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VIETATO FUMARE

 

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VIETATO FUMARE

Sinossi

Una sigaretta passa di mano in mano, simbolo della comune condizione umana e del desiderio di libertà che non si spegne mai.

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VIETATO FUMARE

Soggetto

Grande città, 5 del mattino. La citta' comincia a svegliarsi, non c'è ancora il traffico e il caos della mattinata, ma solo i primi rumori. Non e' ancora giorno del tutto. Grattacieli grigi. Qualche macchina. Nessuno in giro. Un po' di nebbia.
Un uomo con un impermeabile, sotto il quale si intravede un vestito molto elegante, e al collo una sciarpa di seta bianca, cammina barcollando. Singhiozza. E' ubriaco. Non capisce bene dove si trova. Vede un bar aperto. L'uomo tira fuori dalla tasca una sigaretta e dall'altra un accendino, e sempre barcollando si accende la sigaretta. Fa per entrare nel bar. All'interno non c'e' nessuno, le sedie sono ancora una sopra l'altra. Il barista, solo, sta pulendo il banco con uno strofinaccio. Appena alza gli occhi e lo vede, lo ferma con la mano, e gli indica un cartello. Vietato fumare. L'uomo singhiozza, poi getta via la sigaretta alle sue spalle, fuori dal bar, senza voltarsi.
La sigaretta cade a terra. Invade lo schermo. Rotola. Rotola.
Rotola sul ciglio di un marciapiede. Si ferma accanto ai piedi di qualcuno. E' un operaio, stretto in un cappotto, coperto con sciarpa e berretto di lana. L'operaio raccoglie la sigaretta e tira una boccata. La citta' ora e' sveglia, i rumori sono piu' forti, caotici. L'operaio arriva alla fermata del tram. C'e' molta gente stretta nei cappotti, con sciarpe, berretti. Tutti guardano in giù, nessun fa caso all'altro. Un raggio di sole spunta tra i grattacieli. L'operaio sorride beato, con gli occhi fissi in su. Arriva il tram. L'operaio salendo sul mezzo getta via la sigaretta. Che cade a terra, rotola.
Rotola ai piedi di qualcuno, che la raccoglie. E' un tipo stravagante, cammina con grande baldanza, saluta tutti e tutti lo salutano. Siamo in un quartiere popolare. L'uomo se ne va in giro con le mani in tasca, spavaldo, con la sua sigaretta: sembra un re. Una donna in grembiule da cuoca lo aspetta, mani sui fianchi, sulla soglia di una pizzeria. Appena l'uomo arriva a tiro, la donna comincia a sbraitare, a rimproverarlo... Lui non la sta ad ascoltare. Allora la donna stizzita gli tira un ceffone. La sigaretta cade, e rotola.
Si è fatta sera. La sigaretta si ferma accanto a un uomo che batte i piedi per il freddo. Ormai è un mozzicone. L'uomo pero' la raccoglie, la guarda, la considera ancora buona. E' un barbone, che ha un giaciglio in mezzo a dei cartoni. Guarda con soddisfazione il mozzicone, se lo rimette in bocca. Ha un brivido di freddo. Si china, e da sotto i cartoni tira fuori una sciarpa di seta bianca che si mette al collo. Poi si rannicchia a terra, si copre con un cartone.

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VIETATO FUMARE

Sceneggiatura

SCENA 1. Esterno. Strade di città. Mattina prestissimo.

Non è ancora l’alba. Una nebbia sottile avvolge la città. Grattacieli grigi. Strade deserte. Un lungo viale si snoda fino all’orizzonte. Ogni tanto il ROMBO ISOLATO di un'automobile. In lontananza, il RUMORE di una SARACINESCA che si alza.
Da un angolo sbuca un uomo che indossa un impermeabile sbottonato, sotto il quale si intravede un vestito molto elegante, e porta al collo una sciarpa di seta bianca. L’uomo cammina barcollando, singhiozza. E’ ubriaco. L’uomo si guarda intorno disorientato. Alza la testa cercando di leggere il nome della via, ma non riesce a stare dritto. Continua a camminare, agitando le braccia per tenersi in equilibrio. Ed ecco, lì vicino, una saracinesca alzata, una luce: è un bar aperto. L'uomo si stropiccia il viso, SINGHIOZZA. Fruga in una tasca, nell’altra, in un taschino, non trova, fruga ancora, finalmente tira fuori una sigaretta, se la rigira davanti agli occhi cercando il verso giusto, la infila in bocca; poi fruga ancora, nei pantaloni, di nuovo nella giacca, nelle tasche interne, da qualche parte trova l’accendino. Sempre barcollando cerca di accendere la sigaretta; ma i suoi movimenti sono scoordinati. Faticosamente riesce nell’intento, e si appresta ad entrare nel bar.
All'interno del bar non c’è nessuno: le sedie sono ancora accatastate l’una sull'altra; il barista, solo, sta lucidando il banco con uno strofinaccio. Alza gli occhi e vede l’uomo che sta per entrare. Subito gli fa segno con la mano di fermarsi, e gli indica un cartello: "Vietato fumare".
L'uomo SINGHIOZZA, poi getta via la sigaretta alle sue spalle, fuori dal bar, senza voltarsi.
La sigaretta cade a terra. Rotola.

