C.so Bernacchi 63; 21049 Tradate (Varese); tel.0333-6362630; fax.0331-835831
Centro A.G.R.E.S.: via Dante Alighieri 896- Cislago loc. Massina (Varese)
Istituto Educativo Assistenziale - "Villa Santa Maria" - Tavernerio (Como)
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URL: www.geocities.com/lerre.geo www.adhikara.com/autismo.htm
Direttore: Dott. Romeo Lucioni
A U T I S M O
Cos’è
È difficile parlare di autismo come di una malattia; si può più facilmente intenderlo come un disturbo dello sviluppo delle funzioni psico-mentali.
La sintomatologia viene, di solito, messa in evidenza intorno ai due anni (anche se le carenze potrebbero essere evidenziate prima), poi si manifesta come disturbo pervasivo dell’evoluzione che mette a repentaglio il funzionamento mentale ed anche quello socio-relazionale che è la capacità di interagire con gli altri.
Nella forma classica, l’autismo colpisce, in tutte le parti del mondo, 4-5 bambini su 10.000 abitanti, ma, se si considerano le forme secondarie e/o di innesto, questo indice deve essere almeno raddoppiato. I maschi sono interessati quattro volte più delle femmine.
Come si manifesta
I genitori, per lo più, vengono insospettiti nell’osservare il figlio che evita di guardare negli occhi, che si ritira in se stesso per lunghi periodi, che non sorride e che, soprattutto, ha difficoltà nell’apprendimento del linguaggio.
Esaminato da vari medici il piccolo può anche essere indirizzato ad esami per escludere una sordità, fino al momento in cui uno specialista formula una diagnosi precisa che provoca molto sgomento.
La caratteristica fondamentale del disturbo autistico resta comunque legata all’isolamento, all’impossibilità di "accettare" una compartecipazione socio-relazionale; i disordini comportamentali che risultano bizzarri e disturbanti, le urla, le attività motorie ripetitive e compulsive come dondolarsi, i manierismi più svariati ed inoltre, talvolta, anche ipercinesie irrefrenabili.
Aspetti particolari sono rappresentati da risposte anormali agli stimoli sensoriali, spesso interpretate come insensibilità al dolore, reazioni "catastrofiche" in risposta a stimoli come carezze, abbracci o semplicemente il passaggio di una mano al di sopra del capo o il porsi alle spalle del piccolo.
Le cause
Molto si è scritto sull’origine dell’autismo, ma poco è chiaro della patogenesi; anche la denominazione più accettata di disturbo dello sviluppo psichico è vaga ed imprecisa. Forse il modello psico-neuro-biologico si avvicina di più a quanto si osserva; si tratterebbe di un disordine della mielinizzazione dei circuiti cerebrali, a causa del quale le percezioni risultano intollerabili e terrorifiche e il bambino tende ad isolarsi. Ne consegue un disturbo della formazione di quello che chiamiamo un "proto-IO" e una strutturazione di relazioni alterate con la figura della madre e con gli oggetti interni che impediscono il normale sviluppo dei processi emotivo-affettivi che stanno alla base della formazione della mente.
Il bisogno di isolamento, il ritirarsi in se stessi, l’impossibilità di relazionarsi con il mondo esterno diventano i motivi del mancato sviluppo della motricità, delle capacità ralazionali, del linguaggio, delle funzioni cognitive che restano così limitate a processi istintivi, automatici e primitivi.
Accettare questa sindrome come disturbo dello sviluppo psico-mentale ci permette di spiegare l’enorme variabilità della casistica che passa da un "atteggiamento" che non impedisce lo sviluppo affettivo ed intellettivo a casi in cui i disturbi comportamentali sono veramente disturbanti e si trasformano in un vero e proprio handicap.
Cosa ci insegna
Ci sono molti modi di comunicare al di là del linguaggio verbale, importante è il linguaggio emotivo (quello che "arriva dritto al cuore").
La scoperta delle possibilità di sovrapporre comunicazione a linguaggio porta alla rivoluzionaria coscienza che non è tanto importante cosa si dica, ma come lo si dice. In questo modo è evidente che scopriamo dinamiche linguistiche nelle quali anche il silenzio è una vera comunicazione ed una mano protesa non è solo un invito, ma anche una proposta che può essere accettata o rifiutata, che può risultare la apertura di un dialogo così come succede quando si sta seduti uno di fronte all’altro per "farsi vedere e per guardarsi".
