Citizen Band
Novembre 1972, ero un giovane esploratore del CNGEI e si stava svolgendo il J.O.T.A. (Jamboree On The Air), un'iniziativa del Movimento Scout mondiale che consisteva nella realizzazione di collegamenti radio a lunga distanza fra i vari gruppi, che si avvalevano della collaborazione di radioamatori, sparsi ovviamente su tutto il globo. Io e il mio amico Federico avremmo voluto partecipare, ma venne stabilito che solo pochissimi scout del reparto potevano avere questo "privilegio", anche perché a casa dei due radioamatori OM (le loro sigle erano I5TAT e I5CZE) non era che ci fosse molto posto, per cui decidemmo di arrangiarci e partecipare per conto nostro, chiedendo aiuto a un amico dei suoi genitori, che non era un OM, ma possedeva la licenza SWL (Short Wave Listener) che gli permetteva di utilizzare un apparecchio ricevente funzionante sulle frequenze usate dai radioamatori. Ascoltammo i nostri amici più fortunati che si collegavano con altri boy scout ma, soprattutto, scoprimmo un nuovo mondo, quello della CB. Oltre al mitico ricevitore Geloso, infatti, quel signore possedeva un "baracchino", una ricetrasmittente Zodiac T-5024. Il suo nominativo era "Squalo". In quel periodo l'utilizzo degli apparecchi CB, funzionanti sulla frequenza di 27 MHz, era proibito (infatti molti club che raccoglievano gli appassionati della Citizen Band portavano nomi ispirati ai pirati). Credo che quell'incontro sia stato decisivo per la mia vita. Parallelamente al mio interesse verso le tematiche del Movimento studentesco, infatti, iniziai a impegnarmi anche nelle iniziative dei CB, che lottavano con le loro associazioni per ottenere il riconoscimento legale. Fu automatico, anni dopo, buttarmi a capofitto nell'avventura delle radio-tv libere, che in pratica condensava le due questioni. Tornando al 1972, a Livorno era nato da poco il Club RL27, che aveva sede in via della Madonna. Divenni socio fino a che, poco dopo, alcuni CB ("Pedro Rosso", "Passeggero", "Poker", "Gangillo", "Zorro" e altri) fondarono l'Associazione CB Livorno-ARCI, basata in una specie di garage di via Tranquilli e, successivamente, nel grande seminterrato di viale Italia 193, che aveva ospitato fino a pochi mesi prima una discoteca chiamata "Regiskaya". Quando iniziai a lavorare in TV l'Associazione CB Livorno-ARCI si era da poco trasferita in piazza XI Maggio. Qualche anno prima, inoltre, era nato il circolo ABC "Amatori Banda Cittadina", che si era stabilito in un grande appartamento dei Granducali Casini, ad Ardenza Mare. Un altro punto di ritrovo per la comunità CB livornese era il bar di Luciano Badari ("Sub"), una baracchina sul viale Italia, il lungomare, proprio all'altezza del moletto. Molti CB, specialmente quando venne finalmente emessa la legge che regolamentava il settore, avevano installato i "baracchini" non soltanto in casa o in macchina, ma anche in barca, in negozio o sul luogo di lavoro. Quando l'apparecchiatura si guastava, non c'era che una persona, un vero e proprio mago, in grado di ripararla: Otello Gorreri ("Cavallino Rosso", ma per tutti solo "Cavallino"), che aveva adibito a laboratorio una stanza della sua casa di via Pasquale Poccianti, vicino al celebre Mercatino Americano di piazza XX Settembre. Proprio sulle bancarelle e nei negozi della piazza (famosissimo quello di Andrei) si poteva trovare di tutto: ricetrasmittenti per stazione base, per automobile o portatili (chiamati "mattoni" per la loro forma). La marca più diffusa era la Midland, ma non mancavano Hitachi e Inno Hit. In via Mentana, sempre nella stessa zona, c'era la Signal di Angelo Montagnani, ditta specializzata in surplus militari che trovò il modo di commercializzare un consistente stock di antenne per carro armato (lunghe 2,75m, il cosiddetto "1/4 d'onda", funzionavano benissimo per la CB; c'era chi le usava sul terrazzo di casa, ma moltissimi le installarono in macchina, applicandole con una staffa d'alluminio). Alla Signal gli adolescenti come me, sempre a corto di soldi, passavano ore a frugare negli scatoloni, a caccia di vecchie schede provenienti da calcolatori elettronici giganteschi: con un po' di pazienza si poteva portare via a 100 lire una piastrina di bachelite piena di resistenze, diodi 1N1008 e transistor BC108 o 2N3055, riutilizzabili all'infinito nella costruzione di circuiti di ogni genere. Per poche decine di migliaia di lire si potevano anche acquistare i mastodontici ricevitori BC 312 e 342, ma l'oggetto del desiderio era la "linea" costituita dal ricevitore BC 603 e dal trasmettitore BC 604. Insieme costituivano una stazione ricetrasmittente che funzionava anche sui 27 Mhz, con l'affascinante possibilità di operare in sintonia continua anziché sui 23 canali dei "baracchini". Funzionava in FM, però, e il lavoro di ricondizionamento era lungo e complicato. Un altro surplussaro che richiamava clienti anche da fuori città era Tani, all'epoca in via della Bastia. Altri negozi livornesi, dove era possibile acquistare apparecchi o accessori per la CB, erano la GBC di via della Madonna (vendeva soprattutto Sommerkamp e Tenko) e Melchioni, in via della Vecchia Casina. C'era poi Bruno Gori ("Holden") che, nel suo negozio di elettrodomestici sugli scali Saffi, oltre a frigoriferi e lavatrici vendeva anche "baracchini" Zodiac e Tokay. Un altro CB del quale mi sono dimenticato il nome, in via Sproni, aveva un negozio di piccoli elettrodomestici e bombole di gas, tra i quali faceva capolino anche qualche ricetrasmettitore. A Rosignano Solvay, infine, c'era Giuntoli (oggi Casa dello Sconto), che aveva i prodotti della Lafayette e una vasta gamma di accessori provenienti dal catalogo Marcucci (antenne, rosmetri e microfoni, specialmente i preamplificati Leson, assai più economici degli inarrivabili, almeno per me, Turner). Anche le cosiddette "Stalle", i negozi dell'entroterra che basavano il loro successo su una politica di prezzi assai convenienti, avevano sugli scaffali un gran numero di ricetrasmittenti per la 27.
Evitando rigorosamente il canale 1, destinato alle emergenze marittime e il 16, dove si ritrovavano gli appassionati dei DX, i collegamenti a lunga distanza, in SSB (la "banda laterale", un diverso sistema di modulazione che permetteva di triplicare la potenza irradiata rispetto all'AM o "modulazione d'ampiezza"), sui restanti 21 canali della CB era un continuo chiacchierare, discutere, a volte corteggiarsi fra adolescenti o litigare. Specialmente sul 7, sul 14 e sul 22 impazzavano le "ruote", equivalente delle attuali stanze di chat. Il termine indicava la regola di intervenire nella discussione a turno, passandosi il microfono seguendo sempre il medesimo ordine.
Ho iniziato "trasmettendo" nei dintorni di casa con un walkie-talkie Tower da 50 milliWatt, poi ho comprato un minuscolo, usatissimo, Tenko 5 Watt 6 canali (me li ricordo ancora: il 7, il 10, l'11, il 14, il 22 e il 23). Successivamente ho preso un altro Tenko usato, un H21/4 a 24 canali. Con un'antenna Ground-Plane sul tetto cominciavo a farmi sentire. Con due quarzi in più, poi, riuscivo ad accedere ai primi otto dei cosiddetti "canali alti", oltre al canale 23 (il 24 era, in realtà fra il 22 e il 23). L'ultimo apparato, andato perduto durante il trasloco dei miei genitori quando io mi ero trasferito a Roma da un pezzo, era il grosso Sommerkamp che si vede nella prima delle foto in basso. Rigorosamente reperito sul mercato dell'usato, aveva un amplificatore di potenza che permetteva di "uscire" con 30 Watt, più altri gadget quali orologio digitale e pulsante "call", totalmente inutile, che eliminai subito per inserire al suo posto un commutatore supplementare che attivava i già citati "canali alti".
Adesso i "baracchini" sono stati soppiantati da altri mezzi di comunicazione, come i computer o i cellulari, o da ricetrasmittenti più piccole funzionanti su altre lunghezze d'onda, ma rimangono insostituibili, ad esempio, per i camionisti. Nel mio spostarmi avanti e indietro per l'Italia, da qualche mese, anch'io ho installato in macchina un "mattoncino"  Intek e un'antenna Alan 6. Oltre ai camionisti, coi quali è sempre utile scambiarsi informazioni sul traffico (sono perennemente sintonizzati sul canale 5), mi capita spesso di collegarmi con CB che risiedono nelle zone che sto attraversando. Certo, le frequenze non sono più affollate come un tempo, ma questo, tutto sommato, è un bene...



