La voce di Jean Martin (Sacha Guitry, il narratore):
- Tre pittori
di genio dipingevano a quell'epoca tre durevoli capolavori e rendevano immortali
due potenti monarchi. Jean Clouet cominciava il ritratto del re Francesco
I, mentre Hans Holbein terminava il ritratto di Enrico VIII d'Inghilterra.
Nel frattempo, a Venezia, Tiziano lavorava ad un altro ritratto del re
Francesco di Francia, che ci sembra più somigliante del primo. Aveva
compiuto quest'opera magnifica in condizioni sorprendenti...
A Fontainebleau. Il Re Francesco I posa per Clouet.
Francesco I. - Clouet, sapete come siano le gambe di mio cugino,
il re d'Inghilterra Enrico VIII?
Clouet. - No, lo ignoro, maestà.
Nello stesso momento, in Inghilterra, Hans Holbein termina il ritratto di Enrico VIII.
Enrico VIII.- Our brother of France is no ill-favoured man but we deem his legs not to be handsome as our own. (Nostro fratello di Francia non è un brutto uomo, ma riteniamo che le sue gambe siano meno belle delle nostre.)
A Fontainebleau.
Francesco I. - E' convinto che siano più belle delle mie.
Ne dubito molto, benché sia un uomo abbastanza bello. (Il re
cammina parlando) Ora, sapete che questa questione, che dovrebbe essere
secondaria, è il punto di partenza di una rivalità che ritarda
senza sosta un'alleanza difficile da concludere - ed eppure auspicabile
- tra l'Inghilterra e la Francia. State lavorando, Clouet?
Clouet. - Sì, Sire, lavoro.
Francesco I.- Mi date l'impressione di qualcuno che resta immobile,
raggelato davanti al suo lavoro.
Clouet. - Immobile? Signore! Se Vostra Maestà potesse esserlo
un po' di più, io lo sarei molto meno.
Francesco I - Sareste geloso di Tiziano?
Clouet. - Del Tiziano?
Francesco I. - Che sta eseguendo in questo momento il mio ritratto
a Venezia...
Clouet. - A Venezia?
Francesco I. - Sì, gli ho fatto pervenire una medaglia assomigliante
ed il più sontuoso dei miei abiti tramite il cardinale di Lorena
che è, inoltre, incaricato di indicargli il colore esatto dei miei
occhi.
Entra un bambino di circa otto anni.
Francesco I. - Siete voi, mio figlio? Avvicinatevi e venite sulle
mie ginocchia. Che età avete adesso?
Il Delfino. - Avrò presto otto anni, Signor Padre.
Francesco I. - Già otto anni... è giunto il momento
di sposarvi. Se sposaste la figlia di Enrico VIII, questo matrimonio smusserebbe
tanti spigoli inglesi...
In Inghilterra, dal re Enrico VIII. Una bambina è entrata nella sala.
Enrico VIII. - Ah! My sweet little daughter! It is time we seek a husband for you and we perceive you Queen of France. (Ah! La mia piccola figlia amata! È tempo di darti in sposa. E ti vedo già Regina di Francia.)
A Fontainebleau.
Francesco I a suo figlio. - Ma sto formando un progetto che mi
tenta molto di più e, senza tardare, offrirò la vostra mano
alla nipote di Clemente VII, Caterina de' Medici. Siete nati lo stesso
giorno. Cresce in un convento e sono sicuro che possiede quella dolcezza
di carattere che aveva la sua squisita madre... Visione fuggitiva del
convento italiano in cui vive Caterina. Si sta picchiando con le sue piccole
compagne.
Francesco I. - Clouet, volete farmi un piacere? In qualche tratto,
rapidamente, fatemi un ritratto del Delfino, ch'io possa inviarlo al Papa
e che veda della sorta quanto mio figlio sarà un gentil marito per
sua nipote. (A suo figlio:) Sedetevi, Signore, prendete il mio posto
e restate lì, ben di profilo, bene immobile e soprattutto non fate
smorfie. (A Clouet, che ha cominciato a dipingere il Delfino su una
minuscola tela:) Clouet, che il ritratto sia minuscolo, un medaglione.
Io non ho riuscito bene il suo mento. Voi avete più talento di me,
Clouet! Fatelo meno sfuggente, a vostro gusto...
Un po' più tardi, a Fontainebleau. Francesco I scrive e si legge nello stesso tempo ad alta voce:
- Se Vostra Santità vuole accordarmelo, mi permetto di sollecitare per il Delfino di Francia...
Al Vaticano. Il Papa legge la lettera di Francesco I.