Privilegiare l’individualità è anche un invito a pensare con la propria testa, ad accettarsi per quello che siamo, con i nostri pregi ed i nostri difetti che, per altro, sono solo il frutto di un giudizio preconcetto e legato a leggi, più o meno tradizionali, ma che non rispettano mai la "verità" che è solo frutto della nostra mente e, soprattutto, del nostro cuore; cioè della nostra intelligenza cognitiva, ma anche, soprattutto, del nostro cervello emotivo e della nostra intelligenza affettiva.
Cure possibili
Affrontare l’autismo è, prima di tutto, un problema di diagnosi precoce. Anche il solo sospetto di trovarsi di fronte ad un problema di disturbo dello sviluppo (ancor più se si tratta di un maschietto) dovrebbe far scattare subito, sin dai due anni, un intervento di sostegno e di terapia; i ritardi sono sempre terribilmente dannosi soprattutto per la prognosi.
Sebbene vengano sottolineati gli insuccessi della psicoterapia e gli errori di una impostazione teorica troppo psicoanalitica, la psicoterapia-educativa fortemente relazionale resta il metodo terapeutico migliore e quello che porta a risultati veramente soddisfacenti. L’intervento deve essere globale ed investe sia lo sviluppo percettivo-motorio che quello emotivo-affettivo per avviare alla strutturazione di capacità relazionali e di modalità analitico-deduttive come presupposto di una cognitività non più istintiva e prelogica (centrata sul "senso"), ma razionale e simbolica (basata sul "significato").
In questi ultimi anni sono state sviluppate le cosiddette "tecniche cognitive", basate sulle scienze comportamentali e considerate riduttive dalle scienze psicodinamiche e psicoanalitiche.
Risolvere la diatriba non è facile, ma il lavoro di ricerca psicodinamica e neuro-biologica ci ha portato ad evidenziare che:
Queste osservazioni possono essere riassunte in un’unica frase:
"curare l’autismo è possibile"
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Cos’è la "Terapia di Integrazione Emotivo-affettiva" – E.I.T.
Questa applicazione psico-terapeutica che, per la sua struttura basata sui principi della psicodinamica e della psicoanalisi, permette di ottenere importanti risultati riabilitativi in ragazzi portatori di handicap psichico (autismo, x-fragile, sindrome di Down, insufficienza mentale, epilessia), vede anche un ampio gradiente di applicazione in particolari situazioni patologiche come la sindrome di Joubert e similari. Il controllo del movimento e dell’ampiezza del gesto, insieme all’aspetto finalistico dell’azione, risultano la base per superare quegli elementi riduttivi che si riassumono nel quadro della "debolezza dell’ IO".
L' E.I.T. si propone come trattamento globale, fondato sull'aiuto alla persona e non pauperizzato affrontando solamente la sintomatologia e la disabilità funzionale. Ha radici nella tradizione umanistica che è rispettosa del conoscere e della comprensione dei modelli di funzionamento mentale e delle rappresentazioni sociali; rifiuta le etichette, le classificazioni ed il rigido ancoraggio all'espressione clinica.
E.I.T. significa tornare alla psicologia umana che concepisce il soggetto come persona ricca di intenzionalità, di volontà e di capacità di organizzare, attraverso la relazione, le possibilità di comprendere, oltre che di essere compresi, di ridurre la sofferenza emotiva e di strutturare il proprio mondo psichico sugli affetti e sui valori che cominciano dall'autocomprensione, dall'autovalorizzazione e dall'autosoddisfazione.
Il valore relazionale insito negli incontri e nello sviluppo delle successive fasi di applicazione, introduce il tema del controllo delle valenze aggressive, sviluppatesi a partire da sensi di rabbia e di frustrazione, portando i giovani disabili a controllare le proprie parti libidico-istintive, favorendo l’instaurarsi di valori affettivi centrati sul rispetto di sé, sul diritto di svilupparsi tenendo conto anche dei diritti e dei bisogni degli altri.
