Il computer subacqueo
di Matteo Zanchi

Sommario

1. Introduzione
2. Veloci richiami di fisiologia iperbarica
3. Modelli e tabelle
4. Il computer - funzionamento e uso
5. Immersioni in sicurezza con il computer

1. Introduzione

Negli ultimi anni il computer subacqueo si è imposto, nonostante la reticenza di molti, come lo strumento che più di ogni altro ha consentito di trasformare la subacquea da avventura pericolosa per pochi temerari ad un attività con bassi rischi e praticabile da tutti. La sua semplicità d’uso ma soprattutto la sua capacità di condurci in sicurezza in immersioni multi-livello lo rendono ormai indispensabile per chi voglia praticare attività subacquea con una certa regolarità. E’ però importantissimo conoscere i principi base di funzionamento del computer, rispondere cioè alla domanda “Perché mi dice di fare così?” e quali siano le regole da rispettare nell’utilizzo del computer. Potremo così godere a pieno delle sue potenzialità, senza incorrere in incidenti che, come ben sappiamo, nella subacquea possono essere molto gravi.

2. Veloci richiami di fisiologia iperbarica

Mentre siamo in immersione respiriamo aria alla pressione ambiente, cioè alla pressione corrispondente alla profondità a cui siamo, secondo la regola che ogni 10 metri di acqua sono una atmosfera in più rispetto a quella esterna.

Esempio: 25 metri = 1 atm (esterna) + 2,5 atm (acqua) = 3,5 atm

L’aria è una miscela di gas, di conseguenza, per la legge delle pressioni parziali di Dalton, anche i vari componenti dell’aria avranno una pressione (si dice parziale) maggiore. Pari alla percentuale con la quale ciascuno di essi è presente nell’aria stessa:

 Esempio: 25 metri =  Azoto  78%  2,73 atm

    Ossigeno 20,96% 0,73 atm
    CO2  0,03%  0,01 atm
    Gas Rari 1,01%  0,035 atm
    Totale  100%  3,5 atm

L’ossigeno viene metabolizzato e trasformato in CO2; l’azoto invece è inerte, come entra nei polmoni ne esce. Mentre scendiamo in immersione la pressione dell’azoto contenuto nei polmoni diventa maggiore  di quella dell’azoto disciolto nei tessuti, di conseguenza l’azoto passerà dai polmoni al sangue e poi a vari tessuti del corpo fino alla completa saturazione, cioè fino a riequilibrare la pressione parziale che vi è nei polmoni. Quando risaliamo la pressione parziale dell’azoto nei polmoni scende e si verifica il fenomeno della sovrasaturazione. In pratica i tessuti riescono a stare per un po’ con la pressione parziale dell’azoto superiore a quella esterna. Se non intervengono fattori esterni l’azoto sovrasaturo che abbiamo precedentemente assorbito lascia i tessuti verso il sangue e i polmoni in modo graduale. Se invece risaliamo troppo in fretta anche per un breve tratto rompiamo questo equilibrio e il gas torna a separarsi dalla soluzione formando delle bollicine, come in una bottiglia di coca-cola a cui viene tolto il tappo, causando la famosa malattia da decompressione (MDD).

3. Modelli e tabelle

Per evitare di incorrere nella MDD gli studiosi simulano l’assorbimento dell’azoto da parte del  corpo umano, per mezzo di un modello: l’uomo come un insieme di tessuti o compartimenti separati; l’azoto passa da uno all’altro mentre siamo in immersione. Ogni tessuto è caratterizzato dalle velocità con cui assorbe e cede l’azoto: ad esempio il passaggio dell’azoto dal sangue ai polmoni è quasi istantaneo. Le ossa invece sono molto lente e dopo essere rimasti molto in immersione, richiederanno molto più tempo per ritrasferire al sangue e quindi ai polmoni l’azoto. La velocità di desaturazione di un certo tessuto non è fissa, ma può variare in dipendenza da molti fattori, tra i quali lo stress fisico, la temperatura dell’acqua e la presenza di microbolle di altri gas che possono interferire con l’azoto presente a livello microscopico. Studi effettuati hanno dimostrato che in media tessuti sopportano una sovrasaturazione fino al doppio della pressione esterna, ovvero un rapporto di 2:1.  Questo è il motivo per cui si può restare un tempo infinito a 10 metri di profondità (2 atm, il doppio che in superficie) senza effettuare tappe di decompressione. Se però risaliamo troppo in fretta rompiamo l’equilibrio della sovrasaturazione e provochiamo la formazione di bolle nei tessuti. La massima velocità di risalita era una volta fissata in 18 metri al minuto, successivamente è stata abbassata a 10 m/min, ultimamente si ritiene che negli ultimi dieci metri, in cui il salto di pressione relativo è maggiore, sia più corretta una velocità massima di 7 metri al minuto. I tessuti veloci sopportano anche sovrasaturazioni fino a 3:1, mentre quelli lenti non riescono ad arrivare a 2:1, ma questi ultimi saturano completamente solo dopo molte ore.
Le tabelle traducono in pratica tutto questo. La curva di non decompressione è il limite entro il quale siamo con tutti i tessuti all’interno del rapporto di massima sovrasaturazione. Se andiamo oltre dobbiamo fermarci e riportare l’azoto sotto tale valore.

