Accademia Generale

di Riproposizione Espressivo Sensoriale

Presidente: Prof. Romeo Lucioni

 

 

C.so Bernacchi 63, 21049 TRADATE (Va)

tel.fax: +39-0331 811811 cell.+39-3336362630

URL : www.slowmind.net - www.adolescenza.org - www.neuroscienza.net 

 

con l’egida di:

ALBERT SCHWEITZER INTERNATIONAL UNIVERSITY

Istituto Superiore di Scienze Umane Applicate

INTERNATIONAL COMMISSION ON DISTANCE EDUCATION

FONDAZIONE MEDICINA PSICOSOMATICA E SOCIALE – Ascona

Istituto Universitario SSMS Scienza della Mediazione Linguistica

Il Difensore della Famiglia, dei Bambini e degli Adolescenti

CISAT – CENTRO ITALIANO STUDII ARTE-TERAPIA - NAPOLI

Associazione Italiana Prevenzione Riabilitazione e Cura

 

                                                                             “Io sono più sicuramente

                                                                              là dove Io non penso”

                                                                                                          Jacques Lacan

 

La spinta riformatrice e creativa delle “scienze umane” , anche sulla base delle scoperte delle neuroscienze, ha portato a spostare l’asse scientifico-umanistico verso la ricerca di una dimensione “immaginaria”.

Questo sta oggi portando la ragione al di fuori di un suo proprio e tradizionale percorso anche per il riconoscimento di quello che viene chiamato “teorema dell’errore”.

In questo modo si spiega l’organizzazione di un “sistema vivente” visto come un “processo” in perenne cambiamento che è “autoproduzione” o “autopoiesi” (Maturana e Varala, 1972) o “riorganizzazione permanente” (Trincher, 1965; Atlan, 1972). Si tratta di riconoscere al “sistema biologico” la capacità di “utilizzare” una “plasticità innata”, più o meno complessa, che modifica l’hardware e, con questo, anche la capacità funzionale che indichiamo come software.

Queste continue e profonde modificazioni impongono la visione concettuale che giustifica il “diverso” che, proprio per la sua presenza, pauperizza le premesse di un linguaggio scientifico, ma, non per questo, accetta una denominazione di ”extra-scientifico” se non invece quella di “ultra-scientifico”.

Sembrerebbe quasi una rivincita delle pretese di scientificità addotte, a suo tempo, anche dalla psicoanalisi che da sempre difende una struttura teorica ed una conseguente applicazione operativa “scientifica” anche se inevitabilmente ancorata ala diversità, alla unicità ed alla specificità di ogni soggetto.

La scienza moderna, per altro cammino, è pur giunta alle stesse conclusioni, dovendo accettare il teorema della complessità e l’importanza della casualità.

Resta tuttavia anche un’altra lettura che porta la scienza ad avvicinarsi sempre più alla metafisica ed anche alle acquisizioni del campo mistico-religioso, trascendente e psicodinamica.

Ricordiamo con Osvaldo G.V. Piccardo, cosa hanno dichiarato:

PLANK: “… la fisica contemporanea non può esistere senza una certa dose di “metafisica”;

SCHRÖDINGER: “… confesso sinceramente e volontariamente fin dal principio, di non rifiutare più la metafisica, anzi il misticismo, che in futuro avranno una parte notevole …”.

 

Va sicuramente anche tenuto in considerazione come oggi tutte le scienze umane siano sottoposte ad una sorte di turbolenza  e di rivoluzione che spesso sembrano sovvertire le basi fondamentali del corpo istituzionale al quale appartengono.

§         Nel campo mistico-religioso si evidenziano cambiamenti che portano a conclusioni per cui il suo destino risulta quasi incerto per quanto sommerso da fattori materialistici, utilitaristici e soggettivistici.

§         Nel campo estetico parliamo addirittura di “morte dell’arte” come evento provocato dall’interno, dalla sua stessa evoluzione.

§         Nella politica si accenna già ad una totale perdita delle regole in attesa di poter tracciare modelli comportamentali più validi e, sicuramente, più significativi per dare a questa espressione della creatività umana un “significato concludente”.

§         Nell’economia possiamo riconoscere la necessità di rivedere tutto l’impianto della “globalizzazione” che, solo pochi decenni fa, era presentato come modello salvifico e capace di far riprendere il cammino di uno “sviluppo per tutti”.

§         Nell’organizzazione sociale sembra che la “rivoluzione” si sia particolarmente accanita, facendo proliferare la violenza, la distruttività, una quasi ricerca al rovescio: verso un ritorno ai modelli del passato?

 

L’irruzione della trasgressione, del self organizing system, dell’autocreatività, del rifiuto delle regole come trionfo della libertà, fanno spesso pensare all’irrompere di un “paradigma satanico” nell’ambito delle scienze umane applicate. Proprio per questo il mondo culturale, scientifico, umanistico si sta sempre più stringendo attorno ad un modello “multidisciplinare” che ora viene più incisivamente denominato “inter-disciplinare” ed i tre linguaggi psico-storici tradizionali (scienza, religione, arte) cercano un estrema difesa, proponendo un “linguaggio umano unitario”.

Questo “movimento” presuppone una profonda modificazione dell’assetto culturale e scientifico che porta a rivedere quei principi di inesorabile razionalità, di fondamenta incrollabili ed inalienabili che per secoli sono stati le basi della società, della cultura, dell’umanesimo.

Proprio per questo lo scienziato, il religioso, l’artista, si trovano tutti e quotidianamente ad affrontare le proposte, ma anche le richieste e le diversità che ogni soggetto getta sprezzante sul tavolo del “sapere”.

È questa umanità nuova che trova nella denominazione di “unitaria” un significato travolgente che pone agli uomini del sapere una questione fondamentale: potrà questa umanizzazione rinnovatrice portare ad uno statu quo, ad un paradigma di stabilità come quello che per tanti secoli (prescindendo dalle crisi belliche mondiali) ha dominato il nostro mondo planetario?

 

La questione teorica che sfiora le radici stesse dell’umanizzazione e dell’umanesimo, si traduce quotidianamente in “sistema di approccio alla soggettività”, alla realtà ed al fare, che richiedono non tanto una visione sulla complessità. Quanto invece una presa di coscienza della necessità di una inter-relazione e di una integrazione multidisciplinare.

Proprio per questo, dopo tanti anni di lavoro indefesso, di una volontà incrollabile nel tentativo di raggiungere le pari opportunità ed il rispetto dei diritti uguali per tutti, ci troviamo a creare una “accademia globale” capace di proporre modelli dinamici, evolutivi e creativi, per far progredire un immaginario necessario  per “farci guardare al di là”, per proporci quella “vita che sarà”, ma che pur sempre risulterà il segno indelebile della nostra presenza, la proposta della nostra complessa individualità che si esprime nel nostro essere “soggetti” e, come tali, capaci e predestinati per tracciare anche il “segno distintivo” della vita dei nostri figli.

 

 

RUBEDO: Alleanza culturale, terapeutica, riabilitativa

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