I pensieri che passano per la testa se non sono molto interessanti vanno e vengono senza lasciare traccia di se. Ma se c'è qualcosa di interessante può essere utile lasciare una traccia su un foglio, sull'agenda o sul block notes. Questa Stanza vuole essere il block notes pubblico della Casa, dove ognuno può
lasciare il proprio pensiero su qualsiasi cosa... Vi è piaciuta una pubblicità e volete dirlo a qualcuno? La Casa vi offre l'opportunità. Avete un messaggio da dare a qualcuno? Lasciatelo! Sarà una sorta di lavagnetta dove scrivere quello che passa per la mente e non deve essere perso! Iniziamo noi della casa ma se volete partecipare
scriveteci, renderemo noto a tutti i nostri visitatori i vostri pensieri!!!
Questi sono gli argomenti considerati.
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telefilm tedeschi]
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Musica, hip hop e derivati]
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Come Significare se stessi: l'estetica, i sassi e internet]
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La Citazione]
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Faust e il problema dell'origine]
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La Crisi di governo.]
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Lavoro & Studio]
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Dario Fo]
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Le 35 ore e l'Europa Unita]
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I misteri dell'alta finanza]
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La Ferrari e il complottismo all'italiana]
Mercoledì 24.9.1997: Vogliamo iniziare segnalandovi un tragico telefilm tedesco che Rai Due ha il coraggio di propinare verso le sette e mezza di sera. Si tratta di un Commisario di polizia(rex, boh non ricordiamo!)giovane che ha come "compagna" un cane lupo che fa ogni cosa che lui le(è una cagna) chiede! Tipo..va all'alimentari per prendere i panini per la colazione! Se sente la parola donna, la cagna prende le camicie e le mette in lavatrice!! Tremendo. L'idea è ripresa da "Tequila e Bonetti" dove un detective italoamericano faceva coppia con un mastino napoletano (la cui voce era di Vernellone Amendola!) e il telefilm era simpatico! Ma questi due sono veramente tragici, veramente crucchi!! Gli altri personaggi sono degni compagni. I due aiutanti del commisario sono due sfigati di prima categoria!! Uno con la Pancia da birra devastante e l'altro fa il simpatico. Terribile! Da segnalare che in un episodio si è vista una tetta una!! Da non perdere!!!!
La CasaMercoledì 24.9.1997: Vi segnaliamo questa citazione molto carina :
Cosa devi fare quando vedi che il tuo concorrente sta affogando? Trova un tubo dell'acqua, apri il rubinetto e infilaglielo in bocca.La frase è di uno dei fondatori di Mc Donald's tale Ray Knoc. Attenti a quando andate a farvi il mc menù!!
La CasaSabato 27.9.1997: Parliamo di musica. Nella Casa si ascolta la radio, ma in verità la musica che viene suonata dai grandi network nazionali (DeeJay, Rete 105 etc) non è il massimo. Per esempio gli Oasis, veramente noiosi! Se questo è il rock, il rock è morto e sepolto. La loro passione per gli anni sessanta e settanta si sente fin troppo e il giovane fan non sa che loro suonano copiando alla grande i gruppi di quel periodo! Da eliminare dalle modulazioni di frequenza! Altro grande filone è il Pop nelle sue varianti hip hop. Quello in inglese è difficilmente sopportabile mentre quello cantato in Italiano (SottoTono in primis veri istigatori di omicidi, i loro! ma anche OTR e altri vari che esistono! ai noi) sono urtanti!! Come si fà! Hanno imparato a parlare in rima e fanno finta di cantare!! Terribile! Cosa si salva? Poco o niente!! Delle novità i Prodigy (senza dimenticare che i loro suoni non sono qualcosa di veramente originale, ricordarsi dei Nine inch nails) sono ascoltabili, poi qualche classico che viene suonato e infine qualche cantante italiano tipo Niccolò Fabi o Samuele Bersani e il classico Pino Daniele e la bellissima Irene Grandi. Ascoltate gente, ascoltate!
