Estratti dai dialoghi del film Erano Nove Celibi


La camera della Contessa. Clémentine (Pauline Carton), la domestica, sta riassettando. Una porta sbatte violentemente, una, due tre volte. Ad ogni colpo Clémentine sussulta.

Clémentine. - Oh, la si sente arrivare da lontano, quella là. (La porta si apre ed appare la Contessa Stacia (Elvire Popesco)). Alla maniera di sbattere le porte, si indovina che la signora è di buon umore.
Stacia. - E bene, ci si sbaglia! Sono in una collera indescrivibile!
Clémentine. - Devo interessarmene, signora Contessa?
Stacia. - Non fate niente, soprattutto! Chiamate piuttosto l'avvocato Renard.
Clèmentine. - Al telefono?
Stacia. - Naturalmente, al telefono. Volevate forse chiamarlo per radio?... Che deplorevole mania di porre delle domande.

Nel frattempo, all'interno del ristorante "Au Melon d'Espagne". Jean (Sacha Guitry) e Louis (Henri Cremieux) mangiano dei frutti.

Jean. - Ebbene, vecchio mio, figurati che, giustamente, essere onesto era il mio sogno.
Louis. - Mi stupisci.
Jean. - Parola. Soltanto, ecco, mi è mancata l'occasione. E sai perché? Perché non se ne ha mai, per così dire, l'occasione.
Louis. - Non si ha l'occasione di essere onesti?
Jean. - Molto raramente. Mentre, almeno venti volte al giorno, hai l'occasione di essere disonesto. Prova ne è il fatto che può diventare una professione. Si dice «ladro di professione». E' illegale, certo, ma sfama l'uomo! Mentre, essere onesto, non è un mestiere...
Louis. - E' una virtù...
Jean. - Perfettamente. Chi dice mestiere, dice tecnica - ora non c'è tecnica nell'onestà. Per provare di essere onesto, bisogna che tu abbia già una professione. Uno che fosse solo onesto e che non sappia fare altro, morirebbe di fame. Essere onesto, è negativo: è non fare niente di disonesto. Con tutto ciņ, non voglio dir male della gente onesta, nota bene...
Louis. - Meno male.

Nel salottino della Contessa.

Stacia. - E allora, quest'avvocato?
Clémentine. - Sta suonando, signora contessa.
Stacia. - Sta suonando! Come siete esasperante, figlia mia! Vedete che sono sui nervi e bisogna, per giunta, che mi rispondiate con un tono riprovevole, per il piacere di provarmi che sono ingiusta! D'altra parte, sono perfettamente ingiusta, in questo momento, è vero. Ecco cento franchi per il disturbo.
Clémentine. - Oh! Ma io... mi piace quando la signora è ingiusta - grazie Signora - perché, appena è ingiusta, diventa equa. Pronto, l'avvocato Renard?

Al ristorante "Au Melon d'Espagne".

Louis. - Ma poiché mi dici che avresti voluto essere onesto, perché non ci provi, allora?
Jean. - Pff!... È come quelli che dicono: lavora - a qualcuno che non sa fare niente. Lavorare quando non si sa fare niente, vuol dire prendere il posto di un altro e impedirgli di guadagnare la sua vita - ed è molto brutto! D'altra parte, perché dovrei lavorare, visto che me la passo bene così da più di vent'anni! Ti rendi conto di quanto spendo all'anno?
Louis. - Non mi preoccupo per i soldi che spendi. E' piuttosto la tua maniera di guadagnarli che mi tormenta.
Jean. - Infischiatene! ... Ho forse dei problemi gravi?... Mai. D'altra parte, detto tra noi, mi vanto - e in fondo non sono talmente disonesto, soltanto, ho fortuna - e ne ho doppiamente: perché ho delle idee innanzi tutto, e poi perché le persone elle quali mi imbatto non sono mai molto scrupolose - così l'avventura prende apidamente un aspetto di «giustizia immanente» che allontana da me ogni rimorso eventuale!
Louis. - Ma...se dovessi dare un nome alla professione che eserciti?
Jean. - Direi che sono intermediario - cioè che intervengo tra il venditore ed il compratore. Mi interpongo tra colui che è sul punto di versare una somma e colui che la riceverà. Trasmetto la somma, capisci.
Louis. - Sì... e mentre quella passa...
Jean. - Prelevo un'imposta. Devi sapere che, sulla terra, la metà degli umani cerca l'altra metà. Gli uomini e le donne, per me, sono come delle mele tagliate in due... ogni metà corre dietro alla sua metà. D'altra parte, gli uomini non chiamano le loro donne la loro metà? La disgrazia è che, sovente, si sbagliano di metà... e sono queste le coppie disgraziate. Quando le due metà di una mela s'incontrano... (Cerca con lo sguardo e scopre un'altra coppia, ma di innamorati)....ottieni quella meraviglia che si chiama amore!... Ebbene, se un uomo ed una donna fanno le due metà di una mela, due uomini, sovente, fanno le due metà di un caco...

Il salottino della Contessa. Stacia si è cambiata ed č sul punto di uscire.

Clémentine. - La signora non dimentica che il signore verrà a passare la serata con lei...
Stacia. - Non ho l'abitudine di dimenticare certe cose. Occupatevi dei vostri affari, vi prego. Ma avete fatto bene a ricordarmelo. Quanto sono stata ingiusta! Aggiungete sul quaderno dei conti: ingiustizia... heu...
Clémentine. - Cento franchi.
Stacia. - No, cinquanta.
Clémentine. - Visto che la signora è una buona cliente, posso farle uno sconto. Grazie, signora contessa.
Stacia. - E direte al signore che tornerò alle nove e mezza, al massimo.
Clémentine. - Al massimo? Lo farò pazientare, signora.
Stacia. - Pazientare? Non ricominciate con le critiche!
Clémentine. - Va bene, signora.
Stacia. - Vi assicuro che col carattere che avete, non sono stupita che siate rimasta zitella!
Clémentine. - Ma non sono zitella, signora.
Stacia. - ?
Clémentine. - No, sono sposata da venti sette anni.
Stacia. - Signor Gesù!... Ma non vedo mai vostro marito...
Clémentine. - Neanch'io, signora. Non l'ho più visto da undici anni. Una sera, è uscito per comprare dei fiammiferi - e non è mai ritornato!
Stacia. - Da undici anni, gran Dio... e cosa ne pensate?
Clémentine. - Penso che non ne abbia trovati, signora.

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