Nastri e cassette video
Come riconoscerli e usarli

D2, adottato dalla RAI per le trasmissioni sui canali generalisti e satellitari all'inizio degli anni 90, disponibile in varie lunghezze, da 34 a 184 minuti.
I VPR-300 (Ampex) e i DVR-10 e 18 (Sony) sono i più diffusi modelli di videoregistratori che lo impiegano.
Registrazione video in composite digital.
4 tracce audio con ingresso analogico ma registrate digitalmente, più Time Code (longitudinale e VITC). Il D-2, come tutti i videoregistratori digitali, è dotato di preread, che permette di effettuare, in montaggio, effetti di mixer video usando solo recorder e player, senza ricorrere a una terza macchina.

Umatic, per lunghi anni il più diffuso supporto di registrazione videomagnetica, impiegato dalla RAI e dalle tv private, locali e nazionali. La cassetta veniva fabbricata in due misure, Umatic per i VCR da studio e Umatic-S (S = small, piccola), impiegata nei registratori portatili. Le durate variavano da 5 a 60 minuti, per le cassette standard, e da 10 a 30 minuti per le cassette piccole. La registrazione avveniva secondo due diversi sistemi, denominati Low Band (LB) e High Band (HB). Le tracce audio, ovviamente analogiche, erano due. I videoregistratori HB, tramite una scheda opzionale o collegandosi a un generatore esterno, potevano registrare anche il Time Code su un'apposita traccia. Nello standard NTSC i due sistemi erano compatibili, mentre nel PAL una cassetta HB inserita in un LB (o viceversa) veniva riprodotta in bianco e nero. La Sony catalogava i videoregistratori Low Band, destinati al mercato professionale, con la sigla VO e gli High Band, progettati per un impiego broadcast, con la sigla BVU. In Italia, specialmente negli ambienti RAI, era (ed è tuttora) uso comune definire BVU le cassette High Band e Umatic le cassette Low Band. All'uscita sul mercato dei BVU SP, che mantenevano la compatibilità in riproduzione con i vecchi HB e, in certi modelli, anche con gli LB, vennero prodotte anche delle apposite cassette, che garantivano una qualità di registrazione paragonabile a quella dei primi Betacam. Le foto riproducono, da sinistra, una cassetta U-matic-S SP (prodotta dall'Ampex) e una cassetta U-matic (prodotta dalla Memorex).

1" C, dall'inizio degli anni '80 fino a metà degli anni '90 è stato impiegato praticamente ovunque per le produzioni televisive. I vari VPR Ampex e BVH Sony (oltre ad altri modelli costruiti su licenza) hanno costituito a lungo la spina dorsale di network televisivi e società di service. Il "pollice" è stato l'ultimo supporto broadcast registrato analogicamente, prima di essere surclassato dai vari tipi di cassette digitali. Le bobine avevano varie durate, riconoscibili dalla lunghezza, espressa in "piedi". 320 piedi, 6 minuti; 1630 piedi, 30 minuti; 3170 piedi, 60 minuti; 4610 piedi, 90 minuti; 5100, 105 minuti; 6050 piedi, 120 minuti. Le tracce audio erano normalmente tre. Sui canali audio 1 e 2 era possibile registrare due segnali mono o un segnale stereo, il 3 era convenzionalmente riservato al Time Code. I VPR-3 e i BVH, dotati di un'apposita scheda opzionale, potevano registrare anche su una quarta traccia audio, che però poteva essere riprodotta solo da apparecchi sui quali era stata montata tale scheda. Curiosa l'evoluzione meccanica dei videoregistratori. I primi VPR-2 avevano le  due bobine che ruotavano in senso opposto, quella di sinistra in senso antiorario e quella di destra in senso orario. Nei BVH Sony e nei VPR-80 (e nel successivo VPR-6) le bobine giravano entrambe in senso antiorario. Il VPR-3, invece (forse a causa delle rimostranze di alcuni clienti affezionati al VPR-2) fu dotato di un ponticello invertibile, col quale scegliere in quale verso fare ruotare la bobina raccoglitrice.