Esempio: 220 minuti a 12 metri, secondo le tabelle U.S. Navy siamo fuori curva e dobbiamo fare decompressione. Perché? A 12 metri stiamo respirando aria a 2,2 atmosfere e dopo 220 minuti più della metà dei tessuti sarà satura. Se risaliamo subito, anche rispettando le velocità di risalita, sottoponiamo i tessuti ad un rapporto 2,2:1 che è troppo alto. Fermandoci a 3 metri il rapporto è 2,2:1,3 che corrisponde a 1,7:1. Dopo 3 minuti passati a tre metri la pressione parziale all’interno dei tessuti è scesa (un tessuto con tempo di emisaturazione di 30 minuti sarà sceso da 2,2 atm a 2 atm) e noi possiamo a questo punto uscire.

Una nota: la sosta di sicurezza
La sosta di sicurezza consiste in una sosta di 3 minuti ad una profondità tra i 5 e i 3 metri da effettuare alla fine di un’immersione in curva di sicurezza. Studi effettuati hanno dimostrato che tale sosta riduce, anche del 90% e oltre, la presenza di microbolle nel circuito sanguigno, che in ogni caso si formano nel corso dell’immersione. Essa è pertanto ormai da considerarsi obbligatoria come pratica preventiva della MDD, soprattutto per le immersioni condotte al limite della curva, in condizioni di stress fisico (freddo, fatica) o in caso di risalita rapida anche per un breve tratto.

4. Il computer - funzionamento e uso

Cosa fa un computer? Simula il nostro corpo. Mentre siamo in immersione, il computer calcola l’accumulo di azoto nei tessuti, basandosi sulla profondità e sul tempo di immersione e ne deduce i limiti della curva di sicurezza o le eventuali tappe di decompressione. E’ come avere una tabella che si aggiorna in continuazione. E’ proprio questa la sua potenzialità: l’immersione multilivello. Le tabelle implicano immersioni quadre, ovvero bisogna considerare l’immersione come se si fosse svolta tutta alla massima profondità, il computer invece segue il profilo d’immersione. Un esempio dal mio log-book: P.ta delle Cannele - Isola d’Elba, profondità massima 42 metri, tempo di immersione 45 minuti !!!!!! Provate a calcolare un immersione del genere con le tabelle e vi troverete a fare ore di  decompressione; in verità io sono sceso progressivamente fino a 42 metri dove sono rimasto pochi minuti e sono subito risalito gradatamente, restando in curva, perché il computer teneva conto del fatto che risalendo cominciavo già a decomprimere i tessuti veloci e rallentare la velocità d’assorbimento in quelli  lenti.
Il display del computer mostra, con piccole variazioni da modello a modello, la profondità attuale e massima raggiunta, il tempo di immersione, i minuti che mancano alla fine della curva di sicurezza, restando a quella quota,o se questo valore è già arrivato a zero, le eventuali tappe di sicurezza. La maggioranza dei modelli mostra inoltre la velocità di risalita e prevede degli allarmi visivi e in alcuni casi anche sonori per le situazioni di pericolo, come appunto una risalita troppo veloce o la fine della curva di non decompressione.
E’ utile ora classificare i computer attualmente in commercio in base alle prestazioni, ed al loro prezzo:

· Computer da non decompressione - Questi computer sono i meno costosi (300-400 mila lire), e sono caratterizzati dal considerare l’immersione fuori curva solo come un emergenza. Se, mentre siete sott’acqua, uscite di curva, non vi mostreranno il tempo totale di risalita in superficie, con tutte le tappe da effettuare, ma solo la quota a cui dovete immediatamente recarvi per effettuare la prima sosta di decompressione. Una volta raggiunta la quota indicata, non saprete quanto tempo dovrete rimanervi fino a che questo tempo scadrà. Inoltre questi computer non hanno generalmente allarmi sonori e non sono in grado, mediante il simulatore di immersione, di programmare immersioni fuori curva. (Aladin Sport, Suunto Companion e Favor, Scubapro DC-11)
· Computer da decompressione - Questi computer prevedono la possibilità di effettuare volontariamente immersioni con decompressione, consentono quindi di programmarle. Una volta fuori curva vi diranno il tempo totale di risalita in superficie e la durata prevista per la prima tappa da effettuare. Con questi dati saremo in grado di calcolare se la nostra autonomia d’aria ci consente di effettuare tutte le tappe necessarie per una corretta decompressione.Sono dotati di solito di allarmi sonori e maggiori funzioni ma costano di più. Tra questi troviamo Aladin Pro, Suunto Solutiona, Scubapro DC-12, Mares Guardian, prezzo 500-700 mila lire).
· Computer con manometro  - Questi computer integrano i precedenti con un manometro e la possibilità di calcolare il tempo previsto per la fine dell’aria, basandosi sulla rilevazione di un consumo medio durante l’immersione. (Oceanic Datamax Pro, Suunto EON, prezzo L. 800.000 - 1 milione)
· Computer con manometro interfacciato al decompressimetro - Questi computer modificano e influenzano la curva di sicurezza e i dati di decompressione secondo alcuni parametri: temperatura dell’acqua, ritmo respiratorio, , velocità di risalita. In pratica la curva non è più rigida e uguale per ogni immersione ma è sempre diversa perché è condizionata da numerose variabili indipendenti. Si sa, per esempio, che gli stress fisici come freddo o affaticamento provocano un aumento del ritmo respiratorio e quindi un aumento dell’assorbimento dell’azoto nei tessuti; il computer reagirà stringendo i tempi di non decompressione o allungano la durata delle tappe. Un’eccessiva velocità di risalita, anche per un breve tratto, (per scavalcare, ad esempio, una masso), porta alla formazione di microbolle che possono provocare seri danni: il computer corregge la curva e le tappe in modo da ridurre ed evitare un’ulteriore formazione di microbolle. Il computer tiene conto di questi dati anche per il calcolo delle immersioni successive. (Aladin Air e Air X, Mares Genius, prezzo oltre un milione)

