LE VASCULITI "PREVALENTEMENTE" CUTANEE
Le vasculiti (V.) sono
un gruppo estremamente eterogeneo di sindromi caratterizzate da
infiammazione dei vasi sanguigni con manifestazioni clinico-patologiche
differenti e spesso sovrapposte.
Il processo infiammatorio vasale, attraverso il restringimento
o l'occlusione del vaso colpito, determina riduzione dell'apporto
di sangue e necrosi dei tessuti. Vasi di ogni tipo e di vario
calibro (grandi, medi e piccoli vasi) in ogni organo possono essere
interessati. Le conseguenze dell'infiammazione vascolare dipendono
dal calibro, dalla sede e dal numero dei vasi sanguigni colpiti:
ciò si traduce in un'ampia varietà di segni e sintomi
clinici .
Le V. vengono distinte in primitive (o idiopatiche) o secondarie.
Le V. primitive insorgono senza correlazione rispetto a qualsiasi
malattia sottostante e, nella maggior parte dei casi, la loro
eziologia e i meccanismi patogenetici sono sconosciuti o noti
solo in parte. Le V. secondarie insorgono al contrario nel contesto
di una ben definita condizione morbosa infettiva o non-infettiva
(malattie reumatiche, sclerosi sistemica, SLE, sindrome di Sjogren,
sarcoidosi, malattie neoplastiche). Le V. possono, inoltre, essere
isolate, cioè limitate ad un solo organo, o sistemiche.
La cute può essere l'unico organo interessato o essere
coinvolta nell'ambito di una V. sistemica, di cui può rappresentare
la localizzazione iniziale. Per stabilire se un paziente abbia
una V. confinata alla cute debbono essere ricercate ed escluse
tutte le possibili manifestazioni sistemiche di V. Anche se inizialmente
assenti, però, gli aspetti clinici di coinvolgimento extracutaneo
possono svilupparsi successivamente.
C'è indubbiamente una notevole sovrapposizione nell'espressione
clinica delle differenti sindromi vasculitiche anche se la loro
severità, il decorso e gli esiti sono molto differenti.
La mancanza di aspetti clinici patognomonici, di test di laboratorio
diagnostici, di un quadro istopatologico comune e la mancata o
incompleta conoscenza delle cause e dei meccanismi patogenetici
della maggior parte delle V. ha reso estremamente difficile la
definizione di una classificazione universalmente accettata. Nessun
approccio classificativo risulta pienamente soddisfacente e le
diverse classificazioni esistenti, sono state basate su diversi
criteri, tra cui calibro dei vasi colpiti, aspetti clinici, istopatologia.
Non esistono neanche test di laboratorio che delineino chiaramente
i gruppi diagnostici, sebbene gli ANCA possano identificare pazienti
affetti da granulomatosi di Wegener.
I differenti schemi classificativi causano, senza dubbio, confusione
e complicano la diagnosi delle specifiche forme di V. La diagnosi
di V. deve essere basata sul giudizio del clinico esperto e dipende
dalla presenza di una combinazione di aspetti clinici e patologici.
Recentemente è stata proposta una classificazione che divide
le V. in V. cutanee dei piccoli vasi e V. necrotizzanti dei grandi
vasi (Tab. 1).
Per le prime viene utilizzato anche il termine "vasculiti
da ipersensibiltà" o "vasculiti cutanee leucocitoclasiche".
Questi termini sono, però, imprecisi: il primo implica
una patogenesi non sempre dimostrabile, mentre il secondo è
un aspetto patologico comune a molte patologie e, peraltro, transitorio.
Il termine di "V. prevalentemente cutanee" viene utilizzato
dal momento che il coinvolgimento cutaneo generalmente domina
il quadro clinico, anche se la cute non è sempre l'unico
organo colpito. Infatti, qualsiasi organo può essere coinvolto
in questo tipo di V., ma l'interessamento extra-cutaneo è
solitamente molto meno severo rispetto a quello che si osserva
nelle V. necrotizzanti sistemiche.
