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- Articoli, documentazione e ricerca

Crisi della coppia e minori di Laura Mullich
La tecnica del colloquio nel lavoro di consulenza di Laura Mullich
Realtà rappresentazione e simbolo di Laura Mullich e Tullio Fragiacomo
Cultura e Libertà di Laura Mullich
La psicoanalisi in Europa di Laura Mullich
Difesa della professionalià di Laura Mullich
La violenza sui minori di Laura Mullich
 

- Attività di ricerca

 

Lo Studio si propone l’approfondimento delle tematiche inerenti la psicopatologia e le modalità di intervento psicoanalitico, conriferimento ai recenti sviluppi concettuali della psicoanalisi freudiana, così come si sono definiti attraverso gli apporti della psicologia dell’Io e delle teorie delle relazioni oggettuali.
Sono in corso delle ricerche sui seguenti temi:

- La dipendenza da internet
- Le motivazioni all’attivismo volontario
- Le principali cause di disagio nell’età evolutiva



- Ricerca di partner per progetti nazionali ed internazionali

Per quanto concerne la psicopatologia grave, i grandi ospedali pubblici si pongono sostanzialmente due obiettivi: innanzitutto offrire ai pazienti un momento contenitivo in occasione di fasi acute della malattia; in secondo luogo offrire loro un ambiente di sostegno, all’interno del quale può essere applicato il trattamento sanitario.
E’ possibile ipotizzare una nuova concezione del trattamento delle psicopatologie gravi, fondata sui principi della psicoanalisi. Possiamo delineare tre modelli di intervento in questo senso:

1) un modello interpersonale, fondato sul lavoro di Harry Stack Sullivan;
2) un modello basato sulla psicologia dell’Io, ideato da William Menninger, Robert Knight e Paul Federn;
3) un modello basato sulle relazioni oggettuali, ideato da Thomas Main e perfezionato da Alfred Stanton e Morris Schwartz.

Nel primo modello, obiettivo essenziale del trattamento in ambiente protetto è il superamento della dissociazione della soddisfazione dei bisogni pulsionali dalla soddisfazione del bisogno di sicurezza, mediante un intenso rapporto interpersonale con lo psicoterapeuta. La struttura sociale della struttura destinata a svolgere il ruolo di contenitore per questo tipo di esperienza è congegnata in modo tale da facilitare la raccolta di informazioni sulle interazioni del paziente, al quale è consentito di esprimere i suoi bisogni patologici regressivi, senza essere rifiutato o abbandonato.
Ogni operatore dovrebbe porsi in rapporto con il paziente in base alla propria disponibilità come persona piuttosto che come portatore di una funzione o di mansioni specifiche.
Ogni informazione riguardante le interazioni del paziente con l’insieme dell’ambiente deve essere trasmessa al terapeuta, che deve integrarla e utilizzarla nel suo lavoro. In breve, l’orientamento di Sullivan si basa sulla dinamica dell’interazione in atto nella struttura, sulla partecipazione di tutti gli operatori alla raccolta di informazioni e sull’interpretazione, da parte dello psicoterapeuta, di tutti i rapporti interpersonali del paziente.
Il programma della struttura deve facilitare la psicoterapia, ma sono essenziali soprattutto le interazioni del paziente con il terapeuta e la possibilità che egli trovi all’interno della struttura persone che possano fungere da modelli con cui identificarsi.

Nel secondo modello, la struttura costituisce un ambiente protettivo che consente di diagnosticare le transazioni dei pazienti, proteggendoli dalle conseguenze di un passaggio all’atto distruttivo o autodistruttivo. Il paziente può sviluppare una traslazione non solo con il terapeuta, ma anche con altri operatori o con l’intera struttura. Si dovrà dunque studiare il suo comportamento complessivo. Il trattamento deve comprendere la psicoterapia psicoanalitica, oltre che misure volte a contenere i comportamenti inappropriati, l’analisi di tali comportamenti e la spiegazione al paziente delle regole da rispettare.
Nello stesso tempo, la struttura deve fornire sbocchi socialmente accettabili per i bisogni pulsionali. Il programma delle attività terapeutiche deve incoraggiare l’espressione sublimata dei bisogni aggressivi. Le esperienze di lavoro, ricreazione, studio ed espressione artistica offrono opportunità di compromessi adattativi tra impulso e difesa e perciò hanno una diretta funzione di rafforzamento dell’Io. Anche la disponibilità di una struttura ottimale, organizzata in modo non rigido ma non troppo flessibile, ha una funzione educativa nei riguarda dell’Io. La vita quotidiana offre l’occasione di esperienze di crescita e apprendimento, potenziando in modo diretto l’autostima del paziente, diminuisce il suo timore degli impulsi inconsci, fornendogli la possibilità di controlli esterni, e gli offre nuovi modelli di identificazione. In definitiva, in questo modello si sottolinea l’importanza di un ambiente strutturato in modo tale da favorire il convergere di aspetti che rafforzano l’Io nella situazione ambientale e nella psicoterapia vera e propria.

Nel terzo modello, la struttura ha una validità terapeutica, oltre ad essere uno strumento per rafforzare l’Io. Essa costituisce una situazione strutturata all’interno della quale i conflitti intrapsichici del paziente possono estrinsecarsi nel contesto dei processi di gruppo, essere diagnosticati nel campo sociale dai vari operatori e riportati all’interno del lavoro psicoterapeutico individuale col paziente. L’impostazione che integra la psicologia dell’Io con la teoria delle relazioni oggettuali comporta un rinnovato interesse per la psicoterapia psicoanalitica, l’esplorazione psicoanalitica dei processi di gruppo e una nuova organizzazione del trattamento, tale da consentire la combinazione di questi metodi individuali e di gruppo.

Da queste premesse teoriche e dalla constatazione che al momento attuale nel nostro Paese spesso il disagio psichico viene trattato in maniera settoriale, privilegiando ora il trattamento psicofarmacologico ora la riabilitazione sociale, lasciando alla psicoterapia un ruolo marginale, per il fatto stesso di essere un intervento offerto esclusivamente da specialisti nel settore privato, è nato un progetto di day-hospital destinato ai giovani psicotici e borderline e alle loro famiglie. Tale struttura, pensata su un modello già sperimentato con successo a livello europeo, si propone l’obiettivo di offrire ai pazienti un ambiente protetto in cui possono essere affrontate le varie problematiche inerenti la terapia e la riabilitazione attraverso programmi di intervento personalizzati che comprendono sedute di psicoterapia individuale e di gruppo, osservazione e sostegno familiare e varie attività di riabilitazione strutturate in modo specialistico e gestite da operatori altamente qualificati, con una formazione specifica in questo settore.
Per approfondire il tema della terapia del disagio psichico e per valutare le possibilità di realizzazione di una struttura ideata a questo scopo, si invitano tutti coloro che fossero a vario titolo interessati all’iniziativa a contattare lo Studio HERMES.

Per approfondimenti e ulteriori informazioni hermes.ps@libero.it


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