Rai TRE - Centro di Produzione di Torino
LA MELEVISIONE
Da un'idea di MELA CECCHI e BRUNO TOGNOLINI

Autori: MELA CECCHI, BRUNO TOGNOLINI, JANNA CARIOLI,
VENCESLAO CEMBALO, MARTINA FORTI, LUISA MATTIA, LORENZA CINGOLI, LUCIA FRANCHITTI
Regia attuale: PAOLO SEVERINI
A cura di: CRISTINA CUZZUPOLI

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SOMMARIO

  • 1 . Scheda storica per i 10 anni di Melevisione (edizione 2008-2009)
  • 2 . Nota degli autori per l'edizione 2002-2003
  • 3 . Introduzione degli autori all'edizione 2001-2002
  • 4 . Le novità della serie 2001-2002

  • All'indice delle pagine di Melevisione







  • Scheda storica scritta da Bruno Tognolini per il decimo compleanno di Melevisione (edizione 2008-2009)
    "VI ABBIAMO CRESCIUTI NOI"

  • La Melevisione è nata bene dall'inizio, un parto d'amore. Nell'estate del ‘98 a Mela Cecchi il direttore di Rai Tre Francesco Pinto aveva chiesto di inventare un nuovo programma contenitore per bambini, in tutta libertà ma se possibile riutilizzando la scenografia di un bosco, avanzata quasi nuova da un programma precedente. Il bisogno aguzza l'ingegno, Bisogno e Ingegno in greco si chiamano Penìa e Poros, e sono i genitori di Amore: nacque l'idea amorosa di un Bosco Fiabesco dove sorge un Chiosco, in cui un Folletto mesce Bibite Squisite a una buffa compagnia di personaggi, che si incontrano lì per ristorarsi delle fatiche della fiaba.


  • Mela Cecchi chiamò al lavoro Bruno Tognolini, fu steso il format, le linee guida del programma: la scaletta, le modalità linguistiche, i personaggi, i luoghi. Il capostruttura Roberto Nepote, che aveva con forza voluto l'impresa, pose al timone Mussi Bollini e la nave partì vento in poppa. Si fecero i provini, si formò la compagnia, si entrò in studio. Il 18 gennaio del 1999 andò in onda la puntata numero 1, "Con la carta si può". Streghe, Fate, Orchi, Lupi, Principi e Principesse, Gnomi e Geni avevano trovato un nido di fiaba impensabile nella TV.


  • Tonio Cartonio, primo folletto conduttore, fratello grande del bambino spettatore, gli parlava occhi negli occhi aiutandolo a specchiare nelle vicende indiavolate della finzione i problemi, le scoperte, le paure della vita vera di "Città Laggiù". Si rinnovava con mezzi nuovi il vecchio compito millenario della Fiaba, che è specchio di comprensione della realtà.

    Passarono gli anni. Già dal secondo, a dar man forte nella scrittura dei 160 copioni annuali arrivarono altri autori: Janna Carioli, Martina Forti e Venceslao Cembalo. Maurizio Zecchin, lo scenografo, cominciò la titanica costruzione di mondi incantati a cui ancor oggi lavora. Alla regia colorata e irruenta di Pierluigi Pantini seguì, nel 2002, quella più profonda e sofisticata di Roberto Valentini. Le puntate erano scritte e realizzate con due semplici punti di forza: la maestria degli scrittori per bambini, e la "genitorialità diffusa" di chi racconta solo storie che potrebbe raccontare ai propri figli. Funzionò: nacque nei genitori italiani una fiducia speculare nel programma, cui affidavano i loro bambini "come se stessero con loro".


  • Il programma crebbe tanto che ben presto, come i bambini a cui si rivolgeva, non stette più dentro i vestiti. I cartoni comperati in tutta Europa erano buoni come la frutta da cui la Melevisione pareva spremerli, ma la vicenda della puntata, la parte scritta e girata e prodotta in Rai, si rinforzava, frondeggiava, faticava a star dentro il compito del lancio di storie animate, voleva diventare storia lei. Mussi Bollini raccolse con coraggio questa istanza di crescita e fece il passo: nel 2003 si estrassero i cartoni dal programma, nacque la Melevisione "sitcom", una storia unica e fluida di 25 minuti.