Fra le molteplici cause delle V. cutanee bisogna considerare
gli agenti infettivi (virali, batteriche, fungine, protozoarie,
da elminti), i farmaci (es. insulina, penicillina, sulfonamidi),
alcuni prodotti chimici (es. insetticidi, derivati del petrolio)
e gli alimenti (es. le proteine del latte). Le V. cutanee dei
piccoli vasi sono riportate anche in associazione ad altre malattie
(neoplasie, malattie del collageno, porpora ipergammaglobulinemica,
crioglobulinemia, malattie infiammatorie intestinali, fibrosi
cistica, cirrosi biliare, AIDS, ecc.). La V. può precedere,
coincidere o comparire dopo la diagnosi di una neoplasia. La possibilità
di una neoplasia del sistema linfoproliferativo o di un tumore
solido va considerata in un paziente con un inspiegabile decorso
cronico recidivante della porpora cutanea, specie se è
presente anemia. Bisogna, però, tenere presente che in
circa il 50% dei pazienti, la causa della V. cutanea rimane sconosciuta
(forme . cutanee idiopatiche).
Le V. dei piccoli vasi della cute interessano prevalentemente
le venule post-capillari, ma possono colpire anche arteriole,
capillari e arterie. La manifestazione clinica caratteristica
è la porpora palpabile, più spesso localizzata agli
arti inferiori, talora accompagnata da sensazione di bruciore
e dolore. Le lesioni cutanee appaiono di solito a gittate subentranti,
su aree di pressione locale e su cute precedentemente traumatizzata.
Dapprima si osservano macchie purpuriche, che poi si trasformano
in lesioni rilevate al tatto (papule), talora raggruppate in placche
di diametro variabile da alcuni millimetri a vari centimetri.
Il colore può evolvere dal rosso al porpora. La guarigione
avviene spesso con esiti pigmentari giallo-brunastri a causa della
degradazione dei globuli rossi stravasati o con una cicatrice
atrofica. Lo spettro clinico delle manifestazioni cutanee delle
V. cutanee dei piccoli vasi comprende anche altri tipi di lesioni
(vescicole, pustole, bolle, pomfi, necrosi, ulcerazioni, livedo
reticularis e, occasionalmente, edema sottocutaneo). Di solito
le lesioni cutanee sono bilaterali e simmetriche.
Il quadro clinico cutaneo è spesso preceduto o accompagnato
da manifestazioni generali: febbre, artralgie, malessere, disturbi
gastrointestinali o renali.
Quali indagini effettuare?
A causa della grande variabilità delle sindromi vasculitiche
non esiste un metodo uniforme di valutazione del paziente con
sospetta V. cutanea. Certamente una dettagliata anamnesi è
importante per determinare, ad esempio, se c'è stata esposizione
a farmaci o epatite o se c'è una malattia coesistente.
Un esame obiettivo completo aiuta a definire l'estensione delle
lesioni vascolari, gli organi colpiti e la eventuale presenza
di altre malattie. Indagini laboratoristiche dovrebbero essere
eseguite per definire il tipo di V., gli organi colpiti e l'estensione
dell'interessamento, anche se molti di questi test sono aspecifici,
ad esempio la VES. Un esame bioptico dei tessuti maggiormente
coinvolti è essenziale.
Un'accurata definizione diagnostica richiede, perciò, l'integrazione
dei dati clinici, patologici e sierologici e indirizza la prognosi
e la terapia (Tab. 2).
In alcuni pazienti la diagnosi può non essere facile perché
gli aspetti clinicopatologici sono insufficienti o sono comuni
a quelli di altre patologie.
In particolare, nella valutazione del paziente con sospetta V.
cutanea dei piccoli vasi può essere impiegato un approccio
in tre stadi: confermare con l'istologia la diagnosi clinica,
definire l'estensione della malattia, ricercare la causa sottostante
(fino al 60% dei casi restano idiopatici, cioè senza una
causa apparente)
Il quesito più importante da porsi è se la V. è
limitata solamente alla cute, o è parte di una più
ampia patologia. In ogni paziente affetto da V. cutanea, infatti,
bisogna ricercare attentamente i segni e i sintomi di un possibile
interessamento sistemico. Nelle V. cutanee dei piccoli vasi è
frequente, infatti, il coinvolgimento sistemico: articolazioni
(60% dei casi), reni (30-35%), apparato gastrointestinale, sistema
nervoso, polmone, cuore.