SCENA 2. Esterno giorno. Strada di città.

La sigaretta rotola sul ciglio di un marciapiede. Si ferma accanto ai piedi di qualcuno. E' un operaio, stretto in un vecchio cappotto spigato, una sciarpa e un berretto di lana fatti ai ferri. Ha la barba di qualche giorno, le mani rugose e un po’ annerite. L’uomo raccoglie la sigaretta, tira una boccata, riprende a camminare. La strada è affollata, la gente cammina in fretta. Il traffico è caotico, lunghe code di automobili sono ferme ai semafori. RUMORI del TRAFFICO intenso, CLACSON delle auto. L’operaio arriva alla fermata del tram. Ci sono molte persone in attesa. Tutti guardano in giù, nessun fa caso all'altro. Fa freddo, la gente cerca di ripararsi alzando i baveri dei cappotti, calandosi i berretti sulla testa, avvolgendosi nelle sciarpe. L'operaio tira ancora una boccata.
La nebbia si dirada, la luce diventa più intensa. Un raggio di sole spunta fra i grattacieli. L'operaio sorride beato, gli occhi fissi in su. Quelli intorno, chi lo guarda storto, chi resta allibito, chi si scosta con fastidio. L'uomo continua a guardare il raggio di sole.
Arriva il tram. L’operaio, insieme agli altri, si avvicina allo sportello. Mentre sta per salire sul mezzo, getta via la sigaretta.
La sigaretta cade a terra, rotola.

SCENA 3. Esterno strada. Due del pomeriggio.

Un uomo che cammina raccoglie la sigaretta e riprende la sua strada, tirando una boccata. E' un tipo stravagante, cammina con grande baldanza. Ha una camicia tutta colorata, sbottonata e fuori dai jeans pieni di disegni fatti a penna, un berrettino in testa. Siamo in un quartiere popolare. E' una bella giornata. Da un lato e dall'altro della strada, palazzoni che sembrano tutti uguali, ma, in mezzo al cemento, spunta qua e là qualche ciuffo d'erba. L'uomo se ne va in giro con le mani in tasca, spavaldo, fumando la sigaretta, con aria da re. Incrocia un gruppo di persone, che saluta con la mano, e che rispondono anch’esse con un cenno della mano, mentre uno gli dà una pacca sulla spalla. Un fruttivendolo sulla porta del suo negozio attende clienti senza farsi troppe illusioni. Anch'egli appena vede l'uomo lo saluta cordialmente, e l'uomo risponde con un cenno ed un sorriso. Davanti ad un bar, sono seduti alcuni pensionati e alcuni disoccupati, un po' trasandati. Uno di essi riconosce l'uomo che cammina con la sigaretta in bocca, e lo SALUTA a gran voce. Gli altri gli FANNO ECO. L'uomo RISPONDE allo stesso modo.
L'uomo continua a camminare. Incontra una ragazza carica di sporte della spesa. Ha i capelli raccolti, ma qualche ciuffo ribelle le cade sul visetto sfacciato, mentre sul suo abitino leggero qualche bottone slacciato lascia intravedere il suo petto ansimante. La ragazza gli fa un cenno di saluto e gli sorride. L'uomo ricambia il sorriso e le strizza l'occhio. A un certo punto, la strada non è più asfaltata. La pioggia ha lasciato pozzanghere di fango. L'uomo si dirige verso un palazzo.
Sulla soglia di una pizzeria, ricavata al pianterreno dello stabile, una donna con un grembiule bianco da cuoca lo aspetta, mani sui fianchi, con aria spazientita. Appena lui arriva a tiro, la donna comincia a SBRAITARE, a rimproverarlo. Parla con un accento dialettale e con tanta foga e velocità, che non si capisce bene quello che dice.

DONNA
Disgraziato! Dove sei stato? Ti pare questa l'ora di presentarti? Fannullone! Buono a nulla! Sempre a me mi tocca lavorare! Si può sapere dove sei stato? Non combini mai niente, non fai niente tutto il giorno. Sei uno scellerato! Farabutto!

L'uomo non la sta ad ascoltare. Allora la donna stizzita gli tira un ceffone, facendogli cadere la sigaretta.

DONNA
E togliti questa sigaretta dalla bocca!

La sigaretta cade, e rotola.

SCENA 4. Esterno notte. Stradina buia, sporca.

La sigaretta si ferma accanto a un uomo che batte i piedi per il freddo. Ormai è ridotta ad un mozzicone. L'uomo però la raccoglie, la guarda, la considera ancora buona. E' un barbone. Vive in mezzo ai bidoni dei rifiuti, ha un giaciglio fatto con dei cartoni.
Il barbone tira una boccata, guarda con soddisfazione il mozzicone, se lo rimette in bocca. L'uomo ha un brivido di freddo. Si china, e da sotto i cartoni tira fuori una sciarpa di seta bianca, che si avvolge al collo. Poi si rannicchia a terra, si copre con un cartone.

FINE

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