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UN VIAGGIO

Un viaggio... nel cyberspazio! Visitate la Home Page di questo cortometraggio, dove potrete trovare immagini dal film, scheda tecnica e testimonianze dei protagonisti.

 

Indice

Sinossi

Soggetto

Sceneggiatura

Cyberspazio


UN VIAGGIO

Sinossi

Un ragazzo, Barbone, si ritrova da solo in aperta campagna. Non ricorda come sia arrivato lì. Messosi in cammino, si imbatte in tre ragazzi in auto, anch'essi sperduti in mezzo alla campagna dopo essere usciti dalla discoteca.L'auto si ferma all'improvviso. Barbone va a cercare aiuto e incontra un amico che non vedeva da tempo. L'amico ripara l'auto e il gruppo riparte, ma più tardi farà una scoperta agghiacciante.

 

Inizio

Sinossi

Soggetto

Sceneggiatura

Cyberspazio


UN VIAGGIO

Soggetto

Un tratto di una strada non asfaltata, in aperta campagna. Un ragazzo steso in mezzo alla strada. Il suo zaino e' a terra ed alcune cose sono sparpagliate accanto a lui. C'è anche una chitarra. Il giovane apre gli occhi, si rialza. E' un po' stordito. Da un libro aperto sappiamo che il suo nomignolo è Barbone. Si guarda intorno, ma non c'è nessuno. Il ragazzo si mette in cammino, con lo zaino sulle spalle e la chitarra. La strada e' deserta, tutt'intorno la campagna. Silenzio. Solo un canto di cicale.
All'improvviso sente un clacson, dietro le sue spalle. Il ragazzo si volta e crede di vedere un camion che gli viene addosso, invece si trova davanti una bellissima cabriolet nera, con dentro un ragazzo e due ragazze. Gli offrono un passaggio.
Barbone si siede dietro, accanto ad una delle ragazze. Barbone non ricorda più nulla, non sa dove andare. I tre della cabrio invece gli raccontano che hanno girato tutta la notte, e non sono ancora stanchi. La velocità è alta,. la macchina sbanda ed esce di strada. I ragazzi restano illesi, ma l'auto non va più in moto. Barbone vede in lontananza una costruzione, e va a cercare aiuto.
Arriva in una stazione di servizio abbandonata. Qui incontra Paco, che non vedeva da molto tempo. Barbone trova l’amico molto cambiato. Mentre vanno via vede, gettata in un angolo, una siringa.
Paco, che ha una gran passione per i motori, rimane affascinato dall'auto e si offre di ripararla.
E' ormai sera. Viene acceso un falò. Intorno al fuoco i ragazzi parlano dei loro sogni, si scambiano confidenze. Le ragazze invitano Barbone a suonare qualcosa, ma la chitarra non è sua, lui non sa suonare. Era sempre stato il suo sogno di imparare a suonare la chitarra... Barbone prova a strimpellare qualcosa, ma tira fuori solo suoni disarticolati. Meglio rinunciare. I ragazzi si mettono allora a cantare a squarciagola. Fuso nel suono di quelle grida, a Barbone sembra di sentire quello del clacson di un camion. Nessun altro l'ha sentito.
Il giorno dopo, il gruppo e' di nuovo in macchina. Paco si vanta della sua abilita' di meccanico. Ad un tratto vedono un’auto della polizia ferma sul ciglio della strada. Contro un albero, una macchina fracassata identica a quella su cui si trovano i ragazzi. A bordo, Barbone vede, coperti di sangue, i corpi dei suoi tre compagni di viaggio.
L'auto continua la sua corsa senza meta in mezzo alla campagna.

 

Inizio

Sinossi

Soggetto

Sceneggiatura

Cyberspazio


UN VIAGGIO

Sceneggiatura

SCENA 1. Esterno giorno. Campagna. Mezzogiorno di una calda giornata di agosto.

