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La nevrotica ricerca di identità alternative Il tramonto della borghesia liberale era vissuto dagli intellettuali come fine della borghesia stessa e della storia, fra ansie e timori di un domani tutto da inventare. C'era in molti il presentimento o la consapevolezza di vivere una "crisi storica". una "decadenza", una "dissoluzione irreversibile"; e ciò portava gli intellettuali a ripiegarsi su se stessi, a ricercare oltre la fenomenologia delle apparenze e dei fatti una realtà più profonda, l'essenza delle cose e della vita, insomma a discendere verso «l'interno paese sconosciuto» Si ebbe allora un vistoso passaggio dal terreno storico-sociale, dove operava l'intellettuale di formazione positivista-naturalista, alle inesplorate zone deli'«io» E se l'intellettuale positivista aveva creduto alle «magnifiche sorti» e al progresso dell' umanità, l'intellettuale decadente. sfiduciato e sradicato. senza più punti fermi in cui credere, tendeva a progettare un'orgia di miti irrazionalistici Mistero. Bellezza. Patria. Sogno. Arte. Vita. ecc., all'interno di una degradazione urbana insopportabile ed emarginante. La società appariva un territorio inautentico, un inferno da cui occorreva fuggire per nuovi paradisi artificiali, per nuovi esotismi e nuove avventure dell'anima vissute in solitudine, lontano dalla storia, dalla meschinità del quotidiano. Allo scienziato, al medico, all'ingegnere, al maestro al capitano d'industria, esaltati dalla cultura positivista, si sostituivano l' intellettuale bohémien (Baudelaire), il ribelle e il veggente (Rimbaud), I'esteta e il "superuomo" (D'Annunzio, Wilde), il fanciullino (Pascoli). Alla tematica popolare e sociale si sostituiva la tematica del barbarico, del primitivo. dell'esotico. del titanico. del satanico; all'arte per l'utile, l'arte per l'arte. La cultura e la letteratura del Decadentismo, in tutte le sue svariate componenti, fu mossa da spirito polemico nei riguardi della borghesia, di cui condannò la falsa morale. La grettezza intellettuale, la vita appiattita senza slanci; eppure. a ben guardare. molta di quella cultura fini per essere funzionale alla nuova borghesia imperialistica, proprio perché bandiva dal proprio orizzonte i problemi reali - cioè l'economia e i nuovi rapporti di produzione - che erano la causa prima dello "sradicamento" dell'intellettuale.

tratto dal sito "Poeti Maledetti"

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