La CasaSabato 27.9.1997.: Nella sua monumentale "Estetica" il filosofo tedesco Hegel scriveva che l'uomo significava se stesso attraverso l'arte. Aveva sicuramente colpito nel segno. L'uomo da un significato a se stesso creando, andando verso l'utopia che ognuno porta in se. L'arte è creazione senza desiderio di imporre il proprio essere, si diventa creatori per dare vita a noi stessi. Ecco che l'arte va oltre il luogo comune dell'artista e diventa parte di ognuno di noi. Ma Hegel sicuramente sapeva che l'arte non era l'unico modo di significare se stessi, anche lanciare una pietra da un cavalcavia (per dirne una) diventa un momento di significazione. Che differenza c'è in questi due modi di fare? L'arte è creatività, è vita e, potremo dire, positività, il tirare pietre o l'accoltellare qualcuno per noia è nichilismo, è morte è il negativo. Le pagine web diventano un mezzo di significazione dove ogni creatore esprime se stesso, magari anche spiegando come costruire una bomba, facendo conoscere l'aspetto di se che vuole rendere noto e quindi dando e non togliendo la vita ad altri. Nella pagina web c'è un pezzo di vita del suo creatore che la cura come se fosse parte di se. E' l'eroismo della vita quotidiana, così Baudelaire ha chiamato questo inesauribile desiderio di creatività e di significato, che può, imprevisto, impadronirsi di chiunque, anche di noi, con le nostre cravatte e le nostre scarpe di vernice, mentre camminiamo tra le banalità quotidiane.
La CasaLunedì 29.9.1997: Probabilmente sarà l'autunno che, inesorabilmente, arriva anche qua ma è un periodo di grandi pensieri per la casa! Se avete letto il Faust di Goethe ricorderete come inizia. Faust è alle prese con il primo verso del vangelo di Giovanni "in principio era la parola" (
Im Anfang war das Wort, in tedesco) e non è soddisfatto della traduzione di
logos da parte di Lutero. E' impossibile che io stimi la parola in modo così alto, dice Faust, meglio tradurre come
pensiero. Ma non è convinto: non è il pensiero che "
tutto crea e in tutto agisce"; forse il termine giusto è
forza. Neppure questa scelta lo soddisfa. Ed ecco, improvvisamente, un illuminazione:
in principio era l'Azione.
L'anima di Faust è il destino dell'azione, e in questo destino è rappresentata l'essenza dell'uomo moderno.
Ognuno di noi ha stretto un patto con Mefistofele: agire significa incontrare la tentazione che ci porta a sfidare le norme dell'esistenza, significa poter cadere nell'inganno, fallire. Ma solo con l'azione possiamo fare quell'esperienza che ci da conoscenza del bene e del male.
Questa interpretazione del Faust è di Stefano Zecchi, professore di Estetica alla Statale di Milano. Abbiamo deciso di riportarla perchè noi della Casa ci troviamo vicini a questa visione dell'uomo, anche se poi Zecchi l'arrichisce di ulteriori contenuti, difficili da supportare. Ma era da diverso tempo che volevamo far conoscere a tutti quella stupenda frase "
in principio era l'azione". Muoverso, mai stare fermi!!
La CasaVenerdì 3 ottobre 1997: Oggi parliamo di politica. La possibile crisi di Governo fornisce lo spunto per alcune umili considerazioni.
Possiamo anzitutto collocare questa crisi all'interno di un periodo che ha le origini nell'ottantanove e l'inizio vero e proprio con il governo Amato del 1992.
Citiamo l'ottantanove perché la caduta del muro di Berlino è il simbolo della rottura dell'equilibrio del dopoguerra sancito dagli accordi di
Yalta. Questa spartizione dell'Europa in due grossi blocchi metteva l'Italia sotto l'influenza americana. Ciò sancì la fine del governissimo DC-PCI-PSI (1945-1947) aprendo alla Democrazia Cristiana un periodo (quasi cinquant'anni) di governo abbastanza allegro da un punto di vista finanziario con tutto quello che ciò poteva (anzi può, visto che tuttora ne paghiamo le conseguenze) significare.