Una larga strada non asfaltata, in campagna. Tutto intorno, a perdita d'occhio, campi di stoppie secche. Un sole abbagliante. La polvere rovente si solleva dalla strada sfocando il paesaggio.
C'è un ragazzo steso a terra; accanto a lui, un vecchio zaino di tela verde. Intorno sono sparpagliate alcune cose: un sacchetto di tabacco, un accendino di plastica bianco, una vecchia edizione de "Il tempo ritrovato", alcune foto Polaroid, una chitarra.
In lontananza, il CLACSON di un camion. Il suono svanisce lentamente.
Il giovane si muove, apre gli occhi. Ancora stordito, si alza, si scuote la polvere dai jeans consumati, dalla camicia aperta, logora e sporca. Sembra stupito di trovarsi lì e di vedersi addosso quei vestiti. Poi si inginocchia e lentamente raccoglie la roba, infilandola a casaccio dentro lo zaino. Si sofferma a guardare il libro come perdendosi nei ricordi. Lo apre. Sulla prima pagina, una scritta: "Maggio '78. O mio Barbone, insegui te stesso. Mari…" (il nome è mezzo cancellato da una macchia di inchiostro). Bruscamente lo richiude: vuol scacciare quel passato che riaffiora. Barbone infila le altre cose nello zaino.
Ad un tratto si volta e getta un’occhiata alla chitarra, che prima non aveva visto. E’ incuriosito, raccoglie esitando lo strumento. Si guarda intorno: non c'è nessuno, non ci sono case, né tracce di presenza umana. Barbone guarda la chitarra: cosa fare? Infine se la mette sulla spalla, prende anche lo zaino, e si incammina.
SILENZIO. Poi un CANTO DI CICALE che cresce lentamente.

Il paesaggio è desolato: immensi campi incolti si distendono ai lati della strada. Il ragazzo si incammina verso una salita. Esplode il CANTO DELLE CICALE.

Dall’altra parte del dosso, Barbone si ritrova davanti ad un'ampia palude. Qualcosa attira la sua attenzione. Sul ciglio della strada si erge, solo, un folto arbusto di oleandro dai fiori bianchi. Un grosso insetto nero ronza intorno alla pianta, si posa su una corolla, ne succhia il nettare. Il ragazzo si ferma ad osservarlo. Il cupo RONZIO DEL CALABRONE si fonde con il suono del CLACSON di un'automobile, che cresce sempre di più.

Il ragazzo si volta, ha negli occhi terrorizzati un'immagine…

SCENA 2. Esterno giorno. Strada imprecisata.

Un grosso camion avanza minacciosamente.

SCENA 3. Esterno giorno. Campagna.

Barbone si rende conto di aver avuto un’allucinazione. Infatti si trova davanti una lussuosa cabriolet nera che frena a pochi centimetri da lui. I freni STRIDONO sull'asfalto. Dall'auto esce una MUSICA SFRENATA.
A bordo ci sono due ragazze e un ragazzo che è al volante. I tre RIDONO SGUAIATAMENTE. La ragazza seduta davanti è un tipo appariscente: ha i capelli cortissimi biondi, spruzzati di blu, un trucco pesante, un ridottissimo abitino da discoteca. La ragazza lancia un'occhiata d'intesa al ragazzo al suo fianco, poi si sporge dal finestrino.

BIONDA:
Ehi, tu? Lo vuoi un passaggio?

La MUSICA ad alto volume quasi copre le sue parole. Il Barbone fa cenno di non capire.

BIONDA
(gridando) Oh? Dico a te! Lo vuoi un passaggio?

SCENA 4. Giorno. Interno dell'auto che corre in mezzo alla campagna.

La bionda e il ragazzo della cabrio RIDONO SGUAIATAMENTE. STEREO ad alto volume.

BIONDA
(a voce molto alta) ...Si dimenava come un ossesso, e muoveva le mani così, così, allora gli ho detto "Ma Poppy, che pasticche hai preso?!" (ride).

RAGAZZO DELLA CABRIO
(ridendo) Allora quando andiamo al Ricocò è meglio non portarcelo dietro...