La foto in bianco e nero è stata scattata nel 1976, nell'angolo della mia cameretta che ospitava le apparecchiature elettroniche: una ricetrasmittente Sommerkamp TS 5024 (con microfono dinamico di serie e con microfono preamplificato Leson), rosmetro e filtro passa-banda per evitare di disturbare la ricezione della tv dei vicini, sopra al ricetrasmettitore c'è un ricevitore multibanda Taiyo (Onde Medie, Onde Corte e VHF). A sinistra un televisore Indesit da 12" collegato a un VCR Philips. L'antenna CB era una Starduster 1/4 d'onda a 4 radiali, sistemata sul tetto del palazzo su un palo da 5 metri (44 metri di cavo RG-8 da 52 Ohm), sul terrazzo di casa, a piano terra, avevo un dipolo 1/4 d'onda autocostruito che impiegavo prevalentemente per la ricezione col multibanda Taiyo (ma prima di mettere l'antenna sul tetto, anche con quello ho fatto molti collegamenti a lunga distanza, con Olanda, Spagna e Sicilia). Il televisore aveva un impianto d'antenna con una yagi Vicky per ricevere le tv locali di Firenze e dintorni.
Nelle foto a colori, la mia macchina col portatile Intek e l'antenna Alan 6 fissata con una staffa al portellone.

 

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