All'interno di questa situazione l'Italia è cresciuta economicamente diventando la sesta potenza mondiale ma dimostrando una forte inadeguatezza politica: lo stato italiano (la pessima burocrazia, in primis) non ha seguito lo sviluppo dell'economia che volava ad altissime percentuali (è l'Italia degli anni sessanta). Roma era (e lo è tuttora) inadeguata per Milano. Però, c'è sempre un però, anche le aziende italiane hanno avuto di che giovarsi di questa situazione visto che con la corruzione generalizzata tutti gli appalti andavano a loro che poi, senza grossi problemi, spesso e volentieri consegnavano opere pubbliche o servizi di pessimo livello. Anche gli italiani sono sempre stati tranquilli: se al Sud il clientelismo si esprimeva con pensioni e assunzioni facili al Nord l'evasione fiscale diventava uno sport di massa, il tutto condito da un
welfare state completamente gratuito (e c'era gente che andava alla farmacia a prendersi l'Amaro..medicinale Giuliani!).
Una situazione nota anche all'estero (le aziende escluse dagli appalti si facevano sentire) dove si chiudeva un occhio perché l'Italia geograficamente aveva un valore all'interno dello schieramento "Occidentale".
Caduto l'impero sovietico e tutti i suoi satelliti, lo scenario mondiale si apriva a nuove prospettive. In questi cinquant'anni l'Europa era stata alla finestra, solo pochi grandi pensatori (in Italia Einaudi) avevano capito che il futuro (soprattutto economico, ma di conseguenza anche politico) si chiamava Europa unita. La riunificazione della Germania e soprattutto il pericoloso affaciarsi nel mercato mondiale di nuove potenze economiche soprattutto del sud est asiatico ha aperto gli occhi sull'impossibilità delle singole nazioni europee di partecipare alla competizione economica in quel mercato globale pronto a far fuori chiunque. Ma anche da un punto di vista militare (l'altra faccia, quella sporca, dell'economia) i rischi di un'azione solitaria di una nazione da sola crescevano clamorosamente.
Ed ecco l'idea dell'Europa Unita tornare di moda e imporsi con grande forza in tutte le nazioni. Forse la frase più esplicativa la disse il cancelliere tedesco Kohl : L'Europa è una questione di vita o di morte, se non si farà l'unione Europea il duemila vedrà la Germania in guerra.
Europa Unita significa anzitutto un mercato unico ma anche un'unità finanziaria e in futuro politica. Ed ecco le magagne per l'Italia. Tutto quello che in cinquant'anni i nostri partner europei avevano tollerato è stato denunciato con grande forza: l'infinito debito pubblico, la grande inflazione, la corruzione politica e una spesa pubblica illimitata sono subito diventati elementi di diffidenza, anzi di discriminazione (giusta!) pura.
Nessuno voleva l'Italia (gli inglesi ci paragonano all'
Uncle Henry lo zio che bisogna invitare per forza ma nessuno vuole!), una vera bomba finanziaria pronta ad esplodere!
Ed eccoci nel 92. Le elezioni segnalano qualche scricchiolio per il PSI, una tenuta della DC ed ecco il classico governo di coalizione a quattro (i repubblicani si erano tenuti fuori, La Malfa qualcosa di politica estera la capisce) con ministro degli interni democristiano e della giustizia socialista. Ma persi i riferimenti bipolari e sotto i continui richiami europei l'Italia veniva attraversata da novità storiche: per la prima volta un'inchiesta sui politici (quella di
Mani Pulite) riusciva a procedere senza essere insabbiata a Roma dal Ministero (grazie ad un coraggioso Martelli, forse conscio della necessità del cambiamento) che, normalmente, bloccava il tutto. Nello stesso periodo il governo Amato inizia la sua azione sotto la guida Europea. I famosi parametri di
Maastricht non erano ancora stati sanzionati ma le linee guida erano chiare: lo stato italiano per cercare di entrare in Europa doveva iniziare a tagliare e tagliare con l'accetta! Forse non si ricorda, ma le sue manovre furono da 200 mila miliardi e forse si dimentica un provvedimento fondamentale: il conteggio delle pensioni non più in riferimento agli ultimi cinque anni ma a tutta la carriera lavorativa. Un provvedimento di notevole valore, dimenticato ma ben presente negli statini dei pensionati attuali.