Betacam, probabilmente il più affermato e versatile standard per il broadcast. Nato dall'esperienza Sony, che ha sapientemente "riciclato" il Betamax, surclassato nel mercato dell'Home Video dal VHS, per un utilizzo nelle telecamere portatili broadcast da ENG. Successivamente ha assunto una nuova identità anche come supporto per la produzione da studio con l'introduzione delle cassette large, nate assieme al Betacam SP e create per consentire di registrare fino a 90 minuti, e la successiva creazione di numerose versioni digitali (Digital Betacam, SX e IMX). Il punto forte della politica commerciale Sony, nel corso dell'evoluzione tecnica dei vari modelli Betacam, consiste nella compatibilità in riproduzione, per cui un network televisivo o una società di produzione, acquistando nuovi apparecchi, può continuare a utilizzare in lettura le videocassette in archivio senza bisogno di dover continuamente ricorrere a complicate (e costose) operazioni di riversamento. Infatti un videoregistratore IMX può registrare solo su cassette IMX, ma può riprodurre, oltre alle IMX, le Betacam, Betacam SP, SX e, in certi modelli, Digital Betacam. Un SX registra su SX e riproduce Betacam e Betacam SP, così come un Digital Betacam registra su Digital Betacam e riproduce Betacam e Betacam SP. Un Betacam SP registra sia su Betacam che su Betacam SP, riproducendo entrambi gli standard, mentre un Betacam non può riprodurre cassette SP. I primi Betacam da studio, inoltre, hanno un alloggiamento per le cassette in grado di accogliere solo le Betacam di piccolo formato. Nonostante ciò, esistono anche nastri Betacam montati su cassette large. Naturalmente tali cassette offrono prestazioni leggermente inferiori a quelle dei nastri SP. Le tracce audio sono passate da due, analogiche, nei Betacam, a due analogiche, la 1 e la 2,  più due PCM (Pulse Control Modulation), la 3 e la 4,  nei Betacam SP (attenzione però: le tracce 3 e 4 vengono registrate dalle testine video assieme alle immagini, quindi non è possibile effettuare insert audio su tali tracce, mentre un insert video, inevitabilmente, le cancella). Va da sé che le tracce 3 e 4, offrendo una migliore qualità di riproduzione, sarebbero adatte a essere usate in fase di montaggio, specie se si lavora con la musica, anche se il sistema di registrazione non permette di ascoltare il segnale durante il jog o lo shuttle. Risulta quindi difficile trovare un entry point se non si ha la stessa registrazione anche sulle tracce 1 e 2. Tracce longitudinali e tracce PCM, comunque, sono in controfase tra loro ed è quindi sconsigliabile registrare, ad esempio, segnali differenti destinati a essere riprodotti contemporaneamente, anche se si prevede di mixarli. Il Betacam SP è stato sviluppato per utilizzi broadcast (apparecchi BVW) e professionali (PVW), Esiste poi una linea "economica" (sigla UVW), con limitate capacità operative, due soli canali audio. Questi videoregistratori sono in grado di effettuare, come recorder, montaggi solo se collegati a centraline o a sistemi non lineari, dato che non ci sono comandi di edit sul pannello frontale. A partire dai Digital Betacam le tracce audio longitudinali diventano quattro,  registrate digitalmente e su tutte è possibile intervenire in insert. Anche gli SX hanno quattro canali audio, mentre gli IMX possono arrivare fino a 8, e ognuna di queste può funzionare, a scelta, con gli ingressi analogici, AES/EBU o SDI. Digital Betacam, SX e IMX hanno il preread. Oltre ai videoregistratori, la Sony produce anche due videolettori, il J-2 (riproduce tutti gli standard Beta tranne il Digital Betacam) e il J-3 (riproduce anche il Digital Betacam).
Le durate delle varie cassette, assieme all'evoluzione dei sistemi di registrazione, sono andate via via  crescendo. Betacam e Betacam SP impiegano cassette small da 5, 10, 20 e 30 minuti e cassette large da 30, 60 e 90 minuti. Digital Betacam può registrare 6, 12 e 32 minuti  su cassette small e 32, 64 o 124 minuti nelle cassette large. Gli SX usano cassette small da 32 o da 62 minuti, mentre le large arrivano fino a 124. Gli IMX possono registrare fino a 64 nelle small e fino a 184 nelle large. Va ricordato che, essendo la Sony una fabbrica giapponese, i calcoli delle durate sono stati effettuati sulla base del sistema NTSC, che ha 30 fotogrammi al secondo, a differenza del PAL che ne ha 25. Utilizzando le varie cassette nel nostro standard, quindi, possiamo contare su un 20% circa di durata in più.

 

 

 

 

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