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CONVERSAZIONE

 

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CONVERSAZIONE

Sinossi

Nella vita di un uomo ci sono tanti incontri, ma quanti di questi generano un vero rapporto? Spesso tra l'uno e l'altro non c'è comunicazione, ma solo conversazione.

 

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CONVERSAZIONE

Soggetto

Nella vita di un uomo ci sono tanti incontri, ma quanti di questi generano un vero rapporto ? Spesso tra l'uno e l'altro non c'è comunicazione, ma solo conversazione.

 

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CONVERSAZIONE

Sceneggiatura

SCENA 1. Interno giorno. Cucina.

Il primo sole del mattino distende i suoi raggi sulla bianca tovaglia di lino. Al centro della tavola, un vassoio di brioches sembra ancora emanare il calore del forno. Qualcuno armeggia attorno ai fornelli. RUMORI DI TAZZE, POSATE.
Sulla porta della cucina compare, in pigiama e mezzo assonnato, Gigi, un ragazzo di circa trentatrè anni, già con qualche capello grigio. Gigi si gratta la testa e cerca di ridurre alla ragione i capelli tutti arruffati e ritti da un lato. Entra ciabattando, e con uno sbadiglio si siede accanto al tavolo.

GIGI
Ciao...

Una signora di mezza età, piuttosto grassa, con un cappotto color cammello adornato di finta pelliccia, e un'espressione incazzata sulla faccia, gli sbatte davanti una tazza di caffelatte.

MAMMA
(con noiosa abitudine) Ben alzato.

Gigi non fa in tempo a prendere una brioche dal vassoio che la donna, frettolosamente e senza badare a lui, le raccoglie, le infila senza tanti riguardi in un sacchetto del Mulino Bianco, e va via senza voltarsi. Gigi ci resta un po' male e rimane lì da solo, a contemplare la magra colazione.

SCENA 2. Interno giorno. Scale del palazzo dove abita Gigi.

Gigi per le scale. E' di buonumore. Indossa un impermeabile sopra giacca e cravatta, in mano ha una borsa portadocumenti. Scende superando una signora che tiene per mano a fatica due bambini piccoli.

GIGI
Buongiorno!

SIGNORA
(sospira rassegnata) ...'giorno.

BIMBI
Giorno! Giorno!

Gigi arriva al piano inferiore. Un signore pensoso sul pianerottolo sta chiudendo a chiave la porta di casa.

GIGI
Buongiorno a lei!

SIGNORE
Eh...? Si, buongiorno.

Gigi nota sulla porta un fiocco azzurro.

GIGI
Ah! Congratulazioni!

Gigi continua a scendere allegro le scale, quando vede arrivare una persona non gradita: il padrone di casa. Abbassa gli occhi e diventa serio.

GIGI
(tra i denti) 'Giorno.

L'altro mugugna qualcosa, dopo aver incrociato Gigi, si volta indietro e gli lancia un'occhiataccia.

SCENA 3. Interno giorno. Portineria.

Una ragazza procace pulisce i vetri della portineria ondeggiando il sedere a sproposito. Gigi non resta insensibile alla scena, e la saluta alzandosi il cappello.

GIGI
Ehilà! Come va?

PORTINAIA
(infastidita) Non c'è male.

SCENA 4. Giorno. Interno dell'autobus.

Gigi legge il giornale, seduto. Ma a un certo punto si sente osservato. Infatti nota che il vicino di posto si sporge sopra di lui. Comunque fa finta di niente.

VOCE OFF
Permette?

Il suo vicino di posto, con un irritante sorrisetto sfacciato, gli indica il giornale. Gigi stacca una pagina e gliela porge.

GIGI
Si figuri...!

Gigi riprende a leggere ma viene ancora interrotto. E' una vecchina col bastone. Gigi si alza e le cede il posto.

VECCHIA
Per favore...

GIGI
Oh, mi scusi. Prego, si accomodi.

SCENA 5. Esterno giorno. Strada.

Gigi scende dall'autobus e si incammina verso il passaggio pedonale, aspettando che scatti il verde. Una manina timida gli batte sulla spalla. Gigi si volta e si trova davanti una giapponesina che si china più volte. Gigi ricambia l'inchino, ma ogni volta la ragazza risponde chinandosi ancora. Poi gli mostra, balbettando qualcosa, un biglietto scritto in giapponese. Gigi scuote la testa e glielo restituisce.

RAGAZZA GIAPPONESE
(frase incomprensibile in giapponese, poi) Livais... LI-VA-IS!

Gigi scuote ancora la testa. La giapponese ricomincia i convenevoli, per congedarsi, e Gigi si allontana senza riuscire a sottrarsi a una nuova girandola di inchini. Quando svolta l'angolo, la m.d.p. inquadra una grande insegna di un negozio di jeans: LEVI'S.

SCENA 6. Interno giorno. Ufficio.

Gigi entra, attraversando il bianco glaciale corridoio. Nel silenzio ovattato RISUONANO i suoi passi.

GIGI
Buongiorno a tutti!