Da quell'anno in poi, tutti i governi che si sono succeduti (nell'ordine: Ciampi, Berlusconi; Dini, Prodi) hanno
DOVUTO seguire quelle indicazioni europee sancite dall'accordo di
Maastricht. Qualsiasi forza politica si fosse insediata su palazzo chigi aveva come riferimenti solo ed esclusivamente quelli di
Maastricht. Si poteva promettere un milione di posti di lavoro o meno tasse, ma il programma di lavoro era già stato scritto dall'Europa.
Perché tutti questi sforzi per l'Europa? L'Italia non può permettersi di stare fuori dall'Unione Europea, le nostre aziende subirebbero grossi problemi nell'esportazione e verrebbero penalizzate rispetto alla concorrenza europea (per non dire mondiale) e visto che il governo fa gli interessi della borghesia (ossia coloro che detengono i mezzi di produzione, questo è il senso del termine
borghesia spogliato dai connotati culturali che gli si possono dare) e non di certo del proletariato (coloro che vendono la forza lavoro e sui quali si riversano la maggior parte dei provvedimenti) la sua azione si è mossa verso il raggiungimento di quei famosi parametri.
Arrivando ai nostri giorni, possiamo anzitutto evidenziare come il governo Prodi si regge su una maggioranza che alla camera ha bisogno dei voti di Rifondazione Comunista (?). Il problema di Prodi nasce dal comportamento ambiguo di Bertinotti e soci che pur facendo parte della maggioranza non hanno voluto prendere incarichi di governo. La strategia del corpo dentro ma la testa fuori è durata più di un anno e questo è stato sicuramente un risultato sorprendente visto che la finanziaria 97 (quella presentata nel settembre 96) era sicuramente più dura di quella attuale ed erano molti a pronosticare una breve durata del governo. Invece Bertinotti pur facendo i distingui del caso si turava il naso e votava. Prodi è andato avanti fino alla settimana scorsa ottenendo risultati di tutto rispetto, convincendo l'Europa (sempre dubbiosa) della possibilità dell'Italia di raggiungere i parametri di
Maastricht. Il lavoro di Ciampi è stato veramente incredibile e l'ingresso dell'Italia in Europa con i primi era diventato una realtà. Ma lo scoglio delle pensioni si è dimostrato più duro del previsto. Anzitutto la resistenza dei sindacati (di parte, visto che fanno tutti riferimento all'area della maggioranza) è stata forte ma alla fine il compromesso sulle pensioni d'anzianità è stato raggiunto. Ma non si è fatto il conto con Bertinotti. I suoi calcoli elettorali hanno evidenziato il rischio di un appiattimento del proprio elettorato sulle posizioni del PDS, visto che un governo di legislatura avrebbe limitato le differenze tra le due sinistre, e considerato che la legge elettorale proposta dalla Bicamerale era sfavorevole a Rifondazione, ecco ritornare la
Sinistra Antagonista che si pone a paladino dei privilegiati della pensione di Anzianità. Bertinotti si è opposto alla manovra dicendo che le pensioni non si potevano toccare anche se la maggior parte degli Italiani aveva capito (a malincuore, ma aveva capito) che la pensione sarebbe stata ulteriormente sacrificata per portare l'Italia in Europa. Insomma l'Italia avrebbe sopportato anche quest'ultimo balzello perché il miraggio Europa diventava realtà.
Sembrava tutto bello e invece no! Bertinotti si oppone portando l'Italia ad un passo dalla catastrofe visto che la crisi, se ci sarà, significherà una caduta della lira con conseguente aumento del tasso di sconto e quindi una manovra finanziaria ancora più pesante, sempre sulle spalle dei lavoratori.