Segni e sintomi che suggeriscono l'interessamento di altri organi
includono: febbre, calo ponderale, astenia, artralgie, mialgie
con elevati livelli di enzimi muscolari, dolore addominale con
sangue occulto nelle feci, elevati livelli serici di enzimi pancreatici
o epatici, angina con enzimi sierici miocardici elevati, ematuria
dismorfica e proteinuria, mononeuriti multiple con difetti di
conduzione nervosa, claudicazio delle estremità o della
mandibola e alterazioni ischemiche cerebrali o visive, nonché
varie analisi sierologiche positive per ANA, crioglobuline, anticorpi
per epatite B e C, ANCA, calo del complemento .
Quadri clinici
Porpora di Schonlein-Henoch.
La porpora di Schönlein-Henoch (HSP) è caratterizzata
da manifestazioni cutanee, articolari, gastrointestinali e renali.
Le manifestazioni cutanee, talora precedute da febbre, cefalea,
artralgie, dolori addominali, sono caratterizzate da lesioni purpuriche
palpabili localizzate agli arti inferiori ed ai glutei. E' tipica
dell'età pediatrica ed è generalmente considerata
una patologia benigna e autorisolutiva. Esiste una certa confusione
nell'inquadramento nosologico di questa patologia. I reumatologi
tendono a definire affetti da HSP i pazienti con V. cutanea ed
età inferiore a 16 anni, mentre pongono diagnosi di V.
da ipersensibilità nei pazienti di età superiore
a 16 anni. I dermatologi, invece, riservano la diagnosi di HSP
ai pazienti, in età pediatrica o adulta, con V. cutanea
dei piccoli vasi e immunocomplessi circolanti con IgA. Soltanto
pochi studi hanno focalizzato l'attenzione sulla HSP negli adulti:
in questi la HSP rappresenta una sindrome clinica rara, ma con
maggiore frequenza di coinvolgimento renale e, conseguentemente,
prognosi peggiore, dato che essa dipende principalmente dall'entità
del danno renale iniziale. L'interessamento renale è presente
in circa il 33% dei bambini e nel 63% degli adulti.
Crioglobulinemia mista essenziale
Le crioglobuline sono immunoglobuline che precipitano alle basse
temperature. Esse appartengono principalmente alla frazione IgG
o IgM, raramente alla IgA. Le crioglobuline di tipo I sono immunoglobuline
monoclonali presenti per lo più in pazienti affetti da
macroglobulinemia di Waldenstrom e mieloma. La crioglobulinemia
di tipo II prevede la presenza di due o più frazioni, delle
quali la IgG con carattere policlonale e la IgM con carattere
generalmente monoclonale e dotata di attività di fattore
reumatoide. Essa si osserva in corso di macroglobulinemia di Waldenstrom,
connettiviti, infezioni croniche e come forma idiopatica nella
crioglobulinemia mista essenziale. La crioglobuline di tipo III
sono policlonali e si osservano in corso di malattie infettive,
infiammatorie ed autoimmuni e si osservano in corso di crioglobulinemia
mista essenziale. I pazienti colpiti hanno un'età media
di 50 anni. Si può presentare come una vasculite prevalentemente
cutanea, ma frequentemente si associa a glomerulonefrite, artralgie,
epatosplenomegalia, linfoadenopatia. In alcuni pazienti il decorso
della malattia è particolarmente aggressivo con severa
compromissione della circolazione nei vari organi. Sulla cute
si osservano lesioni purpuriche e petecchiali o larghe ecchimosi
nelle zone esposte al freddo, specie alle mani ed ai piedi. Possono
inoltre essere presenti orticaria da freddo, sindrome di Raynaud,
ulcerazioni ed acrocianosi talora accompagnate da artralgie simmetriche.
Nel siero si rileva la presenza di crioglobuline e di fattore
reumatoide, mentre la frazione C4 è generalmente ridotta.
Una crioglobulinemia può osservarsi nei pazienti affetti
da un'epatite cronica da virus C o B. I virus sono presenti negli
immunocomplessi.
Vasculiti dei piccoli vasi cutanei associate a malattia del collageno
Una vasculite può essere espressione di diverse patologie
del tessuto connettivo, in particolare lupus eritematoso sistemico,
artrite reumatoide, sindrome di Sjogren ed altre, senza presentare
tuttavia caratteri di specificità.