Alcune considerazioni su computer e tabelle

· Immersioni quadre - In media i computer sono più conservativi delle tabelle nella prima immersione, garantendo quindi una elevata dose di sicurezza. Bisogna invece prestare attenzione alle immersioni successive dove i computer risultano in media più permissivi. Ciò si verifica soprattutto nelle immersioni oltre la seconda, in cui non vi è un ulteriore restringimento dei limiti d’immersone.  Questo fatto è molto evidente per le immersioni successive profonde, in cui il computer non tiene conto dei pericoli insiti nella ricompressione di eventuali microbolle circolanti.
· Immersioni multilivello - In questo caso non è possibile un  confronto con le tabelle, ma è importante notare che i computer non sono tutti uguali. Vi sono in commercio modelli molto restrittivi e modelli molto permissivi. Soprattutto in fase di risalita, un computer potrebbe considerare che stiamo già desaturando l’azoto assorbito e quindi farci ad esempio rientrare in curva, un altro invece potrebbe pensare che stiamo ancora assorbendo e quindi allungare ulteriormente le tappe. A titolo di esempio ecco la curva di non decompressione per alcuni modelli oggi in commercio:
 

 CURVA DI SICUREZZA PER ALCUNI COMPUTER

Profondità 
12
15
18
21
24
27
30
Tabelle US Navy
200 
100
 60 
50 
40 
30 
25
Tabelle PADI 
147
72 
56 
37 
29
 - 
20
Suunto Solutiona,EON 
127
72 
52 
37 
29 
23 
18
Aladin Pro,Air, Air X 
>100
70 
49 
35 
25
 20 
16
ScubaproDC-12 
93
58 
36 
22 
15 
12
9
Mega Sport Jolly 
85 
55 
41 
33 
27 
22 
17

 

5. Immersioni in sicurezza con il computer
Da quanto detto fino ad ora spero sia chiaro che il computer è sicuramente uno strumento eccezionale per potenzialità e facilità d’uso, ma queste sue caratteristiche non ci devono attirare verso un atteggiamento poco prudente ed irrispettoso delle regole che l’attività subacquea impone. Inoltre, come visto, il computer non è privo di limiti che occorre conoscere e non superare per non esporsi a rischi inutili.
Il computer “simula” il comportamento del nostro corpo, e le simulazioni possono sbagliare, semplicemente perché è impossibile tenere conto di tutti i fattori. Un passo avanti è sicuramente stato fatto con i computer dell’ultima generazione.
Per tanto ricordiamo che sono assolutamente da evitare tutti i profili di immersione e tutti quei comportamenti che portano alla formazione di microbolle: immersioni inverse, cioè con la massima profondità raggiunta alla fine dell’immersione; immersioni a jo-jo, cioè con frequenti ed elevati sbalzi di quota; le immersioni ripetute con profondità pari o superiori alle precedenti, o addirittura fuori curva.
Una giusta considerazione generale è di non portare il computer al limite delle sue capacità. Sia perché qualunque errore di simulazione sarà comunque entro i limiti di pericolosità, sia perché il computer, come tutte le apparecchiature elettroniche, si può rompere; basterà allora uscire senza problemi usando una lenta velocità di risalita, ma se eravate fuori di curva, magari di molto, non sarà certo facile decidere sul da farsi.
Una volta acquistato un computer bisogna studiare il manuale: la conoscenza del proprio strumento è importante quanto il suo utilizzo. Cosa serve avere il computer se poi in acqua non sapete cosa significa quello che vi dice?
Il computer è personale, non ci si può affidare al computer di altri. Lievi variazioni nel profilo dell’immersione possono modificare notevolmente la curva di sicurezza ed inserire una tappa.

Bibliografia
S.Discepolo, M.Bonacina - Sott’acqua con il computer - Ed. Adventures
F.I.P.S. -C.M.A.S. Manuale federale d’immersione - Dimensione Sub - Ed. La Mandragora
 
 

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