  • Da allora sono cambiati i registi, Enza Carpignano, Alfredo Franco, Rossella De Bonis, portando segni più chiari o più scuri, più svelti o quieti nella recitazione, nella ripresa, nel montaggio. Son cambiati gli attori, Orchi e Streghe e Geni sono andati e venuti, Tonio Cartonio, fratello empatico, ha lasciato il posto a Milo Cotogno, amico simpatico. Nuovi autori sono entrati nella squadra, Luisa Mattia, Lorenza Cingoli, Lucia Franchitti, portando nuovi fili colorati nell'intreccio dei temi e delle storie.


  • Melevisione ha 10 anni e oltre 1600 puntate, è cresciuta: ora ha spalle più larghe e gambe più svelte. Forse più larga è la peripezia, l'intreccio buffo e drammatico delle vicende; forse più svelta – o solo più incarnata nella storia – la trama informativa, educativa, enciclopedica. Ma sempre identico è il gusto profondo di frutta, di vitamine naturali per le menti: cioè di storie allegre e profonde narrate da grandi che sanno narrare ai loro bambini, perché crescano bene.


  • Dieci anni di Melevisione, infatti, vogliono dire anche questo: incontrare dei diciottenni che ti guardano con un sorriso fino alle orecchie quando gli dici "Ti abbiamo cresciuto noi"...
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    Nota degli autori all'edizione 2002-2003
    IL COMPITO DI UNA TV DEI RAGAZZI

  • La Melevisione apre il suo quarto anno di programmazione con un certo legittimo orgoglio: i dati d'ascolto hanno confermato le nostre scommesse, e sopra tutte quella di una TV per bambini "fatta di frutta", di ingredienti naturali, senza coloranti e conservanti.
  • Tutte le energie sono concentrate sulla qualità del racconto, della scrittura testuale e registica, sulla composizione organica e crescente di un universo basato sulla fiaba, che ogni giorno si arricchisce di dettagli, di serene conferme e sorprendenti novità.
  • Ogni giorno ha la sua storia che si conclude, cui danno vita quattro personaggi tratti da una compagnia di undici. Le scene della vicenda, recitate in studio, aprono il varco fluidamente a brevi storie animate, cartoni europei di alta qualità estetica e di alta godibilità.
  • Le puntate intrecciano dolcemente la narrazione all'informazione, che senza pedanteria e con leggerezza esplora ogni giorno un tema: i Colori, gli Alberi, i Dispetti, i Draghi, i Denti...
  • Una televisione biologica, insomma, che utilizza ingredienti e procedure ‘ad approccio narrativo integrale': tutto è narrato come una fiaba, occhi negli occhi e senza strillare, per nutrire e far gustare i sapori, e non solo saziare. Quello che in fondo dovrebbe essere, né più e né meno, il compito di una TV DEI RAGAZZI.


  • LE FOTO

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    Introduzione degli autori all'edizione 2001-2002
    UNA TELEVISIONE CHE VA A MELE

  • DOPO TRE ANNI E SEICENTO PUNTATE

  • MELEVISIONE è quasi uguale a TELEVISIONE, ma i bambini lo sanno: basta una letterina fuori posto per cambiare tutto, e spesso per far nascere una storia...". Così scrivevamo tre anni fa, quando una letterina andata fuori posto nella RAI apriva il varco per questa storia fortunata di "una televisione che va a mele". Ora che scocca il quarto anno, e le seicento puntate andate in onda, su questa storia possiamo fare dei bilanci.

  • LE COSE BUONE SON DAVVERO PER POCHI?

  • Storia e titolo sono la maschera divertita per qualcosa di più serio: la scommessa di una televisione biologica per i bambini, mentre tutto intorno a noi - e purtroppo a loro - pare solo tecnologico e ‘market-oriented'. Perché destinare i cosiddetti contenuti di qualità solo ai libri per l'infanzia, e ai loro dieci piccoli lettori? Proviamo a vedere cosa accade se diamo ai nostri pignantamila spettatori qualcosa di buono? Spegneranno, cambieranno canale?

  • POMODORI DI SERRA

  • La scommessa è stata questa: una televisione che vuol nutrire piuttosto che saziare, che privilegia il sapore all'aspetto, come certi pomodori tutt'altro che sferici e lucidi, ma così buoni. Fuor di metafora: niente strizzatine canagliesche, solletichini equivoci, scivolatine di moccio-cacca nei testi e nei linguaggi; niente montaggi visivi ipercinetici e schizzati; niente rap-tecno sonori; niente bambini in studio con gel e capi firmati. Rinuncia consapevole, insomma, a tutte quelle luccicanze che funzionano così bene per catturare gli occhi (ma le menti?), che paiono d'obbligo in ogni "prodotto" per l'infanzia che non sia libri (TV, giornali, fumetti, musica, abbigliamento, oggetti...), e che rendono questi prodotti malinconici cloni tutti uguali.