Ci sarebbe piaciuto sentire da Bertinotti altre parole contro questa finanziaria. Lui che è contro
Maastricht poteva dire cosa veramente è l'Unione Europea ma forse neanche lui lo sa; ci sarebbe piaciuto vederlo coerente con quello che ha fatto visto che lui aveva approvato la programmazione economica dove si trovano le linee generali della finanziaria; ci sarebbe piaciuto vederlo all'opposizione sin dall'inizio denunciando anche la precedente manovra finanziaria che andava a colpire (sempre e comunque) i lavoratori e invece l'ha votata. Ma ci fa enormemente piacere notare come questo suo comportamento sia l'ennesima prova del suo essere tutto tranne che comunista. Di questi tempi non è poco.
La Casa.
Giovedì 9 ottobre 1997: Oggi parliamo di lavoro e studio. All'inizio del secolo le famiglie ricche avevano l'abitudine di mandare i propri rampolli all'Università per poter fornire loro il sapere necessario per continuare l'attività familiare ma anche perchè il figlio laureato era fonte di prestigio. Gli anni sessanta hanno visto anche i figli degli operai entrare nell'Università perchè il titolo accademico rappresentava sicuramente il modo migliore per trovare lavoro. E adesso cosa succede? Possiamo evidenziare diverse tendenze. Anzitutto la laurea non basta più! Ci vuole un ulteriore specializzazione post-laurea mirata all'ambito professionale, con
stage (da pronunciare alla francese, stateci attenti!) finale. In questa situazione, le lauree umanistiche sono a rischio: di filosofia o di letteratura difficilmente si campa! Questi novelli dottori devono creare da se la propria occupazione, spaziando in campi lontani dai propri studi. Una vera e propria sfida, non sempre vincente.
Ma c'è un'altra tendenza che si sta imponendo e non è molto bella. Soprattutto in provincia, stiamo assistendo ad un cambio generazionale tra genitori che hanno avviato un'attività e figli che hanno studiato ben poco e che adesso si apprestano a raccogliere frutti senza alcuna fatica. Cerchiamo di spiegarci meglio. La nuova generazione in questione (over 22) ha raggiunto a stento il diploma della scuola superiore in qualche istituto privato e non ha alcuna intenzione di provare l'Università. Molto più pragmanticamente, i nostri eroi decidono di continuare l'opera del padre visto che la rendita è assicurata e il lavoro non è così difficile. Abituati a vedere soldi sin da giovani, non sentono il bisogno di confrontarsi e quindi non considerano alcuna novità che potrebbe stuzzicarli a fare qualcosa di più. Si accontentano e non rischiano, vivono su quello che il proprio padre ha costruito, rischiando e faticando (ai suoi tempi). Non mettiamo in dubbio la loro professionalità, ma ci mettiamo nei panni di chi ha studiato e non ha la possibilità di entrare nel mercato perchè non ha i soldi che servono per aprire un'attività e rischia di rimanere disoccupato nonostante le sue competenze. Mentre i suoi coetanei allergici allo studio, ma eredi fortunati dell'atttività di famiglia, hanno solo il problema di trovare un nuovo dischetto per la
playstation! Allora possiamo dire che laurearsi non serve? Sarebbe eccessivo ma sicuramente nascere figli di chi ha già un'attività agevola il compito e come!
La Casa.
Sabato 11 ottobre 1997: Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Scrivo per la gioia del Nobel al mitico Dario Fo! Grande!!!!
Alla faccia dei c******i indignati di AN, dei benpensanti del c***o,degli intellettualli incazzati, vedi Baricco e Rita Levi "sono morta e non me ne sono ancora accorta" Montepulciano, di tutta una serie di gente di razza del pozzo nero che pensa di pensare sapendo che quando
pensa non pensa perchè non sa di non saper pensare!
Grande frase! Inseriscila sul sito! Anche se non si è capito un c***o,io ho capito! A presto!
Il giullare ha sfondato il c**o al re ed alla regina!!!!! Era Ora!!!!!!
Ranx
Martedì 14 Ottobre 1997: Ritorniamo sull'argomento Politica per fare qualche altra considerazione.
Anzitutto la crisi è stata scongiurata in pochi giorni con un "contratto annuale" tra l'Ulivo e Rifondazione. L'ingaggio per i voti "comunisti" (che Marx ci perdoni) favorevoli alla Finanaziaria è legato al mantenimento della pensione di anzianità a specifiche categorie di lavoratori e alle famose 35 ore.