Nessuno risponde. Gigi arriva alla sua scrivania e vi sistema le sue cose. Un collega si avvicina e appoggia delle carte sul tavolo, allontanandosi in fretta, senza voltarsi.

GIGI
Oh, grazie!

PRIMO COLLEGA
Prego.

Gigi si siede, sfoglia le carte, mette timbro e firma su una, si alza e si avvicina alla scrivania di un altro impiegato, a cui porge il foglio. Il collega alza gli occhi per un attimo, subito riabbassandoli suo suo lavoro.

SECONDO COLLEGA
Grazie.

GIGI
Non c'è di che.

Gigi si volta e fa per tornare al suo posto, ma quasi si scontra con una giovane e attraente segretaria. Gigi è visibilmente lieto dell'incontro inatteso.

GIGI
Ooh, salve!

SEGRETARIA
(un tantino imbarazzata) Ehm... Permesso.

GIGI
Prego, prego!

Gigi e la ragazza tentano di prendere due direzioni diverse, senza riuscirvi e continuando a scontrarsi. Finché Gigi urta la ragazza facendole cascare tutti i fogli che ha in mano.

GIGI
Oh, pardon!

SEGRETARIA
Niente, niente.

Gigi la aiuta a raccattare le carte.

SEGRETARIA
Non si disturbi...

GIGI
Nessun disturbo!

La ragazza si china, e la minigonna già corta le scopre completamente le gambe. Gigi le guarda con ammirazione.

GIGI
Complimenti!

La ragazza si alza e, accortasi delle occhiate di Gigi, finge di essersi un po' offesa.

SEGRETARIA
Con permesso.

La ragazza si allontana, voltando le spalle a Gigi, sorridendo tra sé di compiacimento.

SCENA 7. Interno giorno. Ufficio (come scena 6).

Gigi, alla sua scrivania, sta lavorando al computer. Alza gli occhi, e nota qualcosa di insolito: un inserviente stacca la targhetta dalla porta di fronte e ne attacca un'altra, con un altro nome. Gigi è sbalordito. Apre un cassetto della scrivania e tira fuori da una scatola una targa uguale a quella, scartandola con cura. Sopra c'è scritto il suo nome. Gigi Rossi. Il ragazzo la tiene tra le mani e sospira.
Gigi va a bussare alla porta.

VOCE OFF(dall'interno)
Avanti.

Lui entra. Un distinto signore sulla quarantina e' seduto alla scrivania. Gigi si guarda intorno spaesato. L'uomo alla scrivania da' un'occhiata fuori dalla porta e vede il tavolo di Gigi vuoto. Il suo viso s'illumina di un sorriso cordiale, e porge a Gigi la mano.

DIRETTORE
Oh, molto lieto!

Gigi esita un attimo, sorpreso, poi si dipinge sulla faccia un bel sorriso di circostanza e ricambia il gesto.

GIGI
Il piacere è tutto mio.

SCENA 8. Interno giorno. Bar.

Un barman appoggia sul banco un piattino con un toast.

BARMAN
Prego.

GIGI
Grazie.

Gigi prende il piattino e un bicchiere d'acqua appoggiati sul banco e va a sedersi ad un tavolino. Dalla tasca tira fuori alcune banconote arrotolate e alcuni spiccioli e li conta.

SCENA 9. Esterno giorno. Davanti ad un bancomat.

Gigi infila la tessera. Sullo schermo compare la scritta: "Spiacente". La macchina sputa fuori la tessera.

SCENA 10. Interno giorno. Ufficio (come scena 6).

Gigi lavora al computer, ma guarda nervosamente l'orologio. Il suo sguardo tiene sotto controllo anche l'orologio a muro, che incombe sulla sua testa e gliela martella con il suo TIC-TAC, segnando le sei meno tre minuti. Gigi e' impaziente. Raccoglie la sua roba e fa per andar via, ma si scontra con il direttore. Questi guarda l'orologio a muro: mancano ancora due minuti alle sei. L'uomo rivolge a Gigi un'occhiata di rimprovero.

GIGI
Chiedo venia...

DIRETTORE
Beh... (conciliante) arrivederci.

GIGI
(illuminandosi) Molto obbligato!

Gigi fa per allontanarsi, poi si volta ancora indietro.

GIGI
(riverente) Ah, ossequi alla signora!

SCENA 11. Esterno tardo pomeriggio. Strada.

Gigi ha un mazzo di rose rosse in mano. Ha un'espressione raggiante. Si guarda intorno con impazienza. Dissolvenza.

SCENA 12. Esterno notte. Stessa strada.

Gigi è ancora lì con il mazzo di rose. E' molto deluso, si incammina malinconicamente. Getta un'occhiata sconsolata ai fiori che ha in mano. Seduta a terra, vede un'anziana ubriaca. Passandole accanto le lascia le rose.

BARBONA
(con voce impastata) Molto gentile!

Gigi si allontana nel buio, con le mani in tasca e la testa bassa, sconsolato, scalciando un barattolo, mentre la barbona continua a BIASCICARE parole incomprensibili rivolte a nessuno.

FINE

 

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