Alopecia Androgenetica


L'alopecia androgenetica prende questo nome in quanto consiste in una condizione caratterizzata da assottigliamento e diradamento dei capelli indotto da androgeni in individui geneticamente predisposti. L'insorgenza delle manifestazioni avviene generalmente tra i 12 ed i 40 anni in entrambi i sessi e circa la metà della popolazione presenta questa condizione in maniera abbastanza variabile entro i 50 anni. Nei follicoli del cuoio capelluto affetto avviene, ad opera dell'enzima 5-alfa reduttasi, un'aumentata conversione del testosterone in diidrotestosterone. Il diidrotestosterone si lega al recettore degli androgeni attivando i geni responsabili della trasformazione dei peli terminali in peli miniaturizzati. Nei cicli successivi la durata dell'anagen si accorcia e i follicoli diventano sempre più piccoli e producono capelli sempre più piccoli e fini.

Attualmente esistono due farmaci efficaci nell'alopecia androgenetica sulla base dei trials clinici pubblicati in letteratura: il minoxidil e la finasteride. Recentemente è stata valutata una buona efficacia anche della melatonina per uso locale; per tutti gli altri prodotti che vantano attività (spesso attraverso martellanti campagne di pubblicità su stampa, televisioni o vetrine di farmacie) non è mai stata dimostrata l'efficacia. La finasteride è un farmaco inizialmente utilizzato nel trattamento dell'ipertrofia prostatica in grado di agire anche contro l'alopecia androgenetica (calvizie comune).

Questo farmaco agisce bloccando l'enzima 5-alfa reduttasi, che favorisce la trasformazione del testosterone in diidrotestosterone.

La somministrazione orale di finasteride è in grado di ridurre i livelli ematici di DHT di circa un terzo, senza interessare i livelli di testosterone ed altri ormoni. I vantaggi della finasteride si esplicano attraverso arresto della caduta e prevenzione della miniaturizzazione dei follicoli. Il farmaco sembra efficace nel prevenire la caduta dei capelli anche a livello dell'attaccatura dei capelli e delle regioni temporali, zone dove il minoxidil è meno efficace. Sulla base degli studi dei metaboliti ormonali urinari, il farmaco sembra interferire solo con l'enzima 5 alfa reduttasi e non con gli androgeni.Non risulta efficace l' applicazione topica.

L'uso non è consigliato nelle donne: nel caso una donna assumesse finasteride ed andasse inconro a gravidanza sarebbe possibile la formazione di un feto maschio genitali ambigui con caratteristiche femminili. La finasteride può causare riduzione della libido ed impotenza nell'1% dei soggetti trattati in seguito ad una riduzione dei livelli di DHT circolante e riduzione del volume dell'eiaculato. L'attività degli spermatozoi rimane normale. Gli effetti collaterali sono comunque reversibili alla sospensione del trattamento.

L'associazione con il minoxidil non è ancora sufficientemente indagata e non è noto se esita sinergismo tra i farmaci.

La storia della finasteride comincia nella Repubblica Domenicana in cui si verificavano casi di maschi nati con genitali ambigui che si normalizzavano alla pubertà. Questi individui erano geneticamente deficitari del gene che codificava l'enzima 5 alfa reduttasi: essi non si ammalavano mai di ipertrofia prostatica, nè sviluppavano cancro della prostata, nè alopecia androgenetica. In questi individui il testosterone non veniva convertito in DHT per carenza dell'enzima. Di qui si pensò di produrre un farmaco che regolasse l'attività dell'enzima 5 alfa reduttasi al fine di ottenere un controllo della ghiandola prostatica e della caduta dei capelli.

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