Clemente VII. - ...la mano di Caterina. Vedo in questa unione garanzie di pace durevole e di felicità. Vostro figlio molto pio, Francesco. » (Al suo cameriere:) Ringrazio l'altissimo della gioia che ha voluto darmi - presto - due uomini fidati, discreti e coraggiosi: mio nipote Ippolito e quel suo amico, il giovane Spanelli! (Testo in italiano, ndr)
Clemente VII, mentre guarda il ritratto del delfino eseguito da Clouet.
Clemente VII. - Il delfino è incantevole. Il profilo purissimo e un mento squisitamente modellato. (Testo in italiano, ndr) (...)
A Roma, 1533. Caterina de' Medici si avvicina al trono papale, salutata dai vescovi e dai cardinali. Il Papa si curva su di lei e la bacia in fronte.
Clemente VII. - Vieni! Vieni! Caterina dei Medici! Forse un giorno tu sarai una Regina. Non posso dire di più, ma fino da oggi ti prendo sotto la mia protezione e voglio che tra qualche mese tu sia la più colta, la più compita Principessa d'Europa. (Ai presenti: ) Insegnategli il francese e sopratutto l'inglese, perché per governare la Francia bene, bisogna conoscere bene l'inglese. (Testo in italiano, ndr)
Alla stessa epoca, a Fontainebleau, in un salone. Una ragazza dà lezione di inglese al Delfino.
La ragazza. - I have...
Il Delfino. - I have...
La ragazza. - Thou hast...
Il Delfino. - Thou hast...
La ragazza. - Not « zow ast », thou hast... Pray, young
Sir, say « Thou »...
Il delfino. - No. Io dico « zow ».
La ragazza. - But you should say « Thou »
Il Delfino. - No. Dico « Zow » e non ricevo ordini da
nessuno...
In quel momento entra il Re.
Francesco I. - E' spiacevole essere il padre di un simile sciocco!
Mi piace che ci si rivolti, e comprendo che un Principe abbia difficoltà
a tollerare l'altrui autorità, ma voler pronunciare l'inglese a
sua maniera è una prova evidente di stupidità! Al lavoro!
E in quanto a voi, Madame... (cambia bruscamente di tono, scorgendo
il volto della ragazza) Come vi chiamate, Madame?
La ragazza. - Anna Bolena, Maestà.
Francesco I. - Anna Bolena? Siete molto graziosa, Anna Bolena.(A suo figlio:)
E voi vi rivoltavate davanti a due occhi simili? Ed eravate in disaccordo con un
tale viso? Dovreste arrossire di vergogna...Uscite, Signore, uscite! Andate a pregare
Nostro Signore. (Il Delfino si allontana.) E cercate di ottenere la sua grazia,
prima della mia. Uscite!
Il delfino si allontana.
Francesco I. - Vorrei riparare la sua colpa...(Si siede di fronte ad Anna.) e
la sua stupidità. Come si pronuncia quella parola?
Anna Bolena - Thou...
Francesco I, ripetendo. - Thou...
Anna Bolena - Molto bene.
Francesco I, avvicinando il suo volto a quello di Anna. - Grazie. Non è molto
inglese, come nome, di Bolena?
Anna Bolena - Eppure sono la nipote del Duca di Norfolk...
Francesco I. - Ah! E siete alla corte di Francia da...
Anna Bolena - Da tre mesi, fra poco. Sono dama d'onore di Sua Maestà la Regina.
Francesco I. - Mmmmmmm...Ho una grande voglia di imparare anch'io l'inglese - e, visto che mi occorre
un professore, volete diventare la mia maîtresse? (Gioco di parole intraducibile in
italiano. Maîtresse, in francese ha il doppio significato di maestra ed amante. ndr)
Anna Bolena - Ahimé, devo lasciare Parigi domani.
Francesco I. - Cosa? Voi partite?
Anna Bolena - Per l'Inghilterra. Sono stata chiamata da sua Maestà il Re, per essere dama d'onore
della Regina. Dovrei esserci già da quindici giorni.
Francesco I. - Ed è adesso che dovete partire? E' un peccato. Mettete il vostro mento sul palmo
della mano...Avanzatelo... di più...ancora...lasciate le labbra socchiuse...chiudete
gli occhi.
Le dà un bacio rapido sulle labbra.
Francesco I. - Vi è piaciuto questo bacio?...Lo avete detestato?
Anna Bolena - Se rispondo: «Sì, mi è piaciuto»...
Francesco I. - Allora vi direi: «Ne ho degli altri... più affettuosi...».
Anna Bolena - E se non mi fosse piaciuto?
Francesco I. - E bene, per punirmi di avervelo imposto, vi pregherei semplicemente di rendermelo...
La bacia di nuovo. (...)
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