  • POMODORI D'ORTO

  • E cosa, allora, se non questo? Un'austerity luddista da vecchia scuola, da oratorio, da teocrazia? Tutt'altro: per fortuna la cultura dell'infanzia ha serbatoi sconfinati di forme efficaci e gioiose, oltre e prima di tutto ciò. Uno dei più potenti è la FIABA, è lì siamo andati a piantare il nostro frutteto. Temi e personaggi, forme d'intreccio e costumi, oggetti e riti son presi da lì: ma poi lavorati, reimpastati, avvicinati alla realtà del nostro bambino "di Città Laggiù"; vivificati integrando gli alimenti primari della la narrazione con le vitamine dell'informazione...

  • FRUTTI DI FIABA

  • Ma soprattutto una cosa abbiamo fatto: raccontare. Se ci si spoglia di trucchetti e luccicanze, si vede a nudo se si è capaci di narrare. Quello che tiene avvinto lo spettatore non è allora l'incantesimo degli occhi e delle orecchie frastornate, ma l'incanto della storia, degli accadimenti che per tanti e tanti giorni ritornano, e crescono organici come fronde, fino a farti pensare d'essere a casa lì, nel Fantabosco; e l'incanto delle facce simpatiche o paurose che diventano amici, una compagnia che lavora nel teatrino interiore, anche dopo quell'ora e per il resto del giorno.

  • BILANCIO

  • Questo abbiamo cercato di fare, per tre anni e seicento puntate: non nascondersi dietro la scusa che "tanto è televisione", e dare qualcosa di buono ai nostri bambini. Che non hanno spento, non hanno cambiato, e ora sono pignantamila lì davanti, in attesa che riprenda il racconto. E noi siamo pronti: un bel respiro e via.

    Mela Cecchi, Bruno Tognolini, Janna Carioli, Martina Forti, Venceslao Cembalo

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    LE NOVITÀ DELLA SERIE 2001-2002

    Ai bambini, dentro e fuori della Melevisione, diciamo sempre che, come servono due piedi per camminare e due ali per volare, così per vivere servono due mondi: quello della fiaba e quello della realtà.
    Tutti e due veri, solo in modi diversi.
    Nel mondo della realtà, per esempio, si sa che motivazioni di opportunità ed efficacia inducono attori e produzioni riallacciare sempre nuovi rapporti: gli attori vanno e vengono, insomma, l'han sempre fatto.
    Altre considerazioni consigliano di rinnovare ogni tanto i set scenografici, di luci, di attrezzeria...
    Nel mondo della fiaba, che è quello a cui la Melevisione appartiene, altre sono le motivazioni che inducono Fate e Orchi e Principi ad andare e venire per i Regni. E altre forze ancora trasformano i Posti, aprono nuove vie a nuovi Antri, riscrivono i profili delle Montagne.
    Non abbiamo dubbi che queste seconde notizie siano le più interessanti da comunicare in una conferenza stampa sulla nuova Melevisione. Per raccontare le novità della Scenografia e degli Attori, parleremo dunque dei Posti e dei Personaggi.

    I POSTI



    I PERSONAGGI

    Le frontiere dei regni di fiaba sono aperte, impalpabili, e come dicono le nostre canzoni...
    "Di fiaba in fiaba vanno / Gnomi, streghe e regine / Ma i bambini lo sanno / La fiaba non ha fine
    E se da questa partono / Da un'altra arriveranno / Perché di fiaba in fiaba tutti vanno..."
    E allora vediamo quest'anno chi viene e chi va.


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    TEMI E FORME



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    I LIBRI, I GIOCHI, IL SITO

    Le storie, le rime, le canzoni e le peripezie del Fantabosco, come un'acqua troppo arzilla, sgusciano fuori ad innaffiare altri terreni. I bambini amici di Tonio potranno continuare il racconto in altri modi e in altri media. E si sa che, anche con cibi freschi e sani, variare la dieta fa bene.



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    Questa pagina è stata creata il 15 novembre 2001
    e aggiornata da allora solo il 31 dicembre 2008.

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