Scherzo indolente
di Adriano Lovera


Perché non sognare, se già la vita
è brava a reggermi di fronte uno specchio
in cui vedere me stesso e i giorni trascorsi.
Perché dovrei ridere, oggi

se il mio mento è chino
e i miei occhi ne evitano altri
per timore di essere scoperti.
Non disprezzarmi, ché so riconoscere le fortune mie
ma perché fingere se questa febbre non va via.
Se penso che il soffio delle tue labbra
è arbitro del mio sorriso e del mio tremore
vorrei poter agire su di un interruttore
per spegnere i pensieri e il cuore.
Non nominare la parola, amore
che spaventa perché è vero il rumore
di quando scoppia in viso il rossore
nelle ossa e nel sangue il calore;
e peggio, quando poi sfioca il bagliore
resta solo più vuoto, nel petto, il terrore
d'aver perso per sempre l'amaro, dolce, dolore.



 

 

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