Il muflone consentì che Astril gli strappasse un pelo dalla schiena , il nostro aspirante menestrello sostituì una corda con il pelo , indi lo distese tra giogo e cavalletto e lo accordò regolandone la tensione attraverso i collabi della cetra. Astril si mise a suonare e le note della nuova corda davano alla composizione un suono acuto e naturale.

-         Senti muflone che dolce melodia , questo suono mi aiuterà ad accompagnare la mia poesia!

-         Indi il mio pelo ti aiuterà nella tua composizione?

-         Ma certo mio muflone però mi devi consentire di passare qui la notte e soprattutto mi devi risparmiare la vita!

-         E va bene, ma dovrai portare il mio suono fino a corte e se non lo farai per te saranno guai!

E così ancora una volta il nostro eroe se la cavò , anzi potè, dopo un breve periodo di nuova creazione, tranquillamente rimettersi a dormire e svegliarsi con la mente fresca l’indomani. Il giorno spuntò e Astril si rimise in cammino sulla strada del ritorno , mancava ormai poco alla conclusione del lavoro , qualche ritocco e alcune prove per essere sicuro. Decise di fermarsi nella fresca ombra di un’enorme quercia secolare, si sedette tra due radici ed usò la loro irregolarità come cuscino, indi si mise ad eseguire l’ode intera.

-         Hai bisogno d’aiuto?- fece una voce, la cui sorgente pareva indefinita, che interruppe il giovane aspirante menestrello.

-         Chi parla?

-         Siamo le fate!

Davanti ai suoi occhi decine di fate si materializzarono , erano grandi come la mano di un adulto bifolco e sospese nell’etere grazie allo sbattere delle loro ali multicolori.

-         Bè sto componendo , ma vi sarei grato se mi guidaste fuori dal bosco!- chiese Astril.

 

 

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