Barbone, sul sedile posteriore, guarda la ragazza che gli è accanto. Ha dei lunghi capelli scuri sparsi sulle spalle, ed un vestito di raso verde oleandro che si intona perfettamente con i suoi occhi verdi. I due si scambiano uno sguardo, la ragazza sorride.
Barbone tira fuori dallo zaino il tabacco e fa una sigaretta.

BIONDA
Uh... bello, il Ricocò! Quello con tutte quelle palme in mezzo alla pista, con i ballerini dentro le gabbie...

MORA
Ma no, quello è il Macumba! Il Ricocò è quello dove mentre balli ti spruzzano con la vernice, o con lo champagne...

BIONDA
Ah... stupendo, quello! Dove c'è quella enorme fontana che cambia colore! E quando ci andiamo?

RAGAZZO DELLA CABRIO
Ma come non lo sai? Venerdì sera, festeggiamo. La Titti ha un nuovo maschio.

BIONDA
Un altro? Allora devo rimettermi al passo! (si volta verso Barbone) Ehilà, come va?

Barbone risponde con un sorriso, poi passa la sigaretta alla ragazza mora.

BIONDA
Allora, dove ti portiamo?

La domanda sembra cogliere il ragazzo di sorpresa. Egli risponde come se si fosse appena risvegliato da un sogno.

BARBONE
Eh? Non lo so, non ricordo niente... Per me va bene qualsiasi posto. Voi dove andate?

RAGAZZO DELLA CABRIO
Dove andiamo? (urlando) In giro per il mondooo!

ROMBO del motore. Il ragazzo spinge il piede sul gas.

BIONDA
(gridando) Si, il mondo è nostro! (a Barbone) Senti, è da ieri sera che giriamo senza fermarci, e io non sono stanca per niente.

RAGAZZO DELLA CABRIO
Allora, dove andiamo?

BIONDA
(gridando) A ballare, a ballare!

MORA
No, ancora? Facciamo qualcosa di diverso.

BIONDA
No, a ballare! Voglio scatenarmi…

MORA
Allora conosco io un posto stupendo dove si balla tutto il giorno...

RAGAZZO DELLA CABRIO
Ale', si balla, si balla!

Il ragazzo gira il volante da una parte e dall'altra, sempre con il piede sul gas. L'auto procede zigzagando, poi sbanda e finisce fuori strada. Il ragazzo frena bruscamente.

SCENA 5. Esterno giorno. Campagna.

Scendono tutti dalla macchina, increduli di essere illesi. Il ragazzo della cabrio accarezza con un sospiro di sollievo la carrozzeria intatta.

BARBONE
(alla ragazza mora) Qualche ammaccatura?

MORA
(sorridendo) Affatto.

Risalgono sull'auto. Il ragazzo alla guida cerca di mettere in moto, ma l'auto non parte.

RAGAZZO DELLA CABRIO
Niente, è andata.

Il ragazzo prende il cellulare appoggiato accanto al sedile, preme dei tasti.

RAGAZZO DELLA CABRIO
Non va neanche questo!

BIONDA
(ironica) Perfetto! E adesso che facciamo?

Barbone scruta il paesaggio. Tutto intorno, campi immensi ricoperti da erba secca. Qua e là qualche alberello isolato protende al cielo i suoi rami scheletrici e spogli.
A un tratto, in mezzo alla campagna, in lontananza, scorge una costruzione. Il giovane si incammina verso di essa.

SCENA 6. Esterno giorno. Una stazione di servizio.

Barbone arriva in una stazione di servizio abbandonata. Esplora il luogo, imbocca una porta.

SCENA 7. Interno giorno. Toilette della stazione di servizio.

SCROSCIARE di un rubinetto aperto. Il Barbone entra nella toilette. Davanti ad uno dei lavandini, un ragazzo si getta dell'acqua sul viso, poi alza la testa. I due si guardano, Barbone si avvicina. L'altro sorride, si abbracciano.

BARBONE
Paco...! Gran figlio di...

PACO
(con accento dialettale) Barbone...? Barbo’, ma sei proprio tu!

BARBONE
Paco... ma che fine avevi fatto?!

