbiglia qualcosa. Claude risponde bisbigliando) Non sento.
Marie. - Abbiamo vinto!
Claude.- Abbiamo vinto!
Marie. - Sì!
Claude. - No! E che cosa abbiamo vinto? (Marie mostra una borsa di cuoio) Ah, una valigia!
Marie. - No, il primo premio! (Claude si strangola) Sì, due milioni! Sì. sì, sì, due milioni!
Claude. - Non è vero!
Marie. - Sì, ecco il vostro.
Claude. - Il mio?
Marie. - Evidentemente. Il mio, l'ho subito depositato in banca. Il vostro, ne farete cosa vorrete.
Claude. - No, allora siete... Non penserete che io accetti un milione da voi. Ah, no!
Marie. - Voglio che lo accettiate. Se non lo volete, potete darlo ad un povero. Ma vi giuro che non lo riprenderò. Ah no, per esempio!
Claude. - Vi prego di portarlo via immediatamente!
Marie. - Neanche per un milione, nemmeno per tutto l'oro del mondo. Ah, no! Ero già superstiziosa prima di conoscervi, ma dal giorno in cui mi avete detto «buona fortuna», lo sono diventata ancora di più e, se rifiuterete ciò che vi devo, vi assicuro che mi porterà sfortuna. Tutto quello che posso accettare è...la metà.
Claude, rasserenato. - Ah, la metà del milione.
Marie. - Ma no, del biglietto, cinquanta franchi.
Claude. - Vi darò cinquanta franchi, ma non voglio accettare un milione... o allora... o allora...
Marie. - O allora?
Claude. - ...o allora, oh... o allora, spendiamolo insieme, sì tutti e due. Ah sarebbe magnifico e delizioso...
Marie. - Sì, ma c'è che, sfortunatamente...
Claude. - Lo so, lo so...
Marie. - No, non sapete!
Sono in faccia l'una all'altro e lui le tiene le mani fra le sue.
Claude. - Lo so, lo so. So che siete fidanzata e che dovete sposarvi!
Marie. - Come fate a saperlo?
Calude. - Da vostra madre, troppo felice di raccontarmelo! Visto che si è immaginata, mi chiedo veramente perché d'altronde, che io vi trovi carina, che sia sul punto di farvi la corte. Soltanto, io so che il vostro fidanzato è partito per tredici giorni. Ora, sapete, non mi conoscete, ma non mi occorre molto di più di tredici giorni... per spendere un milione. Ah, sarebbe delizioso. E poiché sposate un altro, sarebbe anche malizioso fare insieme il vostro viaggio di nozze (Marie rifiuta ridendo) Oh, sì, oh sì, il carro davanti ai buoi, il viaggio di nozze prima del matrimonio! Andiamo a farli anche noi tredici giorni. Vi farò girare, vedrete. Faremo una lista di tutte le cose che abbiamo voglia di fare, di vedere o di rivedere. Realizziamo i nostri sogni e tra... tredici giorni, vi porterò in municipio, no alla porta del municipio, e vi dirò addio, augurandovi «buona fortuna». Avrò speso il mio milione ed ho già l'impressione che sarà il miglior ricordo di tutta la mia esistenza. Naturalmente viaggerete col mio nome. (Marie reagisce) Ah, i fratelli e e le sorelle hanno sempre lo stesso cognome, perché questo viaggio lo farete come se foste la mia sorellina. (Cambiando tono:) Soltanto, se vogliamo farlo, non c'è un minuto da perdere! Bisogna partire domani mattina. Soltanto, se vogliamo partire domattina, bisogna che ci ritroviamo stasera alle dieci, che mangiamo insieme, per studiare il piano del nostro viaggio! Allora, ascoltatemi, vi do appuntamento alle sei, mettiamo cinque e mezzo. (la ferma sulle scale) He, mettiamo le cinque, che sarà già lungo restare fino alle cinque senza rivederci - parlo per me - allora, diciamo alle cinque davanti agli elefanti!
Marie. - Quali elefanti?
Claude. - Quelli dello zoo. Preferisco gli elefanti ai colibrì, perché da lontano si vedono meglio.
Marie. - A tra poco.
(...)

Allo zoo, Claude, vestito elegantemente, ha cambiato aspetto. Lancia un'occhiata ad un'affascinante creatura che porta cappello, veletta, tacchi alti che si avvicina al recinto degli elefanti. Claude e la ragazza vanno l'uno verso l'altra, si incrociano, si guardano e si riconoscono.
Marie, indignata. - Ah, siete voi!
Claude. - Sì, sono io.
Marie. - e siete voi che mi guardate in quella maniera! E' vergognoso: avete appuntamento con me e guardate un'altra donna.
Claude. - Sì, ma quella donna, siete voi.
Marie. - Sì, ma non lo sapevate, è indegno!
Claude. - Ne convengo. Ma, cosa volete, non è colpa mia, se siete meglio di voi.
Marie. - Io non vi ho guardato.
Claude. - Questo prova semplicemente che non sono meglio di me. E poi, tanto per cominciare, da quando in qua le sorelle fanno scene di gelosia ai fratelli maggiori?
Marie. - E' vero, è vero, non ci pensavo più.
Claude. - Se potessi farvelo dimenticare completamente. Usciamo, usciamo, anche se siamo già fuori, bisogna uscire lo stesso. Non vi stancherà fare tutto il giro? (...)


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