E.I.T. è rincontrare il piacere nel lavoro centrato sulla crescita, sulla riscoperta dei valori umani del comprendere e della relazione sulla quale si fonda l'autocoscienza e la scoperta delle potenzialità personali e del diritto ad essere un soggetto libero, olistico, integrato ed amato.
Comitato Tecnico-scientifico
Prof. Romeo Lucioni:
Psichiatra; Professore a contratto dell'Università di Pavia; Direttore del Centro A.G.R.E.S. per la terapia dell'autismo e delle sindromi regressive.
Prof. Giuseppe Andreis:
Psicologo e Psicoanalista; Professore a contratto dell'Università di Torino.
Prof. Aldo Fumagalli:
Psicologo e Psicoanalista;
Dott. Ferdinando Lucioni:
Dott. Fabrizio Colombo:
Dott.ssa Elvezia Fumagalli:
Prof. Nicola Angelillo:
Prof.ssa Ida Basso:
Prof. Giovambattista Vono:
Dott.ssa Maria Cristina Lucioni:
Dott.ssa Laura Strocchi:
Dott.ssa Giuliana Ravaschietto:
Dott.ssa Carla Ossola:
Dott.ssa Marzia Bonetti:
Dott.ssa Loredana Reddavide:
Dott. Davide Scheriani:
Dott.ssa Tiziana Pennacchio:
Dott.ssa Paola Alessio:
Dott.ssa Monica Rigamonti
OBIETTIVI DELL' E.I.T. - TERAPIA DI INTEGRAZIONE EMOTIVO-AFFETTIVA
a breve termine:
a lungo termine:
Quali sono gli obiettivi del Network di studio
Gli scopi della rete di studio dell’autismo e delle psicosi infantili comprendono due aree di applicazione:
A- terapeutico-assistenziale, con il fine di:
B – scientifico-divulgativa
Per favorire l’apprendimento e la formazione permanenti di tutte le figure mediche e professionali coinvolte nella cura e nell’assistenza si provvederà a:
CONVEGNI ORGANIZZATI
VARESE 29 settembre 1999 – Salone Estense del Comune di Varese
" APPROCCIO ALL’AUTISMO"
VARESE 4 APRILE 2000 –Liceo socio-psico-pedagogico e linguistico: "A.Manzoni"
"AUTISMO E SCUOLA: NON LASCIATEMI SOLO"
VARESE 31 GENNAIO 2001 - Salone Estense del Comune di Varese
"AUTISMO - PROGETTO DI INSERIMENTO SCOLASTICO"
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Lavori del Dott. Romeo Lucioni e Collaboratori sul tema dell’autismo e delle sindromi regressive:
sviluppo del senso di sé e dell'autocoscienza. pagg.3 *
(con Davide Scheriani e Loredana Reddavide) pagg.20 *
e diagnosi nell'autismo e nei disturbi generalizzati dello sviluppo. pagg.9 *
Inserimento scolastico pagg.20
primordiale dell’IO. pagg.10
nel C.F.P.I.L. della Provinciadi Varese. pagg.16
alla formazione della figura genitoriale ed alla
integazione dell’ Io. pagg.22
Progetto per l'inserimento nella scuola dell'obbligo.
(con Aldo Fumagalli e Ida Basso) pagg.36
(con Davide Scheriani, Tiziana Pennacchio, Paola Alessio) pagg.10
di Marzia Bonetti, Francesca Gobbi, Silvia Pedota pagg.7
di Ida Basso e Romeo Lucioni pagg.3
di R. Lucioni, D. Scheriani, P. Alessio, T. Pennacchio pagg.5
Diagnosi nell'autismo e nei disturbi generalizzati dello sviluppo.
Di Davide Scheriani e Romeo Lucioni pagg.10 *
N.B.= i lavori indicati con * sono inclusi nella rivista telematica Quaderno n°5 di
"Qualità Culturale", consultabile in
www.geocities.com/lerre.geo/numero5.html= il lavoro indicato con ** è consultabile integralmente in
PROGRAMMI RADIOFONICI:
Trasmissione di "Radiorizzonti" di Saronno del 11-5-2000
Trasmissione di "Radiorizzonti" di Saronno del 23-1-2001
(per avere questo materiale, richiederlo a lerre@tread.it )