Su quest'ultimo punto bisogna soffermare la nostra attenzione. La riduzione dell'orario del lavoro a parità di salario è sempre stato uno dei cavalli di battaglia del movimento operaio, una classica battaglia
sindacale e ci teniamo a sottolinearlo. Una richiesta che, ovviamente, la borghesia (ossia, giova ripeterlo, i detentori dei mezzi di produzione) ha sempre osteggiato con le argomentazioni più disparate. Quando il movimento operaio combatteva per il passaggio dalle 13 alle 12 ore giornaliere il Fossa dell'epoca argomentava che quella scelta sarebbe stata la fine delle aziende perchè in quell'ultima ora si annidava il profitto! Ma sono ovviamente sopravvissute! Il passaggio alle otto ore settimanali fu sicuramente più facile perchè agevolato dalla paura degli industriali di tutto il mondo per i rischi di un "contaggio" rivoluzionario proveniente dalla Russia (non ancora Unione Sovietica!) dell'ottobre 1917. Si preferì usare la carota per poi tornare a bastonare con i vari "regimi" totalitari, fascismo, nazismo e stalinismo (controrivoluzione in Unione Sovietica a base di Capitalismo di Stato) sicuramente più consoni allo sviluppo delle giovani borghesie europee.
Tornando ai nostri tempi ci troviamo di fronte alla richiesta delle 35 ore a parita di salario. Una richiesta che Bertinotti ha presentato ad ogni appuntamento elettorale per poi dimenticarla. Ma questa volta è andato fino in fondo, sorpassando un Sindacato sicuramente colpevole di eccessivo plagio nei confronti del governo, ponendo questa richiesta come controparte del voto alla finanziaria.
Abbiamo così assistito allo svilimento di una battaglia secolare che ha formato generazioni di Comunisti. Nessun sciopero, nessuna battaglia ha visto protagonista il Proletariato Italiano e ovviamente Europeo (perchè le 35 ore sono una richiesta Europea). Qualche considerazione deve essere fatta: anzitutto abbiamo visto gli operai e i lavoratori in genere esprimere rabbia per il comportamento di Bertinotti perchè con la sua scelta (la precedente, quella di voto negativo alla finanziaria) non si entrava in Europa. Nessun giornalista ha avuto la curiosità di chiedere cosa significava entrare in Europa, quali vantaggi avrebbe portato questo ingresso. Sicuramente i lavoratori non si sono accorti di fare il gioco dei loro "padroni" che sono gli unici ad essere interessati ad entrare in Europa per non essere squalificati da un mercato unico europeo e in prospettiva da quello globale. Il governo di Sinistra è riuscito a far pagare solo ai lavoratori l'ingresso in Europa e questo lo sanno bene gli imprenditori, consapevoli che le stesse misure, se proposte dalla Destra, non avrebbero avuto vita facile.
Ma la confindustria sta continuando la sua opera propagandando la stupidagine che le 35 ore siano nocive all'occupazione (sarebbe carino sapere come pensino di creare posti di lavoro!) ma siamo sicuri che, pur facendo la faccia triste, le accetteranno. A dimostrazione che se lo possono permettere e che quindi la lotta sindacale dovrà già porsi nuovi obiettivi come le 32 ore o altro. Non è fantapolitica ma la semplice considerazione che deriva da una semplice analisi di quello che viene detto e fatto, vedremo nei prossimi anni.
La Casa.
Sabato 25 Ottobre: Oggi parliamo di finanza, di alta finanza. Si lo sappiamo che siamo un pò pallosi con questi pensierini troppo seri, ma sarà il clima o chissà cosa altro, ma nella casa si discute di queste cose.
Comunque cerchiamo di spiegarci: per noi la finanza è peggio della metafisica. Non si capisce niente. E soprattutto chi ci lavora e, ancora peggio, chi ne tratta (giornalisti e compagnia) sono peggio dei filosofi più ostici. Sono poco comprensibili. Ogni giorno i telegiornali ci informano che la borsa è calata (Orso) o è salita (Toro) poi si fa la panoramica sulle altre borse, si considerano le
blue chips, ossia le azioni principali e poi si passa alle valute. La lira viene confrontata con il Marco e il Dollaro, a volte è su a volte giù! Insomma una simpatica altalena!
