LA MORTALITA' NEONATALE IN CAMPANIA

 

Elaborazione dati e commento a cura di:

Dr. Aniello Pugliese

Terapia Intensiva Neonatale       Azienda Ospedaliera "A. Cardarelli"

Tel 0817472861    Email: apugl@yahoo.it

Con la collaborazione dell'Osservatorio Epidemiologico della Regione Campania

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Premessa

 

Gli studi sui tassi di mortalità neonatale "area based" forniscono indicazioni utili per la programmazione sanitaria nell'area perinatale. Essi permettono di valutare la qualità delle cure erogate e soprattutto di individuare, in un periodo di carenza di risorse, in quale area investire per coprire eventuali ritardi.

Nel passato sono stati pubblicati studi  esaustivi sulla mortalità perinatale ed infantile in Campania, ma limitati in genere ad un singolo anno preso in esame; l'ultimo, relativo al 1992, è stato pubblicato nel 1996 (1).

Dopo cinque anni è nata l'esigenza di coprire questa lacuna temporale ed aggiornare i dati di mortalità neonatale nella nostra Regione. Gli unici dati disponibili sono quelli pubblicati dall'Istat negli annuari di natalità e cause di morte. L'ultimo annuario, relativo al 1997 (2), è stato recentemente pubblicato . I dati Istat sono al momento gli unici disponibili.  Essi hanno  lo svantaggio di essere pubblicati con un certo ritardo e di non essere disaggregati per classi di peso, variabile importante negli studi di mortalità neonatale. Il loro vantaggio è quello di essere affidabili (poiché estratti da documenti ufficiali), omogenei per tutto il territorio nazionale e pubblicati con regolarità.

La nostra ricerca si pone l'obiettivo di valutare il trend di mortalità neonatale in Campania fra il 1991 ed il 1997, di studiare l'evoluzione delle relative cause di morte, di confrontare i dati campani con quelli nazionali e di altre regioni italiane.

 

Torna all'indice

 

 

Metodi

 

Sono stati analizzati i dati di natalità e mortalità neonatale pubblicati dall'Istat e relativi al  periodo 1991-97. Per quanto la moderna assistenza neonatale faccia spesso slittare oltre il primo mese di vita alcuni casi di morte, si è deciso di attenersi alla classificazione internazionale che intende per mortalità neonatale quella del primo mese di vita.

 

I casi relativi alle 57 differenti cause di morte pubblicati negli annuari Istat nella classificazione definita P perinatale, sono stati raggruppati in sole quattro categorie omogenee:

 

1. Malformazioni congenite  (da P15 a P25)

2. Asfissia (da P26 a P27; da P29 a P36; da P38 a P40; da P42 a P45)

3. Patologia respiratoria neonatale (RDS) (da P46 a P47)

4. Altre cause neonatali

 

Sono stati quindi calcolati i tassi per mille e i relativi limiti di confidenza al 95%, specifici per cause di morte così raggruppate.

Torna all'indice

 

 

Risultati

 

La Tab. 1 mostra il numero dei nati vivi in Italia e in Campania nel periodo 1991-97.

Il numero dei nati in Italia è diminuito del 6% (da 562787 a 528901), mentre in Campania si è ridotto del 11,5% (da 81003 a 70841).

 

La Tab 2 mostra i tassi di mortalità neonatale nello stesso periodo.

Il tasso di mortalità neonatale in Italia è diminuito del 32,5% (da 6,24 per mille al 4,21), mentre in Campania si è ridotto del 41,7% (da 8,64 per mille a 5,04).

 

La Fig. 1 confronta per i singoli anni i tassi di mortalità neonatale italiani con quelli campani. I tassi campani risultano sempre più elevati rispetto a quelli nazionali, anche se negli ultimi anni (in particolare nel 1997) il divario sembra essersi notevolmente ridotto.

 

La Fig. 2 mostra i tassi di mortalità neonatale in Campania nel periodo in studio. Si osserva un progressivo miglioramento nella sopravvivenza a partire dal 1992 e poi un ulteriore miglioramento a partire dal 1995.

 

La Fig. 3 illustra l'andamento dei tassi di mortalità specifici per Malformazioni Congenite. Per quanto si noti un certo decremento negli ultimi anni, i tassi risultano pressochè sovrapponibili e confermano la difficoltà nel comprimere ulteriormente la mortalità per tale causa, come confermato anche da altri dati nazionali.