PACO
Ho avuto qualche storia... Non te lo puoi immaginare. Ma mo’ sto bene, sto proprio bene. E tu? Eri proprio forte, tu. Chissà quanta strada che hai fatto.

BARBONE
Si, si, ma non sono andato molto avanti. Ho girato in tondo.

I due continuano ad abbracciarsi. Restano qualche attimo in silenzio, senza trovare le parole.

PACO
Ma... come ci sei arrivato qui?

I ricordi di Barbone si fanno sempre più confusi, si stringe la testa tra le mani come se la sentisse scoppiare.

BARBONE
(confuso) Non lo so. Se ti racconto... Mi sento strano. E tu?

Paco non riesce a guardare negli occhi l’amico, si volta di spalle.

PACO
Barbone, non chiedermi niente. Non siamo più ragazzini. Andiamocene via di qua. Questo posto non lo voglio vedere più".

Paco prende sottobraccio Barbone per trascinarlo via, ma Barbone fa in tempo a scorgere, buttata a terra in un angolo, una siringa.

SCENA 8. Esterno giorno. Campagna.

Barbone torna all'auto insieme a Paco.

BARBONE
Qui intorno non c'è nessuno, dobbiamo...

Paco rimane colpito dall'auto, si precipita a toccarla.

PACO
Cazzo, che bomba! Questo è l'ultimo modello!

RAGAZZO DELLA CABRIO
Ehi, vacci piano con il mio gioiellino!.

PACO
Oh, tranquillo! Ci so fare coi motori, io…

BIONDA
Fantastico! Allora puoi ripararla!

PACO
Eh, che non lo sai quanto mi piacerebbe metterci le mani! A me mi sono sempre toccati certi catorci... Ma non ho gli attrezzi…

Paco mette una mano in tasca, tira fuori una pinza, che guarda con stupore.

PACO
Aspetta un po’...

BIONDA
Uh! A che serve?

PACO
A tutto.

SCENA 9. Esterno sera. Campagna.

A qualche metro dall'auto, un falò acceso. La ragazza mora porta tra le braccia alcuni rami secchi, ad uno ad uno li getta nel fuoco. Paco armeggia intorno all'auto. La bionda se ne sta annoiata sul sedile davanti.

BIONDA
Ma non potevi riparare prima lo stereo?

RAGAZZO DELLA CABRIO
Ragazza, prima il dovere, poi il piacere. (a Paco) Provo adesso?

PACO
Vai.

Il ragazzo gira più volte la chiave, ma l'auto non va in moto. La ragazza mora intanto osserva il fuoco scoppiettante, affascinata.

MORA
Ma guardate, non è meraviglioso? Siamo qui, in mezzo alla campagna, non c'è musica, non c'è casino... eppure io in tutti i posti che ho girato, un'emozione così non l'avevo mai provata. Mi sembra di essere al centro della terra.

Barbone si siede anche lui accanto al fuoco.

BARBONE
Forse ci sei sempre stata vicino. Ma non lo sapevi.

BIONDA
Ma dai, ragazzi, facciamo qualcosa!

MORA
Vieni a sederti qui con noi.

BIONDA
Che ci vengo a fare lì?

MORA
Guarda il fuoco. Sembra un folletto.

BARBONE
Di’ un po'... se da lì venisse fuori davvero un folletto, adesso, uno che avvera i desideri. Cosa gli chiederesti, eh?

MORA
Io gli chiederei... di poter vivere tutte le avventure del mondo. (alla bionda) E tu?

BIONDA
(risolino)

MORA
Che c'è?

BIONDA
Mi hai messo in crisi! Non so proprio cosa dire.

I due ragazzi lasciano perdere l'auto e raggiungono gli altri accanto al fuoco.

PACO
Oh, ci sono quasi riuscito. Domani ci riprovo.

BIONDA
(ironica) "Fantastico! E che facciamo tutta la notte?

RAGAZZO DELLA CABRIO
Io non la lascio la macchina.

BARBONE
Paco, potremmo andare là...

PACO
No, no, lì no. E’ umido quel posto, e poi ci stanno anche i topi.

