ATTUALITA' DIAGNOSTICHE

a cura dell' ISTITUTO FIORENTINO ANALISI

LA DIAGNOSI MOLECOLARE NELLE INFEZIONI VIRALI

Ormai da alcuni anni, con il costante sviluppo di nuove modalità terapeutiche, si avverte la necessità di una diagnosi rapida e certa delle infezioni virali umane, onde poter aggredire rapidamente l’ agente infettivo e modulare poi in assoluta tranquillità l’ azione farmacologica. Purtroppo le tecniche immunoenzimatiche attualmente in uso, non permettono una precisa attività terapeutica e prognostica, non potendo fornire indicazioni certe sulla esistenza e sul grado di replicazione ed attività dei virus, sia in fase iniziale sia durante il trattamento anti virale.

Per questo motivo si è alla continua ricerca di metodiche diagnostiche sempre più affidabili e di più veloce attuazione. In questo contesto si inseriscono le tecniche di diagnosi molecolare (RT-PCR e PCR ) attraverso le quali è possibile mettere in evidenza la presenza del genoma virale ed avere quindi la certezza immediata sia della avvenuta infezione sia degli effetti della eventuale terapia antivirale durante i vari stadi della malattia.

 

Diagnosi dell’ infezione da HIV 1 e 2

Il virus dell’ HIV appartiene alla famiglia dei Retrovirus. Mediante la tecnica di trascrizione inversa e successiva amplificazione del genoma virale dell’ HIV, è possibile determinare la presenza del virus sia nel sangue che nel liquido amniotico o nel villo coriale, con una sensibilità che arriva sino a 5 cellule infettate su 50.000 non infettate. Questo esame è fondamentale sia per valutare la presenza dell’ HIV quando ancora non è presente la risposta anticorpale (periodo finestra), sia per monitorare i vari stadi della malattia durante la terapia antivirale.

 

Diagnosi dell’ infezione da HBV

La diagnosi di infezione da HBV avviene di solito mediante la ricerca nel siero dell’ Ag di superficie Hbs Ag. Nelle epatiti acute o croniche da HBV l’ Hbs Ag rimane nel siero molto più a lungo rispetto al virus intatto. La ricerca diretta del genoma virale dell’ HBV è quindi fondamentale, sia per monitorizzare i vari stadi durante la terapia antivirale, sia per diagnosticare l’ infezione quando non è ancora evidenziabile la risposta anticorpale (periodo finestra). Inoltre i portatori sani che sono positivi alla ricerca dell’ Hbs Ag ma non decorrono nella malattia epatica, sono negativi alla ricerca del genoma dell’ HBV.

 

Diagnosi dell’ infezione da HCV

Il virus HCV causa la maggior parte delle epatiti non A e non B ed ha un genoma ad RNA . Tramite la trascrizione inversa e la successiva amplificazione della regione 5’ UR si può rilevare la presenza del virus nel siero o nella biopsia epatica. Ciò permette pertanto sia di rilevare la presenza del virus quando ancora non è evidenziabile la risposta anticorpale (periodo finestra), sia di verificare l’ effetto terapeutico della terapia interferonica od antivirale in genere.

Inoltre in caso di soggetti con ALT normali ed infezione cronica la ricerca del genoma virale è necessaria per sapere se il virus è inattivo (esame negativo) o se il virus pur replicandosi (esito positivo) non è stato in grado fino a quel momento di danneggiare il fegato in modo significativo ma necessita di follow up.

 

Tipizzazione dell’ HCV

Il virus dell’HCV è altamente variabile. Fino ad oggi sono stati individuati nove tipi che si suddividono poi in molteplici sottotipi. In Italia sono diffusi soprattutto i sottotipi 1a, 1b, 2a, 2c, 3 che possono essere evidenziati tramite RT-PCR. Poiché esiste una stretta correlazione tra il genotipo del virus HCV e la risposta alla terapia interferonica, la conoscenza del sottotipo infettante risulta essere un dato fondamentale per una corretta impostazione della terapia.

 

Diagnosi dell’ infezione da Mycobcterium Tubercolosis

Mediante l’ uso della biologia molecare è possibile valutare la presenza del Myc. Tub. direttamente dal campione in poche ore, cosa non raggiungibile attraverso la tradizionale metodica immunologica. Inoltre, mediante la amplificazione della regione 16s - 23s dell’ RNA ribosomiale, si ha la certezza di poter discriminare il Myc. Tub. da altri Mycobatteri e soprattutto questo è l’ unico sistema in grado di stabilire la presenza vitale del Mycobacterium (è noto infatti che l’ amplificazione del DNA può dare risultati falsamente positivi correlati alla presenza di Mycobatteri morti per l’ assunzione di antibiotici) .

 

Diagnosi dell’ infezione da HPV

Il cancro della cervice è, come diffusione, la seconda forma di neoplasia nella donna. Molti studi epidemiologici hanno messo oramai in evidenza come l’ infezione da HPV sia il più importante fattore etiologico nello sviluppo di questo carcinoma . In particolare tre tipi di Papillomavirus, HPV 16, 18 e 31, sono considerati ad altissimo rischio. La amplificazione diretta da campione mediante gli strumenti di biologia molecolare è ancora una volta il metodo più veloce ed efficace per una diagnosi corretta che consenta di eseguire poi i necessari e periodici accertamenti diagnostici sui soggetti a rischio. E’ oggi infatti possibile identificare in tempi brevi da un campione che può essere sia una biopsia che un semplice pap-test, non solo la presenza del virus ma la sua appartenenza ai vari tipi, ed in particolare 6 , 11 , 16 , 18 , 31 , 33 , 34 , 35 , 39 , 40 , 42 , 43 , 44 , 45 , 51 , 52 , 54 , 56 , 58 .

 

Diagnosi di Toxoplasma, Citomegalovirus, Rosolia

La diagnosi molecolare di Toxoplasma, Cytomegalovirus, Rosolia permette di determinare la presenza dell’agente infettante nel liquido amniotico, villo coriale o nel sangue fetale, fornendo l’indicazione dell’avvenuto passaggio placentare del microorganismo. Conseguentemente risulta utile sia nel caso in cui la madre è sicuramente infetta, sia nel caso in cui sussistano dei dubbi sugli esami sierologici.

 


ATTUALITA' DIAGNOSTICHE

E' un bollettino informativo sulle tecniche di diagnosi di maggiore attualità, pubblicato a cura dell'Istituto Fiorentino Analisi. Clicca sull'argomento di tuo interesse:

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