Il mistero principale è il fatto che la borsa scende quando tutti vendono. Va bene ma chi vende troverà un acquirente quindi ci sarà un compratore. Quindi c'è chi compra. Allora...ci deve essere un trucco! Però pensiamo che il trucco sia questo: se tutti vogliono vendere i prezzi delle azioni calano e quindi si abbassa il giro di capitali in circolazione, se tutti vogliono comprare allora le azioni costano di più e via...Piazza Affari ha il segno più, il Toro si impenna!!!! Comunque i giornalisti televisivi fanno la figura dei cioccolatai, ossia a dare le indicazioni dei valori degli scambi borsistici sono bravi tutti! Poi quando si avventurano nelle spiegazioni di tale eventi sono costretti a raschiare il fondo perchè non possono dire che il mercato finanziario è un grande caos dove l'anarchia domina e dove l'unica legge che si impone è la speculazione. Ossia approfittare della debolezza di qualche soggetto per guadagnare alla grande!
Questo accade soprattutto negli scambi monetari dove sul lungo periodo conta la forza dell'economia della nazione ma sul breve termine entrano in campo fattori a volte bizzarri come, per esempio, la finta notizia della morte di Khol!!
Insomma il centro del capitalismo mondiale si trova in balia del caso. E dentro questo calderone fra pochi anni entrerà l'Euro una moneta che dovrà combattere con il Dollaro e con il Franco Svizzero pronto a diventare moneta di sicurezza nel caso di cedimenti dell'Euro. L'Euro andrà alla guerra senza un'adeguata copertura politica, perchè L'Unione Europea è un insieme di nazioni dove ognuna ha la sua politica economica e i suoi interessi locali. Unico denominatore comune la volontà di difesa rispetto agli assalti delle tigri asiatiche e di attacco alla corazzata americana! Ci riuscirà? Il prossimo Secolo sarà il giudice! Buona Fortuna!
La Casa.
Lunedì 10 Novembre 1997. Il weekend appena trascorso ha visto la Ferrari impegnata al gran completo in quel di Pergusa per festeggiare i 50 anni della targa Florio. Forti della presenza di 100.000 persone, i dirigenti Ferrari e soprattutto Luca Cordero di Montezemolo hanno mostrato di non essere esenti da uno dei grandi difetti italiani: il Complottismo.
Spiegamoci: in Italia quando qualcosa va improvvisamente male (ossia come non doveva andare) non si cercano le cause ma si grida al complotto. Dando la colpa a terzi che si sono intromessi (a torto, secondo le vittime) nei loro affari. Possiamo ricordare il caso di Silvio Berlusconi che quotidianamente toglie fuori il "Complotto delle procure" (possibilmente rosse).
Ed ecco che la sconfitta delle rosse (Ferrari) è nata da un patto tra due scuderie, Williams e Mc Laren. Come si è arrivati a questa conclusione? Ovviamente con il mezzo classico del complotto: l'intercetazione. Stavolta sono state intercetate le comunicazioni tra il pilota Villeneuve e il box Williams. Queste intercetazioni sembrano evidenziare la volontà della scuderia di far vincere le Mc Laren come premio per la loro correttezza nei confronti del loro pilota, a cui bastava un solo punto. Se decontestualizzate, tali dichiarazioni possono sembrare effettivamente degne di punizione. Ma tutti i giornali italiani hanno dimenticato di dire che le stesse erano seguenti al sorpasso di Villeneuve ai danni di Schumacher, colpevole (lui si) di aver tentato di chiudere, in modo assurdo e pericoloso, la strada all'avversario. Poste in questo contesto, le dichiarazioni assumono ben altro valore, diventando ampiamente legittime. E, sopratutto, ci si dimentica che l'errore è stato fatto dal pilota tedesco. Ma si sa, è sempre meglio adossare ad altri le responsabilità. La Ferrari fa un'altro passo indietro.
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