Vasculite orticarioide
Colpisce solitamente giovani donne adulte. Può insorgere
in pazienti con infezioni, malattia da siero, LES e sindrome di
Sjogren. E' caratterizzata dall'eruzione diffusa di pomfi pruriginosi
con occasionali petecchie. Le lesioni pomfoidi persistono classicamente
più di 24 ore a differenza di quelle dell'orticaria che
risolvono di regola entro 24 ore. Talora il quadro può
manifestarsi con lesioni che mimano l'eritema multiforme o con
un angioedema. Possono associarsi febbre lieve, artralgie, dolori
addominali, uveite, disturbi intestinali. Il decorso è
cronico. Gli esami di laboratorio mostrano incremento della VES,
calo delle frazioni complementari, leucocitosi, eosinofilia, meno
frequentemente anticorpi antinucleari, fattore reumatoide, crioglobuline.
Erythema elevatum diutinum
Rara condizione caratterizzata da placche eritematose o purpuriche
simmetriche, persistenti, localizzate al dorso delle mani e sulla
superficie estensoria degli arti, in particolare sulle aree sovrastanti
articolazioni, spesso accompagnate ad artralgie. La causa della
malattia può essere una reazione allergica a superantigeni
streptococcici. Il decorso è cronico. Talora le lesioni
possono guarire spontaneamente con esiti ipercromici.
Vasculite settica
Le infezioni possono causare vasculite dei piccoli vasi dermici
sia attraverso la produzione di immunocomplessi, ma anche per
invasione diretta. L'agente infettivo più frequentemente
causa di vasculite settica è la Neisseria meningitidis,
ma numerosi batteri gram +, in particolare lo Stafilococco, gram
- e rickettsie possono essere in causa.
Terapia
La terapia è condizionata dal tipo e dalla severità
del quadro clinico. Per le forme confinate alla cute può
essere sufficiente l'osservazione clinica. Le forme croniche e
prolungate, non correlabili a cause riconoscibili, possono beneficiare
di un trattamento antinfiammatorio non steroideo. Anche farmaci
come colchicina, antiistaminici, dapsone possono essere di una
certa utilità e potrebbero essere utilizzati prima di ricorrere
ai cortisonici. Questi ultimi sono indicati nelle forme più
estese. Il trattamento steroideo, eventualmente associato con
citostatici, è indicato nelle forme con coinvolgimento
sistemico.
Tab. 1 Classificazione
delle vasculiti
I. Vasculiti
dei piccoli vasi cutanei
A. Vasculite idiopatica dei piccoli vasi cutanei
B. Porpora di Henoch-Schönlein
C. Crioglobulinemia mista essenziale
D. Porpora ipergammaglobulinemica di Waldenström
E. Associate a malattia del collageno
F. Vasculite orticarioide
G. Erythema elevatum diutinum
H. Noduli reumatoidi
I. Lebbra reattiva
J. Vasculite settica
II. Vasculiti dei grossi
vasi
A. Poliarterite nodosa
1. Forma cutanea benigna
2. Forma sistemica
B. Vasculti granulomatose
1. Granulomatosi di Wegener
2. Granulomatosi allergica
3. Granulomatosi lifomatoide
C. Arterite giganto-cellulare
1. Arterite temporale
2. Malattia di Takayasu
D. Vasculite dei grossi vasi associata a malattia del collageno
E. Vasculite nodulare
(Tab.2) VALUTAZIONE DEL PAZIENTE CON V. "PREVALENTEMENTE" CUTANEA
Anamnesi
· farmaci
· infezioni
· malattie sottostanti
· sintomi sistemici (febbre, perdita di peso)
Valutazione clinica
· esame obiettivo completo
· biopsia cutanea, IF diretta
Laboratorio
· emocromo completo
· VES
· esame urine, azotemia, creatininemia
· GOT, GPT, fosfatasi alcalina
· CPK, aldolasi
· elettromiografia
· Rx torace
· Emocolture
Ulteriori
indagini
· crioglobuline, criofibrinogeni
· test per epatite B e C
· ANA, anti-DNA, anti-Ro(SS-A)
· C3, C4, CH50, CIC
· fattore reumatoide
· ANCA, ACA