BIONDA
Oddio, non lo dire nemmeno!

I ragazzi contemplano il fuoco senza saper cosa dire. Il silenzio crea un vuoto imbarazzante.

BIONDA
E' nato un prete.

TUTTI
(risate).

BIONDA
Eddai, facciamo qualcosa.

La bionda si alza, prende in macchina la chitarra, la dà a Barbone.

BIONDA
Dai, suona qualcosa.

BARBONE
Ma io non so suonare!

BIONDA
Che ce l'hai a fare allora?

BARBONE
Mah... non lo so. Mi sono svegliato e l'ho trovata lì. Non c'era nessuno e allora... l'ho presa. Ho sempre sognato di avere una chitarra. Volevo scrivere canzoni. Poi una cosa, un’altra... sono andato per un’altra strada. Chissà, magari adesso imparo.

Prova a strimpellare qualcosa, ne escono solo suoni disarticolati.

BIONDA
Lascia perdere, dai. Cantiamo noi! (intona un noto brano da discoteca) Angeli Domini… na na na…

La bionda ondeggia il suo corpo in una danza sfrenata. L'altra ragazza la accompagna con il RITMO delle sue mani. Il ragazzo della cabrio si unisce al coro, CANTANDO A SQUARCIAGOLA. Paco, seccato di non partecipare, CANTA un'altra canzone.

PACO
(cantando) Forza Roma alè!

Gli altri RIDONO divertiti, tranne Barbone, che resta in silenzio, pensoso.
In lontananza, il CLACSON di un camion. Barbone sobbalza.

BARBONE
Ssst, zitti! Avete sentito?

I ragazzi continuano a CANTARE. Il suono del clacson diventa un po' più netto.

BARBONE
(perentorio) Ssst! Oh? Allora!

SILENZIO.

RAGAZZO DELLA CABRIO
Io non ho sentito niente.

Barbone si alza in piedi, scruta nel buio.

BARBONE
Eppure io l'ho sentito. Era un camion".

BIONDA
Ce l'avrai in testa tu, il camion. Ma cosa ti fumi in quelle sigarette?".

Tutti gli altri RIDONO e riprendono a CANTARE.

SCENA 12. Interno dell'auto, il mattino dopo.

Il gruppo è di nuovo in viaggio. Barbone è sul sedile davanti, Paco è seduto dietro, al centro tra le due ragazze, e scherza con loro. Risuonano le gaie RISATE delle ragazze.

PACO
Oh, sono proprio forte, una belva. Eh, se avevo fortuna, io, a quest'ora ero... meccanico alla formula uno. Anzi, capo meccanico!

Barbone sorride e prepara una sigaretta.

BIONDA
Allora se sei il capo, comanda tu: dove andiamo?

PACO
Come sarebbe? Al mare, no?

BIONDA
Si! Al mare! Bellissimo!

RAGAZZO DELLA CABRIO
E dov'è il mare? Io qui vedo solo campagna.

MORA
Già. Da ieri, non si vede che campagna. Ma dove siamo finiti?

PACO
Che ce ne frega? Andiamo sempre dritto, no?

RAGAZZO DELLA CABRIO
Ah, non c'è altra strada. Non posso mica tagliare per la campagna: mi partono le sospensioni.

MORA
Ma... di qui ci siamo già passati! Ieri all’alba, non ricordate? Stiamo girando in tondo!

PACO
Porca puttana, gli sbirri!

Sul ciglio della strada, un'auto della polizia. Paco cerca di nascondersi scivolando sul sedile.

BARBONE
(al ragazzo al volante) Fai finta di niente.

Due poliziotti stanno ispezionando il luogo di un incidente. C’è un’auto nera quasi completamente distrutta. Ma quell’auto attira l’attenzione di Barbone, e ai suoi occhi impietriti si presenta una scena agghiacciante: l’auto è uguale a quella su cui sta viaggiando e a bordo egli scorge, coperti di sangue, i corpi dei tre ragazzi suoi compagni di viaggio.

L’auto continua la sua corsa senza meta in mezzo alla campagna.

FINE

 

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