8. L'imboscata
La camionetta con i soldati tedeschi imboccò a
velocità sostenuta la strada sterrata che portava giù nella grande
vallata. Il Colletti liberò un sospiro di sollievo allorché la
vide sparire dietro ad una nuvola di polvere bianca. Ingenuamente pensò
che il pericolo fosse passato: ma, dopo nemmeno un chilometro,
la camionetta si fermò.
"Hans e Kurt! Voglio che rimaniate qui e che
seguiate i movimenti della ragazza. Ho visto qualcosa d'interessante
nella casa..."
"Yawohl, Herr Caepten!" Risposero quasi
all'unisono i due soldati.
Essi si guardarono l'un l'altro con
sguardo interrogativo e dubbioso, ma non osarono nemmeno pensare di
fare obiezioni.
Il vasto bassopiano, come una grande tavolozza, offriva i
suoi meravigliosi colori agli occhi degli osservatori. L'azzurro del
cielo, il giallo dei campi di girasole, il verde dell'erba e delle
piante, che sotto il respiro del vento sollevavano morbidamente le
loro foglie, affascinò i due uomini in attesa. Seminascosti da un
cespuglio, si sedettero sul ciglio della strada bianca.
Passarono alcune ore senza che nulla di interessante
accadesse. Lentamente arrivarono le tre del pomeriggio.
"Tu credi che arriveremo a scoprire qualcosa?"
Chiese Kurt.
"Il capitano ha buon fiuto e avrà avuto le sue
ragioni a lasciarci qui." Replicò fiducioso Hans.
Alle cinque del pomeriggio Clelia in bicicletta apparve
sulla strada sterrata. Legato sul portabagagli posteriore aveva un
canestro coperto da un canovaccio. I due soldati non dettero molta
importanza al particolare. Con il binocolo la seguirono per un
lunghissimo tratto mentre si addentrava nell'immensa pianura. Là dove
la strada bianca si biforcava come la lingua di una biscia, Clelia
prese il ramo di destra. Scese dalla bicicletta, non molto lontano dal
bivio, e si incamminò sulla stretta striscia di terreno che divideva
due grandi poderi. Giunta all'altezza di una casupola si fermò.
Nei due soldati si insinuò ora l'idea che qualcuno
potesse nascondersi all'interno della piccola costruzione che
indistinta si mostrava ai loro occhi.
Nel tardo pomeriggio la camionetta tornò a riprenderli.
Quando comunicarono al capitano quanto avevano visto, questi sorrise
diabolicamente e disse: "Stasera porteremo al castello il nostro
uomo."
Il capitano Stahl approntò una squadra armata e poco
dopo il tramonto, quando ormai il sole aveva colorato di un giallo
dorato tutto il verde della campagna, arrivò di fronte alla
casupola.
Liguori si arrese senza opporre resistenza. Ciò non
valse ad evitargli un pestaggio da parte dei soldati tedeschi,
infuriati per la perdita dei loro due commilitoni. Tumefatto e
dolorante, arrivò al comando tedesco ben conscio della sorte
che gli sarebbe toccata.
Alle sette di sera furono arrestati e portati al castello
anche Clelia e suo padre.
A tradirli era stato un cesto di vimini pieno di cibo,
che sebbene abilmente celato nel sottoscala della casa del Colletti,
non era sfuggito allo sguardo dell'astuto capitano Stahl.
A cosa poteva mai esso servire se non a nutrire qualcuno
all'esterno della casa?
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