 

La Fig. 4 presenta i tassi di mortalità per Asfissia. I tassi risultano soprapponibili e non si riesce a dimostrare (probabilmente per la ridotta numerosità campionaria) il decremento che per l'Asfissia è stato invece dimostrato in Italia in altri studi(3). In particolare è stato notato come negli ultimi anni sia scomparso il divario per questa causa di morte, nel passato ben presente fra le Regioni del Nord e quelle del Sud Italia.

 

La Fig. 5 mostra i tassi di mortalità per patologia respiratoria (RDS). Per quanto i dati mostrino una riduzione significativa del 37,6 % (dal 3,64 per mille al 2,27), con lo studio dei limiti di confidenza non è possibile dimostrare che essa sia statisticamente significativa (almeno fra il 1992 e 1997).

 

La Fig. 6 presenta i tassi specifici per tutte le altre cause di morte neonatale, fra cui le sepsi. In questo caso il decremento è significativo e si apprezza un trend molto soprapponibile a quello della mortalità neonatale totale evidenziato nella Fig. 2. Sembrano apprezzarsi infatti due periodi particolarmente favorevoli: il triennio 1992-94 e quello 1995-97.

 

La Fig. 7 infine confronta per l'ultimo anno disponibile (il 1997) i tassi di mortalità neonatale specifici per cause di morte in Campania e in Lombardia, regione sovrapponibile alla nostra per numero di nati. Il tasso di mortalità neonatale della Lombardia è inferiore del 41% (2,95 per mille versus 5,04 della Campania). Dalla figura si evince chiaramente che questa differenza è prevalentemente correlata ad un tasso di mortalità per patologia respiratoria (RDS) molto più elevato in Campania rispetto alla Lombardia.

 

Torna all'indice

 

 

 

Conclusioni

 

La netta e significativa riduzione dei tassi di mortalità neonatale in Campania è sicuramente riconducibile ai notevoli progressi nell'assistenza alla gravidanza e al neonato realizzati negli anni novanta nella nostra regione. I dati indicano che i miglioramenti sono stati progressivi e diffusi  in ogni settore.

La mortalità per malformazioni congenite sembra infatti arrivata a livelli di incomprimibilità, almeno allo stato attuale dell'arte, mentre la mortalità per asfissia appare notevolmente ridotta, anche se è auspicabile che essa si azzeri completamente.

Tuttavia, nonostante la riduzione progressiva della mortalità per RDS, il tasso specifico di mortalità risulta ancora notevolmente più elevato rispetto a quello della Lombardia. Applicando il tasso lombardo (appena 0,95 per mille) ai nati della Campania avremmo dovuto attenderci circa cento neonati morti in meno. Evidentemente i progressi scientifici correlati all'introduzione dell'uso del surfactante e al  miglioramento dell'assistenza ventilatoria dei nati prematuri non avevano, almeno fino al 1997, ancora avuto nella nostra regione un impatto favorevole. Ulteriori studi sono necessari per capire se in questi ultimi anni il gap è stato colmato oppure se è necessario investire ancora in questa area.

Infine con soddisfazione abbiamo osservato come la mortalità per le altre cause neonatali si è notevolmente compressa. Questo è sicuramente legato alla crescita complessiva dell'assistenza cui  hanno sicuramente contribuito sia la creazione in Campania di nuovi reparti di Terapia Intensiva sia la istituzione del Servizio di Trasporto Neonatale. Tuttavia anche in questo settore, in particolare nella prevenzione delle infezioni nosocomiali, è auspicabile un ulteriore miglioramento dell'assistenza.

 

Torna all'indice

 

 

Bibliografia

 

  1. Arsieri R., Pugliese A.,  Russo R. "Natalità e Mortalità feto-infantile in Campania nel 1992",  Assessorato alla Sanità della Regione Campania, anno 1996
  2. Istat "Annuari: Cause di  morte, anno 1997", ed. 2001
  3. Pugliese A. "Cause di  mortalità neonatale in Italia nel 1996" Atti del VII Congresso Nazionale  della Società Italiana di Neonatologia, Chieti 2001

 

1